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- La concordanza dei tempi al congiuntivo
Nell'articolo di oggi vediamo la concordanza dei tempi al congiuntivo, iniziamo! Ciao e benvenuto/a in un nuovo articolo. Oggi parleremo del congiuntivo e, in particolare, cercheremo di capire quale tempo verbale scegliere tra congiuntivo presente, passato, imperfetto e trapassato. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Ripetiamo il congiuntivo! Prima di tutto, ti ricordi i tempi del congiuntivo? Cominciamo con un piccolo ripasso. In italiano il congiuntivo si usa nelle frasi che dipendono da altre frasi. Praticamente se ho un verbo all’indicativo presente o passato che esprime opinione, dubbio, speranza, desiderio o è impersonale, il verbo che viene dopo sarà al congiuntivo. Quindi praticamente quando esprimi un’opinione o un dubbio come un verbo come penso che, credo che, dubito che, ecc. , dopo devi usare il congiuntivo! Ma quale tempo devo usare? Presente, passato, imperfetto o trapassato. Ricordi come sono questi tempi? Proviamo a fare il congiuntivo del verbo parlare per rinfrescarci un po’ la memoria: Congiuntivo presente: parli Congiuntivo passato: abbia parlato Congiuntivo imperfetto: parlassi Congiuntivo trapassato: avessi parlato ⚠️Attenzione: il congiuntivo si usa solo dopo un verbo, quindi dopo una frase dipendente. Se esprimi un’opinione con secondo me, oppure con per me, allora dopo il verbo non andrà al congiuntivo, ma all’indicativo. Congiuntivo presente o passato? Ora che abbiamo ripetuto un po’ il congiuntivo, cerchiamo di capire come funziona la concordanza! Quando la frase principale ha il verbo al presente indicativo, il congiuntivo può essere usato al presente o al passato. Usiamo il congiuntivo presente quando l’azione espressa dal verbo della principale e quello al congiuntivo avvengono contemporaneamente oppure quando l’azione al congiuntivo avverrà nel futuro.. Vediamo qualche esempio! Credo che tu abbia ragione. Io, in questo momento, credo che tu, in questo momento, abbia ragione. Le due azioni avvengono entrambe nel presente, quindi sono contemporanee. Per questo motivo userò il congiuntivo presente È meglio che tu dica la verità. È meglio è una forma impersonale al presente. Ricordati che le forme impersonali vogliono il congiuntivo. Adesso è meglio che tu adesso o dopo dica la verità. Dire la verità è un’azione contemporanea o futura rispetto al verbo principale, perciò usiamo il congiuntivo presente. Al contrario, usiamo il congiuntivo passato quando l’azione espressa dal verbo al congiuntivo avviene prima rispetto a quella del verbo principale. Vediamo qualche esempio! Penso che tu abbia avuto coraggio a parlare ieri. Io, adesso, penso che ieri, quindi nel passato, abbia avuto coraggio. Io penso adesso, ma tu hai avuto coraggio ieri! Avere coraggio succede prima rispetto a quando io penso, quindi lo scriverò al congiuntivo passato. Congiuntivo imperfetto o trapassato? Le regole sono molto simili quando la frase principale ha il verbo a un qualsiasi tempo passato dell’indicativo. Usiamo il congiuntivo imperfetto quando l’azione espressa dal verbo della principale e quello al congiuntivo avvengono contemporaneamente oppure quando l’azione al congiuntivo avverrà nel futuro. Invece usiamo il congiuntivo trapassato quando l’azione della frase dipendente avviene in un passato ancora più passato dell’azione della frase principale. Credevo che ti piacesse studiare l’italiano. Io, prima, nel passato, credevo che a te, in quel momento, quindi nel passato, piacesse studiare l’italiano. Anche qui le due azioni avvengono contemporaneamente, quindi nello stesso momento, ma nel presente. Pensavo che tu avessi letto le mie e-mail. Io pensavo, nel passato, che tu, nel passato, avessi letto le mail. Anche queste due azioni avvengono nel passato, ma la seconda, quindi leggere la mail, avviene prima rispetto a pensare. Ti faccio un altro esempio perché questo è un po’ più difficile da capire. Pensava che tu avessi visto quel film prima. Era davvero emozionante. Lui pensava, nel passato, probabilmente ieri, che tu, prima di quel momento, prima di ieri, avessi visto il film. Cioè secondo lui tu quel film lo avevi già visto, non è importante quando, ma sicuramente prima rispetto a quando lui ha pensato questa cosa. Perfetto, abbiamo finito! Spero che questa lezione sia stata chiara! Sì, ho usato il congiuntivo! Cioè io adesso, dopo aver finito di spiegare questa la lezione, spero che tutto quello che ho spiegato prima sia chiaro. Uso il congiuntivo passato perché la lezione è finita e, dopo aver finito, io spero che sia stata chiara. Cioè spero che sia stata chiara una cosa che ho finito di spiegare, quindi è nel passato rispetto ad adesso. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Le preposizioni con i verbi
Sai come usare le preposizioni con i verbi in italiano? Vediamolo nell'articolo di oggi! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo! Tante volte voi studenti mi chiedete di parlare delle preposizioni e oggi vedremo alcuni usi delle preposizioni di e a con i verbi. Iniziamo subito! Prima di tutto devi sapere che in italiano ci sono alcuni verbi che, quando sono seguiti da un altro verbo all’infinito, vogliono una preposizione. Questa preposizione non è casuale ma dipende dal verbo. Il mio consiglio, quando impari un verbo nuovo, è di imparare anche la preposizione che richiede. Ripeto: questa regola vale quando dopo un verbo hai un altro verbo all’infinito, se invece hai un oggetto le regole che vediamo oggi non si applicano. Facciamo qualche esempio, così è tutto più semplice! Esempi: Io voglio mangiare una pizza. Anna ha finalmente finito di leggere il libro che le avevo consigliato. Dopo pranzo, Giovanni ha cominciato a studiare per l'esame. Come possiamo vedere in queste tre frasi, nel primo caso non abbiamo nessuna preposizione tra il verbo voglio (volere) e l’infinito mangiare. Invece, con il verbo finire usiamo di e con il verbo cominciare usiamo a. Non ti preoccupare, ora vediamo tutti questi casi in dettaglio. Prima però vediamo questi altri due esempi: Finalmente ho finito questo libro! Marco ha cominciato l’università ieri! Qui abbiamo i verbi finire e cominciare seguiti da un oggetto, cioè questo libro e l’università. Per questo motivo, la preposizione non è necessaria! Quindi se abbiamo un verbo seguito da un altro verbo all’infinito possiamo 1) non avere bisogno di nessuna preposizione, 2) usare DI, 3) usare A. Se invece abbiamo un verbo seguito da un oggetto le regole che vediamo oggi NON si applicano, questo è importante da ricordare! Ora vediamo ogni singolo caso. Nessuna preposizione necessaria Quando abbiamo uno di questi verbi seguito da un altro verbo all’infinito, non è necessario usare nessuna preposizione: Verbi modali: volere, dovere, sapere, potere Verbi di piacere: piacere, preferire, amare, odiare Espressioni impersonali con il verbo essere: è facile, è difficile, è possibile, è impossibile Vediamo alcuni esempi: Voglio andare a casa, sono stanco. Posso avere un altro pezzo di pizza? Mi piace molto sciare in montagna. È facile imparare una nuova lingua con gli strumenti giusti. È impossibile finire questo progetto in due giorni! Preposizione DI Ora vediamo in casi in cui prima dell’altro verbo all’infinito è richiesta la preposizione DI: Essere + aggettivo + di: essere felice di, essere triste di, essere stanco di, essere orgoglioso di Avere + sostantivo: avere paura di, avere fretta di, avere tempo di Verbi di dire: dire, chiedere Altri verbi: pensare, sperare, credere, dimenticarsi, ricordarsi, cercare, finire Vediamo alcuni esempi: Sono felice di essere qui con te oggi. Sono orgoglioso di essere italiano. Ho paura di viaggiare da solo. Ti ho detto di chiudere la finestra perché fa freddo. Sto pensando di iscrivermi a un corso di design. Mi sono dimenticato di comprare il latte! Ho finito di studiare molto tardi ieri sera! ⚠️Attenzione: queste regole (ad eccezione di dire e chiedere) valgono soltanto se il soggetto del primo verbo e quello del verbo successivo sono uguali! Come negli esempi che ti ho appena fatto. Se invece hai due soggetti diversi al posto di di dovrai usare che. Vediamo qualche esempio anche in questo caso! (io) Sono felice che tu sia qui con me. (io) Ho paura che tu viaggi da solo. Ti sei dimenticato che sono in vacanza? Non posso lavorare ora! Ricorda che in alcuni casi (come con pensare, sperare o credere) è necessario usare il congiuntivo con che se il soggetto è diverso. Preposizione A Purtroppo con la preposizione A non possiamo avere delle categorie molto chiare come quelle precedenti, ma ecco una lista dei verbi più comuni con qualche esempio: Cominciare: Marco ha cominciato a studiare per gli esami ieri. Iniziare: Maria ha iniziato a fare yoga per migliorare la sua flessibilità. Imparare: Ho deciso di imparare a suonare il pianoforte quest'anno. Riuscire: Non riesco a stare sveglio, devo dormire! Aiutare: Ho aiutato la mia vicina a lavare la sua macchina. Provare: Il computer non funziona? Hai provato a spegnerlo e riaccenderlo? Andare: Siamo andati a fare la spesa tutti insieme questa mattina. Venire: Vuoi venire con noi a fare una passeggiata? Benissimo! Abbiamo finito per oggi, spero che la lezione ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- ESSERE o AVERE: quale scegliere in italiano?
In italiano esistono verbi che possono avere come ausiliare sia essere che avere, vediamoli nell'articolo di oggi! Ciao a tutti e benvenuti in una nuova lezione. A volte scegliere tra essere o avere nei tempi composti può essere difficile. Se hai problemi con questo argomento ti consiglio questo video (https://youtu.be/cHy4TgFo7L0). Ma sai che in italiano esistono dei verbi con cui possiamo usare tutti e due gli ausiliari, essere e avere? Vediamolo insieme! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! In italiano ci sono sono, alcuni verbi che possono richiedere sia essere che avere in base al tipo di frase. Vediamo subito degli esempi: Ho iniziato gli esercizi alle 16:00 e non ho ancora finito. Il film è iniziato alle 21:30. Qual è la differenza tra queste due frasi? Nella prima frase abbiamo un soggetto, cioè io, e un oggetto diretto, cioè gli esercizi. Nella seconda frase abbiamo sempre un soggetto, il film, ma non abbiamo un oggetto! Quindi, possiamo capire facilmente la regola! Quando abbiamo un oggetto diretto nella frase usiamo AVERE (qualcuno inizia qualcosa), quando invece NON abbiamo un oggetto diretto e generalmente il soggetto è una cosa inanimata, come un film o un evento (qualcosa inizia) allora usiamo ESSERE. Ricorda che quando usi essere devi anche cambiare il participio passato! Per esempio: La cena aziendale è iniziata alle 20:30. Cosa succede però se dopo il verbo iniziare non ho una parola oppure un orario, ma un verbo? Per esempio “iniziare a mangiare”? Come sarebbe al passato? Possiamo vedere mangiare come un oggetto quindi usiamo comunque avere. Per esempio: Abbiamo iniziato a mangiare l’antipasto, vieni presto! Sono diversi i verbi che hanno il doppio ausiliare! Prima di tutto, abbiamo i verbi iniziare (e anche i sinonimi cominciare e incominciare) e il verbo finire (o terminare). Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Le preposizioni di tempo in italiano
Come si usano le proposizioni a, in, per, tra e da in italiano? Scopriamolo nell'articolo di oggi! Ciao a tutti e benvenuti in una nuovo articolo. Oggi parleremo delle preposizioni di tempo, quindi di parole piccole come di, a, da, per, ecc. In particolare vedremo come usare queste parole per il tempo. Dai iniziamo subito! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Le diverse frasi di tempo Per capire come funzionano le preposizioni prima di tutto dobbiamo capire che parlare di tempo significa molte cose. Possiamo dividere le frasi di tempo in tre grandi gruppi: Frasi che indicano il momento preciso di un’azione: Sono nato nel 1997: qui sto dicendo un momento preciso, l’anno esatto in cui sono nato. Frasi che indicano l’inizio e la fine di un’azione: La scuola è aperta dalle 8:00 alle 14:00: in questa frase sto dicendo il momento in cui apre la scuola, quindi l'inizio, e quello in cui chiude, quindi la fine. Frasi che indicano la quantità di tempo, cioè la durata dell’azione: Vivo in Italia da 10 anni: in questa frase sto dicendo che ho iniziato a vivere in Italia 10 anni fa, ma adesso ci vivo ancora. Ora vediamo ogni singola situazione in dettaglio! Il momento preciso di un’azione Per indicare il momento preciso in cui succede qualcosa di solito in italiano usiamo la preposizione IN spesso unita a un articolo. Per esempio: Io sono nato nel 1997. Nel 2023 la Disney ha compiuto 100 anni. Nel 2035 non sarà più possibile comprare automobili a benzina o diesel in Europa. Sto parlando quindi di un evento che è successo o succederà in un momento preciso, quindi userò in + l’articolo. Se invece vogliamo indicare come momento preciso un mese dell’anno possiamo usare a o in senza articolo. Io preferisco a ma anche in è corretto! Per esempio: A/In marzo parto per la Germania. Il compleanno di mia madre è a/in dicembre. Se invece voglio indicare l’orario userò la preposizione a + l’articolo le, quindi alle, per esempio: Ci vediamo alle 17:00. Attenzione però! Con l’1 (quindi le 13) si usa l’articolo l’ (all’una), invece con mezzogiorno e mezzanotte non usiamo l’articolo (a mezzogiorno, a mezzanotte). Con le ore possiamo anche usare la preposizione per quando abbiamo un orario, ma è approssimativo, quindi vogliamo dire “circa”. Per esempio: Ci vediamo per le 17:00. In questo caso sto dicendo che ci vediamo più o meno alle 17:00, possono essere anche le 17:15. Quindi abbiamo un orario indicativo, ma potrebbe essere qualche minuto dopo. Per finire, quando vogliamo indicare dopo quanto tempo inizia un’azione, quindi il momento preciso in cui inizia nel futuro, useremo tra o fra. Per esempio: Ci vediamo tra due ore. Arrivo tra 10 minuti. Tra mezz’ora sono lì. ⚠️Attenzione: un errore molto comune è usare la preposizione IN al posto di TRA. Quindi dire “ci vediamo in cinque minuti” invece di “ci vediamo tra cinque minuti”. Vediamo perché è sbagliato. La preposizione in viene usata in italiano con un tempo per indicare la quantità di tempo necessaria per completare un’attività. Per esempio: Ha riparato il computer in solo un’ora! È bravissimo. Dovrò preparare gli esami per l’università in due settimane, sarà impossibile! Quindi io qui uso in per specificare il tempo necessario per svolgere quelle attività, riparare il computer e studiare per gli esami, nel passato o nel futuro! Guardiamo anche questo esempio: Leggerò il libro tra una settimana. Leggerò il libro in una settimana. Nella prima frase, con tra, dico che inizierò a fare questa attività tra una settimana a partire da adesso. Quindi e oggi è lunedì, lunedì prossimo inizierò a leggere il libro. Invece, se uso in, intendo dire che il tempo necessario per leggere il libro è una settimana, ma non sto dando nessuna informazione su quando lo farò! L’inizio e la fine di un’azione Passiamo al secondo gruppo e parliamo di inizio e fine di un’azione. Quando indichiamo l’inizio e la fine di un’azione abbiamo due opzioni e anche qui la differenza la fa la precisione. Se voglio dire precisamente il momento in cui inizia un’azione e quello in cui finisce userà DA per dire quando inizia e A per dire quando finisce, ovviamente con gli articoli corrispondenti, per esempio: Lavoro tutte le settimane dal lunedì al venerdì. L’ufficio è aperto dalle 9:00 alle 18:00. Se invece voglio indicare un periodo durante il quale si svolge l’azione, quindi non precisamente l’inizio e la fine, ma qualcosa che succede in mezzo, tra i due momenti che ho scelto, allora userò tra per l’inizio e e per indicare la fine, ti faccio qualche esempio: Ci vediamo tra lunedì e mercoledì, ti faccio sapere perché non so ancora quando sarò libero (quindi un giorno che può essere lunedì, martedì o mercoledì, non prima e non dopo). Andrò a Milano tra Natale e Capodanno (quindi nel periodo in mezzo a queste due feste). La quantità di tempo Passiamo all’ultimo gruppo! Fai molta attenzione a questo gruppo perché useremo sempre le stesse preposizioni, cioè da e per, ma il modo in cui le usiamo è molto diverso, perché vogliamo sottolineare la durata, non l’inizio e la fine. Come sempre, facciamo qualche esempio! Iniziamo da per: Abbiamo fatto una passeggiata per due ore. Andrò a correre per mezz’ora, vuoi venire? Qui l’attenzione non è sul momento di inizio e di fine, ma su quanto tempo durano queste azioni. Quindi la durata della passeggiata è stata due ore, la durata della corsa sarà mezz’ora, ma non sappiamo l’inizio e la fine. Solo la durata! Come vedi, possiamo usare per per indicare la durata di un’azione sia nel passato che nel futuro. Ora vediamo qualche esempio con da: Vivo in Italia da 20 anni. Mauro Rossi è il direttore di questa azienda da quarant’anni. Da è molto diversa perché ci dice sempre la durata di un’azione ma specificando l’inizio e poi aggiungendo che questa azione continua nel presente. Quindi se dico “vivo in Italia da 20 anni” significa che ho iniziato a vivere in Italia 20 anni fa, ma oggi vivo ancora in Italia quindi l’azione continua! Capito? ⚠️Attenzione: quando usiamo da in questo senso dobbiamo usare il presente! Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- 5 parole che devi conoscere in italiano
Anzi, insomma, mica, cioè e infatti, vediamo come usare queste parole molto comuni in italiano! Ciao e benvenuto/a in un nuovo articolo. Oggi parleremo di 5 parole molto usate nella lingua italiana che gli studenti tendono a non usare molto: mica, insomma, infatti, anzi e cioè. Le conosci? Oggi vedremo come si usano all’interno di una frase, ma anche da sole! Cominciamo subito. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Mica Mica significa essenzialmente non. È una parola che si usa principalmente nella lingua parlata per dare enfasi alla frase, oppure per fare una domanda retorica, cioè una frase di cui già so o immagino la risposta. Vediamo qualche esempio, così sarà molto più semplice capirlo: Non è facile imparare una lingua. Mica è facile imparare una lingua! Le due frasi hanno praticamente lo stesso significato, ma vengono pronunciate in modo molto diverso. La prima facile è neutra, sto esprimendo un’opinione in modo neutro. Nella seconda, invece, sto dicendo la stessa cosa, cioè che non è facile studiare una lingua, ma lo dico con molta enfasi, proprio perché voglio attirare l’attenzione di chi parla su quello che sto dicendo e, inoltre, sto esprimendo un giudizio, un parere personale. Volevo dirti che possiamo anche mettere il mica all’interno della frase, ma in quel caso dobbiamo aggiungere il non. Le due frasi hanno comunque lo stesso significato: Non è mica facile imparare una lingua! = Mica è facile imparare una lingua! Vediamo adesso una domanda retorica: Mica ti ha scritto di nuovo Paolo? Chi fa questa domanda probabilmente già sa la risposta o, se non la sa, si aspetta che la risposta sia no. Nel caso in cui la risposta fosse sì, sarebbe molto sorpreso o deluso, dipende chiaramente dal contesto. Adesso ti mostro un esempio preso dal dizionario di Lingopie! Inserendo la parola “mica” nel motore di ricerca, infatti, puoi vedere alcuni video dove è usata in contesto, in modo che per te sarà ancora più facile capirla! Vediamo un esempio! Mica è tutto vero! (https://lingopie.com/dictionary/italian-english/mica) = Non è tutto vero. La ragazza nel video usa la parola mica per sottolineare che è una cosa ovvia: non tutto quello che dicono i giornali è vero. Poteva dire anche “non è tutto vero”, ma la frase sarebbe stata più neutra e non avrebbe dato lo stesso effetto. Insomma Questa parola può essere usata o per indicare indecisione, come un sinonimo di più o meno, così e così. Ma può essere usata anche per riassumere tutto quello che è stato detto precedentemente. Facciamo qualche esempio! Aldo: Come stai? Giovanni: Insomma… Con questa risposta, si capisce che Giovanni non sta molto bene. In questo caso, la parola insomma può essere usata tranquillamente da sola perché il significato si capisce dal contesto. ⚠️Attenzione: puoi usare questa parola da sola quando rispondi a una domanda o in generale a quello che dice un’altra persona perché il significato della parola si capisce dal contesto. Se non c’è contesto è molto difficile dare un significato a questa parola da sola. Ecco un altro esempio! Persona 1: Dicono che il negozio stia vendendo moltissimo! Persona 2: E insomma… non tanto in realtà. Adesso vediamo un esempio di insomma utilizzato con il significato di riassumere, cioè per dire una lista lunga di cose in breve, con poche parole. Ho provato a spiegargli che non sono potuto andare alla sua festa perché non avevo la macchina, non avevo il passaggio, il luogo era troppo lontano… insomma, gli ho spiegato tutto, ma si è arrabbiato lo stesso! Ecco, in questa frase la parola insomma potrebbe essere sostituita con in breve oppure per dirlo in poche parole. Se ancora non ti è chiaro, ecco un altro esempio preso da un video in contesto su Lingopie! Insomma, il solito schema (https://lingopie.com/dictionary/italian-english/insomma) Un altro uso particolare della parola insomma è usarlo come esclamazione per esprimere rabbia e irritazione. Immagina per esempio una maestra alla scuola elementari che è arrabbiata perché tutti bambini parlano e fanno rumore invece di ascoltarla. Allora, lei può dire: Insomma, smettetela di parlare! Dovete seguire la lezione! Qui lei usa insomma come esclamazione per enfatizzare la sua rabbia. Infatti La parola infatti di solito si usa per confermare o sottolineare qualcosa che ho detto precedentemente. Spesso può essere usato anche per aggiungere un’informazione che conferma quello che ho detto. Ti faccio qualche esempio, così sarà tutto più semplice! Ho studiato molto, infatti ho passato l’esame! Maria ha passato giorni a organizzare la festa, infatti, quando Luca è entrato, è rimasto senza parole. Paolo ha lavorato sodo su questo progetto per settimane, infatti, è stato elogiato dal suo capo per la performance eccellente. In tutti e tre gli esempi abbiamo delle azioni che sono la conseguenza di quello che abbiamo detto prima. Io ho studiato molto, proprio per questo motivo ho superato l’esame. Luca è rimasto senza parole grazie al fatto che Maria ha passato giorni a preparare la festa. E, infine, Paolo è stato elogiato perché ha lavorato tanto. In tutte queste frasi la parola infatti serve a confermare o sottolineare che quello che è successo dopo è legato a quello che è successo prima! ⚠️Attenzione: puoi usare questa parola anche da sola, per confermare quello che ha detto una persona, un po’ come un rinforzo della parola sì. Persona A: È proprio bella questa festa! Persona B: Sì, infatti! Non ti ho convinto? Ecco un altro esempio in contesto! Infatti è un semplice controllo, se collaborate : proprio per questo motivo, se collaborate, questo è un semplice controllo (https://lingopie.com/dictionary/italian-english/infatti) Anzi Anzi è una parola che si solito si usa per dire esattamente il contrario di quello che abbiamo detto prima o una cosa un po’ diversa. Ma si può usare anche per correggere una frase che abbiamo appena detto. Anche in questo caso possiamo usarla da sola o per collegare due frasi. Vediamo qualche esempio! Non ho detto che non voglio venire, anzi! In questa frase usiamo anzi da solo per dire il contrario di quello che ho detto prima. Praticamente con la parola anzi sto dicendo che voglio venire assolutamente! Siamo stati bene, anzi, benissimo! Non sono stanca, anzi, sono piena di energia! Nella prima frase abbiamo una piccola correzione di quello che era stato detto prima. Anzi in questo caso significa “mi correggo”, proprio a sottolineare il fatto che “bene” è troppo poco, è meglio dire “benissimo”! Nella seconda frase, invece, abbiamo una frase che è il contrario di quella precedente, infatti essere pieni di energia è praticamente il contrario di essere stanchi. Ecco un altro interessantissimo esempio in un video! È uno che a Casale comanda tutto, anzi, non solo a Casale - In questa frase la ragazza usa anzi per aggiungere un’informazione leggermente diversa rispetto a quella che ha detto prima, proprio come per dire “ho fatto un errore, mi correggo”. (https://lingopie.com/dictionary/italian-english/anzi) Cioè Siamo arrivati all’ultima parola che vedremo oggi: cioè! Questa parola secondo me è interessantissima perché in italiano la usiamo molto e con significati diversi. Vediamo qualche esempio! Abbiamo visitato molti luoghi interessanti durante il viaggio, cioè praticamente abbiamo visto tutti i templi e tutti i musei della città! In questa frase la parola cioè serve a chiarire, dare un esempio di quali sono i luoghi interessanti del viaggio. Facciamo un altro esempio! Sto pensando di fare una festa, cioè non è proprio una festa, ma sto pensando di invitare tutti i miei amici del liceo per una rimpatriata. In quest’altra frase cioè è stato utilizzato non solo per chiarire, ma anche per modificare leggermente quello che abbiamo detto prima. Infatti, non è proprio una festa, ma qualcosa di più semplice, come una cena insieme per questa rimpatriata. Questa parola può essere usata anche da sola, per chiedere un chiarimento. Ecco un esempio in contesto per capire meglio in che modo può essere usata: - Però dobbiamo cambiare qualcosa. - Cioè? (https://lingopie.com/dictionary/italian-english/cio%C3%A8) Quando la donna dice cioè vuole chiedere una spiegazione, del tipo in che senso? Che vuoi dire? Cosa dovremmo cambiare? Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- I verbi riflessivi
Vediamo come funzionano i verbi riflessivi in italiano! Ciao a tutti e benvenuti in una nuovo articolo! Oggi parleremo dei verbi riflessivi. Questi verbi creano moltissimi problemi agli studenti, che spesso non sanno usarli in modo corretto. Ma non preoccuparti perché con il video di oggi li capirai e saprai usarli proprio come un vero italiano o una vera italiana! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Prima di tutto cerchiamo di capire qual è la differenza tra un verbo riflessivo e un verbo non riflessivo. Osserva queste due frasi Marco lava i piatti. Marco si lava. Nella prima frase vediamo che Marco lava un altro oggetto, cioè i piatti, mentre nella seconda frase Marco fa la stessa azione, ma su se stesso, cioè Marco lava se stesso. Benissimo! Se capisci questo hai capito i verbi riflessivi: in italiano usiamo i verbi riflessivi quando il soggetto fa un’azione su se stesso, cioè la persona che fa l’azione la fa su se stesso! Facciamo un altro esempio! La mamma sveglia Lucia per andare a scuola. La mamma si sveglia. Qual è il verbo riflessivo in queste due frasi? Si sveglia! Perché? Perché la mamma sveglia se stessa, mentre nella prima frase la mamma sveglia Lucia, quindi sveglia un’altra persona. Ottimo! Sono sicuro che adesso hai capito cosa sono i verbi riflessivi! Adesso andiamo a vedere com’è la loro coniugazione. Al presente è molto semplice, dobbiamo seguire le regole del presente indicativo regolare e aggiungere prima del verbo i pronomi riflessivi mi (io), ti (tu), si (lui/lei), ci (noi), vi (voi), si (loro). Facciamo un esempio, così sarà molto più semplice da capire. Facciamo il presente indicativo del verbo svegliarsi. Presente Io mi sveglio Tu ti svegli Lui/Lei si sveglia Noi ci svegliamo Voi vi svegliate Loro si svegliano Come vedi è molto semplice! Il verbo svegliare è al presente indicativo, non ci sono cambiamenti. Devi solo aggiungere le particelle prima del verbo e il gioco è fatto! Mi raccomando, le particelle vanno sempre prima del verbo! Il passato prossimo, invece, è un po’ diverso perché i verbi riflessivi vogliono sempre il verbo essere al passato! Sempre, non ci sono eccezioni. Questa regola, ovviamente, non vale solo per il passato prossimo, ma per tutti i tempi verbali composti, come trapassato prossimo, futuro anteriore, congiuntivo passato, ecc. Quindi fai molta attenzione perché quando hai un verbo riflessivo devi usare l’ausiliare essere. Questo significa, ovviamente, che il participio si comporterà come un aggettivo, e che quindi cambierà in genere e in numero in base al soggetto della frase. Facciamo qualche esempio, così sarà più facile per te da capire. Ieri Luca era stanchissimo, perciò si è svegliato tardi. In questa frase il soggetto è Luca, quindi è maschile e singolare. Per questo motivo, quando metteremo il verbo riflessivo al passato useremo il participio passato maschile, singolare, quindi svegliato. E se invece il soggetto è Maria? Ovviamente in questo caso non avremo svegliato, ma svegliata, perché il soggetto è femminile e singolare, quindi la frase sarà: Ieri Maria era stanchissima, perciò si è svegliata tardi. Cambiamo ancora il soggetto! Facciamo adesso la frase con entrambi, quindi sia con Maria sia con Luca. Ieri Maria e Luca erano stanchissimi, perciò si sono svegliati tardi. Come puoi vedere abbiamo usato svegliati, quindi il participio con la i, perché i soggetti sono due: quando abbiamo un soggetto maschile e uno femminile o comunque un gruppo misto in italiano usiamo sempre la forma maschie. Se invece il nostro soggetto è formato da due donne o da un gruppo di donne, allora potremo usare il femminile plurale. Quindi, per esempio, possiamo dire: Ieri Maria e Giovanna erano stanchissime, perciò si sono svegliate tardi. Ecco, in questo esempio i soggetti erano due ragazze, quindi abbiamo usato il participio plurale femminile. Adesso vogliamo rivedere tutta la coniugazione del verbo svegliarsi al passato prossimo? Passato prossimo Io mi sono svegliato/a Tu ti sei svegliato/a Lui/Lei si è svegliato/svegliata Noi ci siamo svegliati/e Voi vi siete svegliati/e Loro si sono svegliati/e Un ultimo punto importante da conoscere prima di finire la lezione di oggi è che a volte i verbi cambiano di significato quando diventano riflessivi. Un caso importante da conoscere è il verbo sentire. Quando questo verbo NON è riflessivo il suo significato è quello di ascoltare, usare le orecchie per l’udito. Un altro significato è anche quello di provare delle sensazioni come sentire caldo e freddo. Quando invece il verbo diventa riflessivo il significato cambia! Infatti, sentirsi si usa per chiedere o dire lo stato di salute fisica o mentale di una persona. Vediamo degli esempi: Ho sentito un rumore dalla cantina, andiamo a vedere! Sento molto caldo, apri la finestra per favore. - Come ti senti? - Mi sento meglio oggi, grazie! Mi sento molto triste oggi. Molto bene! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta! Se hai delle domande puoi mandarmi un messaggio nella sezione contatti del sito. Un abbraccio, Teacher Stefano
- I connettivi temporali
Vediamo come usare i connettivi temporali in italiano! Ciao e benvenuto/a in un nuovo articolo. Oggi parleremo di alcuni connettivi della lingua italiana che spesso creano problemi agli studenti come ormai, ora, finché, ecc.. Li conosci? Anche per te sono difficili da capire? Oggi li spiegheremo in modo semplice e chiaro. Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Ora vs Ormai Queste due parole hanno significati simili, ma con sfumature diverse. La parola ora rappresenta il momento attuale, quindi il momento in cui sto parlando. Per esempio: Vieni qui ora, per favore. Ora che vuoi fare? In entrambe le frasi ora indica il momento in cui sto parlando. Ricorda che ora è un sinonimo di adesso, sono la stessa cosa! Ormai indica una certa evoluzione o cambiamento nel tempo di un’azione e probabilmente adesso non può più cambiare. In altre parole, quando usiamo ormai oppure oramai, che hanno lo stesso significato, stiamo sottolineando il cambiamento che c’è stato indicando una condizione o una realtà che non può essere cambiata o che è inevitabile. Ecco qualche esempio: Ormai è troppo tardi per cambiare idea. In questa frase stiamo dicendo che abbiamo preso una decisione e non possiamo più cambiarla. Ormai abbiamo finito di preparare la cena. Abbiamo finito di preparare la cena e non possiamo più tornare indietro, quindi non possiamo cambiare quello che abbiamo cucinato. Adesso ti faccio una domanda: puoi sostituire ormai con ora? La risposta è sì, ma se usi ormai il significato è un po’ diverso perché sottolinei il fatto che non puoi cambiare la situazione e fai capire che sei un po’ triste per questo. Finché vs Finché non Questi due connettivi sono molto simili, ma hanno delle sfumature di significato diverse. Iniziamo con qualche esempio! Puoi giocare fuori finché c’è il sole. Continueremo a lavorare finché il progetto sarà pronto. La prima frase significa che puoi giocare se c’è il sole e per tutto il tempo in cui il sole ci sarà, quindi finché indica tutto il periodo in cui c’è il sole. Quando finisce questo periodo, quindi quando non c’è più il sole, non potrai più giocare. Nella seconda frase, invece, noi continueremo a lavorare tutto il tempo che serve per fare in modo che il progetto sia pronto. Qui, finché indica fino al momento in cui il progetto sarà pronto. Dopo questo momento, quindi quando il progetto sarà pronto, noi smetteremo di lavorare. Quindi possiamo dire che finché significa per tutto il tempo in cui oppure fino al momento in cui si verifica un evento. In entrambi i casi, questo evento si verifica, la mia azione finisce. ⚠️Attenzione 1: quando finché ha il significato di fino al momento in cui spesso aggiungiamo il NON e questo non cambia il significato della frase. In realtà però noi italiani quando usiamo finché nel senso di fino al momento in cui aggiungiamo anche il NON. Questo non non cambia il significato della frase, però lo usiamo lo stesso. Infatti, possiamo riscrivere la frase di prima: Continueremo a lavorare finché il progetto sarà pronto. Continueremo a lavorare finché il progetto NON sarà pronto. Queste due frasi sono uguali, ma l’uso di NON è più comune! ⚠️Attenzione 2: quando finché ha il significato di per tutto il tempo in cui il NON cambia drasticamente il significato della frase. Finché andavo all'università, ero felice → per tutto il tempo in cui andavo all’università ero felice, poi ho smesso di andarci e ho smesso di essere felice. Finché non andavo all'università, ero felice → per tutto il tempo in cui NON andavo all’università ero felice, poi ho iniziato l’università e ho smesso di essere felice. È chiaro? Ricorda anche che finché e finché non hanno due varianti molto comuni: Fino a quando Fino a quando non Finora e fino a ora Questi due connettivi sono molto interessanti perché in realtà non c’è una vera e propria differenza di significato, ma semplicemente quando uso finora parlo in modo più neutro, mentre con fino a ora metto più enfasi sul momento presente. In ogni caso, questi connettivi indicano un periodo di tempo che è iniziato nel passato ed è continuato in questo momento, il momento in cui sto parlando. Come sempre, ecco qualche esempio. Non ho ricevuto notizie da lui finora / fino a ora. Fino a ora / finora, tutto è andato secondo i piani. Fino a ora / Finora non avevi capito i connettivi temporali, ma adesso sono sicuro che li saprai usare benissimo. Come puoi vedere, in tutte le frasi posso usare entrambi i connettivi, quello che cambia è l’enfasi. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Prendere, prendersi e prendersela
Conosci i verbi prendere, prendersi e prendersela e i loro significati? Ciao a tutti e benvenuti in nuovo articolo! Oggi parleremo dei verbi prendere, prendersi e prendersela. Questi verbi possono sembrare simili, ma in realtà hanno significati diversi! Questo perché aggiungono dei pronomi che cambiano il significato originale del verbo e infatti si chiamano verbi pronominali. Sai cos’è un verbo pronominale? Leggendo questo articolo lo scoprirai! Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Prendere Il verbo prendere è molto comune in italiano e, in generale, significa afferrare qualcosa, ma può assumere anche il significato di ottenere o comprare qualcosa. Utilizziamo questo verbo anche con i mezzi pubblici, infatti in Italia noi prendiamo un bus, ma anche il taxi o la metro. Ad esempio: Prendere un libro: indica l’azione di afferrare un libro con le mani o, in alcuni casi, può essere usato con il significato di comprare un libro. Prendere una penna : indica l’azione di afferrare una penna con le mani. Prendere un cane: significa adottare o comprare un cane. Prendere la metro: utilizzare la metro per spostarsi. Prendersi Questo verbo non è altro che la forma riflessiva del verbo prendere, cioè indica che il soggetto fa l’azione su se stesso, quindi “prende per se stesso”. Di solito questo verbo è usato anche con il significato di assumersi una responsabilità, cioè affermare che la responsabilità per qualcosa è mia. Ovviamente, visto che si tratta di un verbo riflessivo, seguirà le regole dei verbi riflessivi, quindi il pronome si cambierà a seconda della persona, mentre al passato prossimo dovrai usare sempre il verbo essere come ausiliare Esempi: Mi prendo un bel caffè: prendo un caffè per me stesso. Ci siamo presi le nostre responsabilità. Luca si è preso una pausa dal lavoro, aveva bisogno di riposarsi un po '. ⚠️Attenzione: a volte il verbo “prendere” e “prendersi” sono intercambiabili. In italiano posso dire in entrambi i modi: Prendo un caffè e scendo. Mi prendo un caffè e scendo. Le due frasi sono entrambe accettate in italiano, ma dal punto di vista dell’uso la seconda è molto più comune o comunque è molto usata nell’italiano colloquiale per mettere più enfasi sul soggetto. Prendersela Questo verbo nasce dall’unione del verbo prendere + il pronome riflessivo si + il pronome oggetto diretto singolare e femminile la. Quando due pronomi si incontrano, il primo trasforma la -i in -e, per questo non abbiamo prendersila, ma prendersela. Vediamo la coniugazione di questo verbo: ⚠️Attenzione: al passato prossimo devi fare attenzione a due regole importanti! Il pronome la è un pronome oggetto diretto femminile singolare e non cambia mai nella coniugazione di questo verbo! Per questo motivo, il participio passato si adatta a questo pronome e sarà sempre femminile, per questo motivo, come puoi vedere dalla coniugazione, non abbiamo preso, ma presa. Al passato usiamo sempre il verbo essere come ausiliare perché prendersela è formato anche dal pronome si, che è un pronome riflessivo, quindi il verbo seguirà tutte le regole dei verbi riflessivi. Ma cosa significa prendersela? Il verbo prendersela significa arrabbiarsi o offendersi per qualcosa, Ecco qualche esempio! Non te la prendere! Marco sta scherzando, non voleva offenderti. Me la sono presa molto per come ha risposto Giovanna, è stata molto critica, poteva dire le cose in modo diverso e più gentile. ⚠️Attenzione: nota che se dopo il verbo prendersela vogliamo specificare il motivo per cui ci siamo arrabbiati, generalmente dobbiamo usare la preposizione per. Te la sei presa per quello che ha detto tua madre? Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- I pronomi doppi in italiano
Hai mai visto o sentito cose come me lo, glielo, ce ne, ecc? Questi si chiamano pronomi doppi e oggi capiremo come funzionano! Prima di tutto cerchiamo di capire quali sono i pronomi che si uniscono e soprattutto capire come si uniscono. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! I pronomi diretti e indiretti Cominciamo con un esempio: Regalo a mio padre questa borsa. Immaginiamo che io sto parlando con te, siamo in un negozio e abbiamo già parlato di questa borsa. In questo caso è inutile ripetere la parola borsa, quindi posso sostituirla con un pronome. Il pronome sarà diretto, perché tra il verbo regalare e “questa borsa” non c’è nessuna preposizione, quindi questa borsa è un oggetto diretto. Dato che è una parola femminile e singolare, useremo il pronome diretto la. Quindi posso dire: La regalo a mio padre. Se invece stiamo parlando di mio padre, quindi non voglio ripetere la parola “padre” più volte posso sostituirla con un pronome indiretto, perché tra il verbo regalare e io padre” c’è la preposizione a, grazie alla quale capiamo che si tratta di un oggetto indiretto. Per sostituire mio padre, quindi, dovrò usare un pronome di terza persona singolare maschile. In italiano questo pronome è gli, quindi avremo: Gli regalo questa borsa. Può anche succedere, però, che decidiamo di sostituire tutte e due le cose, quindi “mio padre” e “questa borsa”. Per esempio, se stiamo già parlando del fatto che voglio fare un regalo a mio padre e mentre parliamo ho visto la borsa che mi piace, non ho bisogno di ripetere di nuovo le due parole, posso usare dei pronomi che rendono la comunicazione molto più semplice e veloce! Gliela regalo! Ecco, quindi, che abbiamo unito i due pronomi, l’indiretto gli e il diretto la e abbiamo formato la parola gliela. I pronomi diretti che si combinano sono solo quattro e sono: Lo: oggetto maschile singolare. La: oggetto femminile singolare. Li: oggetto maschile plurale. Le: oggetto femminile plurale. A questi, possiamo aggiungere il nostro carissimo pronome ne, che funziona proprio come un pronome diretto quando parliamo di una quantità. Per quanto riguarda i pronomi indiretti, invece, possiamo usarli tutti, perché dipende dalla persona che dobbiamo sostituire! Ricordi i pronomi indiretti? Vediamo qui una tabella! Come si combinano i pronomi? Per unire questi pronomi devi imparare solo due regole: Tutti i pronomi, tranne quelli di terza persona, modificano la -i in -e, quindi non avrai mi lo o ti la, ma me lo o te la. Per queste persone, i pronomi sono sempre separati! Alla terza persona singolare e plurale usiamo sempre il pronome gli (anche per il femminile) e lo uniamo a quelli diretti attraverso la lettera e, quindi avremo gli+e+lo, la, le o li. A volte (principalmente nei verbi pronominali) possiamo combinare anche il pronome si riflessivo che comunque cambia la “i” in “e”. Ora vediamo qualche esempio con i pronomi doppi: Offriamo una cena a te volentieri → Te la offriamo volentieri. Do a Maria il libro → Glielo do. Manda la foto a me → Mandamela (nota in questo caso i pronomi attaccati e alla fine del verbo perché abbiamo un imperativo) A che ora se ne sono andati? (nota in questo caso l’uso dei pronomi doppi con un verbo pronominale) ⚠️Attenzione: il pronome ci può essere utilizzato anche con il significato di locativo, quindi sostituire un luogo di cui abbiamo già parlato prima. Spesso, quindi, quando vediamo la combinazione ce ne, il ci può sostituire un posto invece di a noi. Ad esempio. Hai preso i libri che ti ho chiesto? Sì, ma non tutti, ce ne sono alcuni sul tavolo. Benissimo! Abbiamo finito con la lezione di oggi. I pronomi doppi sono davvero molto frequenti in italiano quindi ti consiglio di memorizzarli. E come sempre se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Tutti gli usi di SI in italiano
Scopri tutti gli usi di SI in italiano! Ciao a tutti e benvenuti a una nuova lezione! Oggi parleremo della parola italiana si che può avere tantissimi significati in italiano, dipende da come si usa! Iniziamo subito! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Sì Prima di tutto la parola sì, quando ha l’accento, serve a confermare qualcosa, quindi praticamente è il contrario di no. Ad esempio: Ti piace questo film? Sì, mi piace! Questo sì serve per confermare che il film piace. Attenzione! Quando scriviamo questa parola, per far capire che stiamo usando il sì affermativo, dobbiamo scriverla con l’accento. Non cambia niente quando parli, ma quando scrivi è importante mettere questo accento perché in questo modo lo distingui dagli altri significati che stiamo per vedere insieme. Si riflessivo Sicuramente conosci verbi come svegliarsi, alzarsi, lavarsi, ecc. Questi verbi in italiano si chiamano verbi riflessivi, perché servono a descrivere un’azione che il soggetto fa su se stesso generalmente. Ti faccio un esempio: Luca sveglia Maria. Luca si sveglia. Nella prima frase Luca sveglia un’altra persona, cioè Maria. Nella seconda frase, invece, Luca sveglia se stesso, quindi il soggetto della frase, cioè Luca, svolge l’azione su se stesso. Per esprimere questo concetto, si usano dei verbi che sono chiamati riflessivi. Per far capire che un verbo è riflessivo, si aggiunge -si all’infinito. Quindi, per esempio dal verbo svegliare abbiamo svegliarsi, verbo riflessivo. Quando poi andiamo a coniugare questo verbo riflessivo, la particella si ritorna alla terza persona singolare e plurale. Vediamo tutto il verbo riflessivo svegliarsi. Io mi sveglio Tu ti svegli Lui/Lei si sveglia Noi ci svegliamo Voi vi svegliate Loro si svegliano Si reciproco Quando parliamo del si riflessivo dobbiamo fare attenzione a non confonderlo con il si reciproco. Anche in questo caso partiamo da un esempio: Andrea e Giovanna si amano. Che romantici! In questa frase non stiamo dicendo che Andrea e Giovanna amano se stessi (anche se teoricamente anche quello potrebbe essere il significato!), ma stiamo dicendo che Andrea ama Giovanna e Giovanna ama Andrea, quindi i due soggetti provano il sentimento uno nei confronti dell’altro. Anche per esprimere questa idea possiamo usare il si, che si definisce reciproco, cioè è un si che ci fa capire che Andrea e Giovanna si amano l'un l’altra e viceversa. I pronomi reciproci possono essere anche ci (ci amiamo) e vi (vi amate). Chiaramente sono solo plurali perché appunto l’azione e tra due persone! Si passivante Andiamo avanti perché gli usi di questa parola non sono finiti. In italiano, infatti, possiamo utilizzare il si anche per rendere un verbo passivo! Ti ricordi come si fa una frase passiva? Facciamo un esempio: Questo negozio vende i biglietti del concerto. I biglietti del concerto sono venduti da questo negozio. Queste frasi sono entrambe corrette, solo che una è attiva e l’altra è passiva. La prima è attiva perché abbiamo un soggetto, il negozio, che fa l’azione di vendere i biglietti. La seconda, invece, è passiva, perché il soggetto, cioè i biglietti del concerto, non fanno un’azione, ma la subiscono, la ricevono. In altre parole: l’azione è sempre la stessa, cioè vendere i biglietti, ma la costruzione della frase è diversa. La seconda frase è chiaramente quella passiva. Questa seconda frase, in italiano, può essere anche detta in un altro modo, cioè con il si passivante, che in realtà è molto più comune perché più facile da dire! I biglietti del concerto si vendono in questo negozio. Per trasformare la frase in passiva bisogna usare il si + il verbo alla terza persona singolare o plurale in base al soggetto. Qui diciamo si vendono perché biglietti è plurale. Vediamo un esempio con un soggetto singolare: In questa panetteria si vende un pane delizioso (in questa panetteria è venduto un pane delizioso) Qui usiamo si vende perché pane è singolare! Si impersonale Siamo arrivati all’ultimo uso possibile di questa particella: l’uso impersonale. Sai che significa quando una frase è impersonale? Significa che non c’è un soggetto preciso, ma che stiamo parlando in generale, senza riferirci a una persona precisa. Per esempio: Marco fa colazione con cornetto e cappuccino. In Italia si fa colazione con cornetto e cappuccino. Nella prima frase abbiamo un soggetto preciso: Marco. Nella seconda frase, invece, non abbiamo un soggetto preciso, stiamo parlando in generale, cioè stiamo dicendo che le persone, in generale, fanno colazione con cornetto e cappuccino. Questo si impersonale segue delle regole molto precise: Se dopo il si c’è un verbo e poi non c’è un oggetto, allora il verbo è alla III persona singolare. Per esempio: In Italia si mangia poco a colazione. Come puoi vedere, dopo il si abbiamo il verbo “mangiare” alla terza persona singolare. Non abbiamo un oggetto dopo “mangiare” Se invece abbiamo un oggetto, allora il verbo concorderà con questo oggetto. Facciamo sempre qualche esempio: In Italia il 24 dicembre si fa una cena a base di pesce. Su Youtube si trovano tantissimi video utili di Teacher Stefano. In entrambe le frasi abbiamo un oggetto dopo il verbo: nella prima frase l’oggetto è una cena, è singolare, quindi anche il verbo fare è singolare; nella seconda frase, invece, l’oggetto è tantissimi video, quindi è plurale, quindi il verbo sarà alla terza persona plurale. Può capitare che dopo il verbo non ci sia nè un oggetto nè un verbo, ma un aggettivo. In questo caso, l’aggettivo è sempre al plurale maschile. Facciamo anche qui un esempio: Se non si è attenti durante la lezione, sarà difficile fare i compiti a casa. Come puoi vedere, dopo il verbo essere c’è l’aggettivo attenti, che è al plurale. L’ultimo caso che voglio presentarti è quello del si impersonale + un verbo riflessivo. Il verbo, come sai, va sempre alla terza persona, può essere singolare o plurale. In questo modo ci sarebbero 2 si: quello del verbo riflessivo e quello impersonale. Per evitare questo, il si impersonale diventa ci. Ti faccio un esempio! Voglio dire che in Italia di solito le persone si svegliano presto la mattina per andare a lavoro. Prima di tutto devo usare il verbo svegliarsi, che è riflessivo. Dopo il verbo svegliarsi c’è un avverbio, quindi non un oggetto, quindi il verbo va alla terza persona singolare, cioè si sveglia. Adesso dovrei inserire il si impersonale, quindi la frase sarebbe: in Italia si si sveglia presto la mattina per andare a lavoro. Ma senti che suona malissimo? Per questo motivo usiamo il pronome ci al posto del si impersonale, quindi avremo: In Italia ci si sveglia presto la mattina per andare al lavoro. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- 5 programmi Netflix da guardare
Scopri questi programmi Netflix da guardare per migliorare in italiano! Ciao e benvenuti in un nuovo articolo! Oggi ti consiglierò 5 programmi Netflix da guardare ora per migliorare il tuo italiano. Per ogni programma ti dirò anche il livello e gli accenti che sentirai dagli attori. Questo è sicuramente molto importante per capire la difficoltà di un programma e scegliere quello più adatto a te! Iniziamo! Luna Park Livello: A2 Accenti: romano, neutro Trama: La serie, ambientata nel 1962, parte dalla scoperta del legame tra due sorelle separate alla nascita. Le due ragazze sono di estrazione sociale opposta: Nora, una cartomante di famiglia circense, e Rosa, nata in una famiglia benestante. Link trailer: Luna Park | Trailer Ufficiale | Netflix 7 donne e un mistero Livello: A2 Accenti: principalmente neutro Trama: Ambientato negli anni '30, questo film inizia con l'omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, durante la vigilia di Natale. Sette donne si ritrovano intrappolate in una villa, ognuna con un possibile movente per l'omicidio. La tensione sale mentre cercano di scoprire chi è il colpevole. È una commedia divertente e rilassata. Link trailer: 7 donne e un mistero trailer La legge di Lidia Poët Livello: B1 Accenti: piemontese, neutro Trama: Questa serie italiana è ispirata alla vera storia di Lidia Poët, la prima avvocata in Italia. Ambientata alla fine del XIX secolo, segue le lotte di Poët contro le convenzioni di genere e le battaglie legali per affermare il suo diritto di praticare la legge in un'epoca in cui le donne erano escluse da tale professione. Link trailer: La legge di Lidia Poët | Trailer ufficiale | Netflix Italia L’incredibile storia dell’Isola delle Rose Livello: B2 Accenti: bolognese, altro Trama: Basato su una storia vera, questo film narra le vicende di Giorgio Rosa, un ingegnere che nel 1968 costruisce una propria isola al largo di Rimini e la dichiara uno stato indipendente. La sua utopia attira l'attenzione globale e il governo italiano, portando a sfide e confronti con le autorità internazionali Link trailer: L'Incredibile storia dell'Isola Delle Rose | Trailer ufficiale | Netflix Incastrati Livello: C1 Accenti: siciliano, altro Trama: Creata dal duo comico Ficarra e Picone, questa serie di commedie segue le disavventure di due tecnici televisivi sfortunati a Palermo. Dopo essersi trovati casualmente sulla scena di un crimine, cercano di scappare ma i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che li porta addirittura a dover fare i conti con la mafia. Link trailer: Incastrati | Trailer ufficiale | Netflix Italia Allora, ti piacciono questi consigli? Quale guarderai? Fammelo sapere! Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- IMPERFETTO in Italian: everything you need to know (ero, facevo, andavo...)
Impara tutto quello che c'è da sapere sull'imperfetto in italiano! Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo! Oggi parleremo dell’imperfetto, un tempo verbale molto usato in italiano che a volte può creare delle difficoltà agli studenti! Nell'articolo di oggi ci concentreremo principalmente sulla coniugazione dell’imperfetto e sui suoi usi. Iniziamo subito! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! La coniugazione Coniugare un verbo all’imperfetto è davvero molto semplice! Normalmente quando abbiamo un verbo noi togliamo la desinenza dell’infinito e aggiungiamo quella del tempo in cui vogliamo coniugare il nostro verbo. Per esempio: Guardare → guard → guardo Per l’imperfetto, invece, non togliere tutta la desinenza dell’infinito ma solo -re. Poi aggiungi le desinenze dell’imperfetto. Per esempio: Guardare → guarda → guardavo Questo è molto conveniente, perché una volta che impari le desinenze dell’imperfetto, queste sono uguali per tutte le coniugazioni! Le desinenze sono: -vo -vi -va -vamo -vate -vano Ora vediamo la coniugazione di tre verbi all’imperfetto: Lavorare Io lavora-vo Tu lavora-vi Lui/Lei lavora-va Noi lavora-vamo Voi lavora-vate Loro lavora-vano Avere Io ave-vo Tu ave-vi Lui/Lei ave-va Noi ave-vamo Voi ave-vate Loro ave-vano Dormire Io dormi-vo Tu dormi-vi Lui/Lei dormi-va Noi dormi-vamo Voi dormi-vate Loro dormi-vano Facile no? Adesso voglio darti una bella notizia! Come sai in italiano esistono tantissimi verbi irregolari. Per questo motivo molti studenti pensano che sia una lingua difficile: per ogni tempo verbale ci sono tantissime eccezioni! Sarai felice di sapere che per l’imperfetto non è così! 🚨Gli unici verbi irregolari all’imperfetto sono essere, fare, dire e bere. Vediamo insieme la coniugazione! Essere Io ero Tu eri Lui/Lei era Noi eravamo Voi eravate Loro erano Fare Io facevo Tu facevi Lui/Lei faceva Noi facevamo Voi facevate Loro facevano Dire Io dicevo Tu dicevi Lui/Lei diceva Noi dicevamo Voi dicevate Loro dicevano Bere Io bevevo Tu bevevi Lui/Lei beveva Noi bevevamo Voi bevevate Loro bevevano E ora che sappiamo come coniugare l’imperfetto passiamo ai suoi usi! Gli usi L’imperfetto si usa principalmente in questi casi: Parlare di abitudini o azioni ricorrenti nel passato (da piccolo andavo in vacanza in Sicilia ogni anno) Fare descrizioni di persone o luoghi nel passato (l’hotel a Milano era sporco) Parlare di età o momenti della vita (quando avevo 6 anni, facevo nuoto) Fare una richiesta educata (volevo parlarti) Usiamo l’imperfetto anche quando abbiamo un’azione lunga interrotta da un’azione improvvisa. Per esempio: Mi ha chiamato mentre guidavo. In questo caso abbiamo due azioni. Io guidavo, quindi un’azione lunga e continua e improvvisamente qualcuno mi chiama, quindi interrompe l’azione che stavo svolgendo, cioè guidare. ⚠️Attenzione: Con la congiunzione mentre, al passato, di solito si usa sempre l’imperfetto, perché è una parola che ci fa capire che due azioni avvengono nello stesso momento. Per esempio: Mentre cenavo, guardavo un film. Questo esempio è simile a quello precedente perché abbiamo due azioni contemporanee e c’è il connettore mentre, ma c’è anche una piccola differenza. Nell’esempio di prima abbiamo un’azione che interrompe l’altra, invece in questo caso abbiamo solo due azioni che avvengono nello stesso momento e sono tutte e due continue! Ma la domanda ora è… quando usiamo l’imperfetto e quando il passato prossimo? Per rispondere a questa domanda ti consiglio di guardare questo video che ho pubblicato un po’ di tempo fa sul mio canale. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano












