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- 5 ESPRESSIONI che NON conoscevi con il verbo METTERE
Impara queste espressioni con il verbo mettere! Ciao e benvenuto/a in un nuova lezione. Oggi parleremo di un verbo italiano che può avere diversi significati, a seconda del contesto e della parola che lo accompagna. Il verbo mettere ! Infatti, con parole diverse il verbo mettere può cambiare molto il significato. Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Mettere in moto Mettere in moto significa “cominciare qualcosa” come per esempio un progetto o aprire un’azienda. Nel suo significato più letterale, invece, significa accendere , per esempio: Ho messo in moto un nuovo progetto lavorativo, spero che funzioni! In questo caso significa ho iniziato un nuovo progetto. Ho provato a mettere in moto la macchina, ma non è partita. In questo caso, invece, ha il significato letterale di accendere , quindi ho provato ad accendere la macchina, ma non ha funzionato. Generalmente “accendere” tutto quello che ha un motore, come la macchina, la moto, etc. Mettere piede Questa è un’espressione che si usa al posto di entrare. Vediamo un esempio. Appena metto piede in casa il mio cane inizia ad abbaiare. Mettere da parte Questa espressione significa conservare o accantonare. Facciamo qualche esempio: Ho messo da parte duemila euro per fare un viaggio a Natale, spero che bastino! In questo caso, mettere da parte significa conservare , quindi qui sta dicendo che ha conservato mille euro per fare un viaggio a Natale. Per risolvere i vostri problemi dovete mettere da parte le rivalità e iniziare a lavorare insieme. Qui, invece, mettere da parte significa accantonare , quindi smettere di pensare ai problemi per un po’ di tempo e lavorare insieme. Mettere zizzania La zizzania è una pianta che cresce nei campi coltivati e si confonde con i cereali buoni. Quando c’è la zizzania in un campo bisogna sempre toglierla, perché produce farina tossica, per questo motivo viene anche chiamata “erbaccia”, cioè erba cattiva. Da qui viene l’espressione mettere zizzania che significa proprio creare volontariamente ostilità tra le persone, cioè fare in modo che tra due persone nascano motivi per litigare o, in generale, stare male. Per esempio: Luca ha iniziato a raccontare delle voci false per ottenere una promozione a lavoro, ma alla fine ha solo messo zizzania tra i colleghi e non ha ottenuto niente. Questa frase significa che Luca ha solo fatto litigare i colleghi diffondendo voci false, ma non ha ottenuto la promozione che voleva. Mettere in chiaro Questo è un modo alternativo per dire chiarire o spiegare qualcosa. Ecco un esempio: Voglio mettere subito in chiaro che non tollero ritardi al lavoro! Qui, appunto, si sta dicendo che vuole subito spiegare a tutti che non tollera ritardi sul posto di lavoro. Mettere al mondo Di solito questa espressione si usa quando nasce un bambino, infatti significa proprio far nascere un bambino. Vediamo un esempio: Francesca ha messo al mondo il primo figlio quando aveva 20 anni. Mettere le mani avanti Se devi fare qualcosa ma hai paura che non vada bene, puoi avvisare che non sei bravo a fare quella cosa o che pensi che possa andare male prima ancora di farla. Bene, questo è proprio mettere le mani avanti, cioè fare in modo da prevenire critiche o conseguenze negative che possono generare da un eventuale fallimento. Vediamo un esempio: Possiamo organizzare una cena a casa mia ma, metto le mani avanti , non sono bravo a cucinare. Mettere in pratica Significa applicare quello che hai imparato nella teoria. Ad esempio, tu che studi italiano da tanto tempo sei pronto a mettere in pratica tutto quello che hai imparato parlando con un italiano? Cioè, sei pronto ad applicare tutte le regole che hai imparato fino ad oggi in una conversazione con un italiano? Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- 6 espressioni idiomatiche: A1 vs C1
Impara queste frasi idiomatiche in Italiano! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parleremo di alcune espressioni idiomatiche italiane che non sempre si trovano sui libri, ma che sono molto comuni tra gli italiani. Queste espressioni sono abbastanza avanzate e se le usi ti faranno sembrare un vero e proprio italiano! Vedremo anche la loro versione più semplice e letterale. Iniziamo! Avere culo Marco ha avuto troppo culo ! Ha vinto alla lotteria proprio il giorno in cui ha perso il lavoro. Qui usiamo “ha avuto culo” per dire che Marco è stato molto fortunato, infatti anche se ha perso il lavoro, comunque quel giorno ha vinto alla lotteria! La versione più letterale sarebbe avere fortuna , quindi: Marco ha avuto fortuna ! Ha vinto alla lotteria proprio il giorno in cui ha perso il lavoro. Possiamo trovare anche l’esclamazione che culo! per dire che fortuna! A scrocco Giovanni è sempre il primo a presentarsi alle feste, solo per mangiare a scrocco senza mai portare nulla. L’espressione “a scrocco” in realtà può essere usata in tutti i contesti in cui facciamo qualcosa senza pagare, perché “sfruttiamo” un’altra persona che pagherà al posto nostro. Ad esempio dormire a scrocco, fare le vacanze a scrocco , ecc. Esiste anche il verbo scroccare che ha praticamente lo stesso significato. Se tu vai a cena da un amico perché lui ti ha invitato non stai scroccando la cena ovviamente. Però se vai dal tuo amico a trovarlo per un caffè, ma poi, anche se il tuo amico non te lo ha chiesto, resti a cena e mangi con lui, allora stai scoccando. E una persona che scrocca spesso è uno scroccone o una scroccona . Non esiste proprio una versione più letterale di questa espressione perché il significato di “scroccare” è intrinseco nel verbo. Potremmo dire qualcosa come “approfittare di qualcuno per non pagare qualcosa”. Fare la scoperta dell’acqua calda Mario ha detto che per guadagnare di più dobbiamo vendere più prodotti. Ha fatto la scoperta dell’acqua calda . Usiamo questa espressione quando una persona dice una cosa così scontata, così ovvia, una cosa che sanno tutti! In questo caso è ovvio che vendendo più prodotti, guadagneremo di più! La versione letterale potrebbe essere: “Dire una cosa ovvia”, “essere ovvio”. Mario ha detto che per guadagnare di più dobbiamo vendere più prodotti. È ovvio ! Da morire Il nuovo libro mi è piaciuto da morire ! Non vedo l’ora di leggere il prossimo! In Italiano, usiamo da morire con il significato di tantissimo ! Possiamo usarlo in espressioni come “mi è piaciuto da morire”, “ho riso da morire”, “era buono da morire”. Quindi, la versione più letterale è semplicemente tantissimo : Il nuovo libro mi è piaciuto tantissimo ! Non vedo l’ora di leggere il prossimo! Una cagata pazzesca Tutti dicono che questo film è bellissimo, ma secondo me è una cagata pazzesca . Si usa quando vogliamo dire che una cosa è assurda , di bassa qualità o stupida per noi. In questo caso, vogliamo dire che il film è di bassa qualità. Ma se per esempio un nostro amico vuole chiedere alla sua ragazza di sposarlo e decide di organizzare la proposta di matrimonio al McDonald’s, che forse non è il posto migliore per farlo, possiamo dirgli che per noi quella cosa è una cagata pazzesca, quindi una cosa stupida , assurda ! Fatto con i piedi (o col culo) La traduzione del libro è fatta con i piedi (col culo). Si perde completamente l’intento originario dell’autrice! Usiamo questa espressione per criticare un lavoro o in generale qualcosa che è stato fatto in modo sbagliato, superficiale, con molti errori, senza impegnarsi troppo. Benissimo! Se questa lezione ti è piaciuta e ti piacerebbe studiare con un intero corso dove ti insegno più di 180 frasi idiomatiche allora clicca sull’immagine qui sotto! Noi italiani usiamo davvero sempre queste espressioni e se le userai anche tu, tutti ti faranno i complimenti! Clicca qui sotto ⬇️ Se invece hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- CONGIUNTIVO o INDICATIVO (sia vs è): impara i verbi italiani con una lezione interattiva
Congiuntivo (sia) o indicativo (è)? Scoprilo con questa lezione di italiano interattiva! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Esercizio Prova a fare questo esercizio e poi scorri per leggere la spiegazione. Secondo me, i corsi di Teacher Stefano ____ (essere) molto utili. Credo che l'esame che abbiamo fatto oggi _____ (essere) difficile. Spero che tu ____ (potere) venire alla mia festa sabato prossimo. Anche se non ____ (sentirsi, io, passato) bene, ho partecipato alla riunione. È giusto che ognuno ____ (avere) le stesse opportunità. Spiegazione Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parliamo degli usi del congiuntivo. Spesso molti studenti non capiscono quando devono usare il congiuntivo nelle frasi e quando no, quindi in questo articolo lo vedremo partendo dall’esercizio che hai svolto! Iniziamo! Soluzione dell’esercizio Iniziamo dalla prima frase. Secondo me, i corsi di Teacher Stefano sono (essere) molto utili. Qui non ci sono dubbi! Non usiamo il congiuntivo perchè secondo me non è un verbo e il congiuntivo deve sempre dipendere da un verbo all’indicativo quando vogliamo esprimere un’opinione. Con le espressioni come secondo me, per me, dal mio punto di vista , il congiuntivo non si usa perché, anche se stiamo esprimendo un’opinione, non abbiamo un verbo principale, quindi useremo l’indicativo ! Vediamo, invece, la seconda frase: Credo che l'esame che abbiamo fatto oggi sia stato (essere) difficile. Qui, come vedi, abbiamo un verbo principale, cioè credo e poi un altro verbo, cioè essere che andrà al congiuntivo passato, quindi sia stato . Quindi, per riassumere: quando vogliamo esprimere la nostra opinione su qualcosa possiamo usare il congiuntivo quando abbiamo due verbi, uno che serve a far capire che sto esprimendo un’opinione, come per esempio credo, penso, ritengo , ecc. e uno che serve a esprimere l’opinione vera e propria. Questo secondo verbo, che chiamiamo verbo dipendente, è al congiuntivo! Se non uso un verbo, ma un’espressione come secondo me, per me , ecc, allora la mia opinione sarà all’indicativo. Andiamo avanti! Spero che tu possa (potere) venire alla mia festa sabato prossimo. Qui la regola è la stessa che abbiamo visto prima! Io spero che tu possa: abbiamo due verbi e due soggetti diversi. Il primo verbo esprime speranza , quindi dopo userò il congiuntivo. In generale, quindi, usiamo il congiuntivo con i verbi di opinione, di speranza, di dubbio, di desiderio, di paura . Quando, invece, abbiamo un’espressione senza verbo come secondo me , usiamo l’indicativo. Abbiamo visto degli esempi con verbi che esprimono un’opinione e una speranza. Vediamo altri esempi utili: PAURA : Ho paura che domani piova e tu non riesca ad andare a Sorrento. DUBBIO: Dubito che Maria arrivi al colloquio in tempo. DESIDERIO : Vorrei che tu iniziassi a mangiare in modo più sano. ⚠️Attenzione : con il condizionale (vorrei) usiamo il congiuntivo imperfetto ! Andiamo avanti con l’esercizio! Anche se non mi sono sentito/a / sentivo (sentirsi, io, passato) bene, ho partecipato alla riunione. Qui, come vedi, usiamo l’indicativo! Questa è una frase concessiva, cioè una frase in cui quello che succede è inaspettato. Infatti, io non mi sento bene, quindi la conseguenza naturale sarebbe che io non partecipo alla riunione. Invece, partecipo comunque, quindi è una conseguenza inattesa. Queste frasi si chiamano concessive e possono essere introdotte in diverso modo, tra cui il più comune anche se . Ricorda che anche se richiede nella maggior parte dei casi l’indicativo! Ma ci sono altri connettivi conessivi molto comuni come nonostante , benché o sebbene . Infatti, possiamo riscrivere la frase di prima così: Nonostante non mi sentissi (sentirsi, io, passato) bene, ho partecipato alla riunione. Il significato è esattamente lo stesso, ma dobbiamo usare il congiuntivo ! Finiamo con l’ultima frase di oggi: È giusto che ognuno abbia (avere) le stesse opportunità. Qui dobbiamo usare il congiuntivo perché con tutte le espressioni impersonali formate da essere + un aggettivo, si usa il congiuntivo! Un’espressione impersonale è una frase senza soggetto, sempre alla terza persona singolare. Infatti, se dico è giusto , non c’è davvero una persona, ma è un’affermazione generale. Altri esempi possono essere: È facile/difficile che È possibile/impossibile che È probabile/improbabile che È meglio/peggio che È inutile che Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Grandi Aziende Italiane: Luxottica
Ciao e benvenuti al quarto episodio della nuova serie Grandi Aziende Italiane! Una serie in cui vi parlerò di grandi aziende italiane conosciute in tutto il mondo. In questo episodio vi parlerò della Luxottica. Buon ascolto! Supporta il mio lavoro e scarica la trascrizione qui sotto! Iscriviti alla newsletter Un abbraccio, Teacher Stefano
- Grandi Aziende Italiane: Gucci
Ciao e benvenuti al quarto episodio della nuova serie Grandi Aziende Italiane! Una serie in cui vi parlerò di grandi aziende italiane conosciute in tutto il mondo. In questo episodio vi parlerò di Gucci. Buon ascolto! Supporta il mio lavoro e scarica la trascrizione qui sotto! Iscriviti alla newsletter Un abbraccio, Teacher Stefano
- Conversazione in Italiano: Miguel dalla Spagna 🇪🇸
Ciao e benvenuti al primo episodio della nuova serie Conversazione in Italiano! In questa nuova serie intervisteremo persone che hanno studiato e studiano l'italiano e oggi iniziamo con Miguel, un ragazzo dalla Spagna. Buon ascolto! Supporta il mio lavoro e scarica la trascrizione qui sotto! Iscriviti alla newsletter Un abbraccio, Teacher Stefano
- Conversazione in Italiano: Mary dagli Stati Uniti 🇺🇸
Ciao e benvenuti al terzo episodio della nuova serie Conversazione in Italiano! In questa nuova serie intervisteremo persone che hanno studiato e studiano l'italiano e oggi parleremo con Mary, una ragazza che viene dagli Stati Uniti. Buon ascolto! Supporta il mio lavoro e scarica la trascrizione qui sotto! Iscriviti alla newsletter Un abbraccio, Teacher Stefano
- Verbi pronominali con CI e NE
Scopri questi verbi pronominali con CI e NE in Italiano! In italiano esiste una categoria di verbi chiamati verbi pronominali . Questa categoria di verbi è formata dall’unione di un verbo e uno o due pronomi . Questi pronomi non hanno un significato proprio, non si riferiscono a qualcosa in particolare, ma servono solo a cambiare il significato originale del verbo. Questo significa che il verbo pronominale ha un significato diverso rispetto allo stesso verbo senza il pronome. In questo articolo vedremo l’uso di 5 verbi pronominali molto comuni con i pronomi ci e ne ! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Entrarci Questo verbo può avere 2 significati: Il primo significato è entrare fisicamente in un posto (come una borsa, valigia, scatola, stanza) perché c’è spazio a sufficienza. Il mio bagnoschiuma c’entra nella tua valigia? La mia è pienissima! Significato: nella tua valigia c’è abbastanza spazio per il mio bagnoschiuma? Il secondo significato è avere a che fare con qualcosa , avere una relazione , un coinvolgimento con quello di cui stiamo parlando. Sono molto nervoso per quello che è successo ieri al lavoro, ma tu non c’entri niente, non sono arrabbiato con te. Significato: Sono molto deluso per quello che è successo ieri, non è colpa tua se mi sento così, tu non hai niente a che fare con quello che è successo ieri. Arrivarci Questo verbo secondo me è super interessante! Arrivare unito al pronome ci ha un significato letterale e un significato più metaforico! Vediamo qualche esempio! Come ci arrivi a casa di Marco? Significato: in che modo arrivi in quel posto, lì, cioè a casa di Marco? Questo è il significato letterale. Ho provato più volte a studiare il congiuntivo in italiano, ma non ci arrivo proprio! È troppo difficile! Significato: Ho provato più volte a studiare il congiuntivo italiano, ma non lo capisco proprio! È troppo difficile! Provarci Questo è un verbo che viene usato in due modi: Quando vogliamo dire provare a fare qualcosa. In questo caso, semplicemente ci sostituisce la cosa che dobbiamo provare a fare, ma il verbo mantiene il suo significato originario. Quando una persona ha un approccio con un’altra. Di solito si tratta di un approccio di tipo sentimentale, un flirt, un corteggiamento. Lo usiamo sempre con la preposizione con . Esempi : A) L’università di ingegneria è difficile ma ci proverò ! Significato: anche se l’università di ingegneria è difficile io proverò a fare l’università comunque quindi ci sostituisce semplicemente “a fare l’università di ingegneria”. Marco ci ha provato con me tutta la sera! Significato: Marco ha flirtato tutta la sera con me. Benissimo! Adesso vediamo due verbi con il pronome ne ! Valerne la pena Oltre ad avere il verbo pronominale valerne (che da solo non si usa spesso), abbiamo anche la parola pena e insieme ecco una vera e propria espressione. In italiano si usa per dire che la cosa che voglio ottenere è molto più importante del sacrificio che faccio per ottenerla . Di solito questo verbo si usa alla terza persona singolare. Esempi: Studiare l’italiano è faticoso, ma ne vale la pena quando poi inizi a parlarlo! Significato: anche se studiare italiano è molto faticoso, quando inizi a parlarlo è bellissimo, quindi per me il risultato è più importante del sacrificio che ho fatto. Ne è valsa la pena fare un viaggio di 6 ore per vedere un concerto? Significato: sto chiedendo a una persona se il concerto che ha visto era davvero così importante al punto di fare un viaggio di 6 ore. Chiaramente se faccio questa domanda significa che non sono d’accordo con quello che ha fatto! ⚠️Attenzione : “valsa” è il participio passato del verbo valere e si usa al femminile perché concorda con la parola pena. Non poterne più Usiamo questo verbo per dire che siamo molto stanchi di qualcosa o di qualcuno e vogliamo cambiare la situazione. Non ne posso più di questo caldo! Significa che sono molto stanco di questo caldo. ⚠️Attenzione : dopo questo verbo si usa sempre la preposizione di, semplice o articolata. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- LI o GLI: Impara i pronomi italiani
LI o GLI? Pronome oggetto diretto o indiretto? Scoprilo nell'articolo di oggi! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parleremo di due pronomi che creano tantissimi problemi agli studenti di italiano: li o gli . Questi pronomi sono molto simili dal punto di vista del suono, per questo gli studenti li confondono spesso, ma hanno un significato molto diverso. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Prima di iniziare, prova a fare questo esercizio e poi leggi la spiegazione! Ho comprato i regali e ____ ho messi sotto l'albero di Natale. Ho chiamato il direttore dell’azienda e _____ ho proposto le mie idee. Ho visto i miei genitori a cena e ____ ho raccontato del nostro weekend. Li vs Gli Prima di tutto, che cosa sono li e gli ? Sono pronomi! Li è un pronome oggetto diretto maschile plurale invece gli è un pronome oggetto indiretto maschile singolare e plurale. Vediamo queste tabelle per ripetere i pronomi: Pronomi oggetto diretto Pronomi oggetto indiretto Mi Ti Lo/La Ci Vi Li /Le Mi Ti Gli/Le Ci Vi Gli (loro) Oggi ci concentriamo sulle differenze tra li e gli però, chiaramente, le regole grammaticali che studieremo si applicano anche agli altri pronomi. Vediamo la differenza tra questi due pronomi partendo dall’esercizio che hai svolto! Soluzione dell’esercizio Com’è andato l’esercizio? Hai scelto i pronomi giusti? Adesso cerchiamo di capire la regola, così non farai più errori. Iniziamo dalla prima frase. Ho comprato i regali e li ho messi sotto l'albero di Natale. Il verbo mettere è transitivo, cioè vuole un oggetto diretto. Se io dico “ho messo sotto l’albero” mi viene naturale chiedere “che cosa?” Ovviamente i regali! Il pronome li , quindi, viene usato per sostituire un oggetto plurale e maschile, come in questo caso “dei regali” e va sempre messo quando dopo c’è un verbo transitivo, cioè un verbo che vuole un oggetto diretto. Ti faccio un altro esempio per capire meglio che cos’è un oggetto diretto: Se io dico “ho visto” la prima cosa che ti viene spontaneo mettere dopo è un oggetto. La domanda naturale, infatti, è “che cosa?” , cioè “che cosa ho visto?”. Può essere una persona, un film, un video, quello che vuoi! Ma è una cosa che risponde alla domanda “che cosa?”. Bene, se questo oggetto è plurale, allora andrò a sostituirlo con il pronome li . Inoltre, ricorda che l’oggetto diretto non ha mai una preposizione davanti, infatti sostituiamo i regali . Quindi, li sostituisce “ i regal i” nella frase “ho messo i regali sotto l’albero di Natale”. Per non ripetere la parola regali la sostituisco con il pronome diretto maschile plurale , cioè li ! Bene, passiamo adesso alla seconda frase. Ho chiamato il direttore dell’azienda e gli ho proposto le mie idee. Qui il pronome cambia! Proviamo a togliere il pronome e inserire la parola che sostituisce, avremo: Ho chiamato il direttore dell’azienda e ho proposto al direttore dell’azienda le mie idee. Come vedi, tra il verbo e la parola direttore c’è la preposizione a + l’articolo il. In generale, quando tra il verbo e l’oggetto c’è la preposizione a abbiamo un oggetto indiretto, cioè praticamente una parola che si lega al verbo grazie alla preposizione a . Bene, in questo caso non possiamo utilizzare li , perché è un pronome diretto, ma dobbiamo utilizzare gli , che è il pronome indiretto che usiamo per la terza persona maschile, cioè sostituisce un oggetto indiretto maschile singolare, che in questo caso è il direttore dell’azienda, quindi la persona a cui è diretta l’azione. Adesso vediamo l’ultima frase! Ho visto i miei genitori a cena e gli ho raccontato del nostro weekend. Anche in questo caso usiamo il pronome indiretto gli ! Vediamo anche qui come sarebbe la frase senza il pronome. Ho visto i miei genitori a cena e ho raccontato ai miei genitori il nostro weekend. Come vedi, anche qui compare la preposizione a , quindi anche qui abbiamo un oggetto indiretto, che dobbiamo sostituire con un pronome indiretto. Scegliamo gli perché è anche il pronome indiretto per la terza persona plurale, quindi può sostituire qualsiasi oggetto indiretto plurale. In realtà abbiamo anche un pronome oggetto indiretto maschile plurale, che è loro , ma segue delle regole particolari, infatti, deve essere posizionato dopo il verbo, anziché prima! Quindi la frase sarebbe: Ho visto i miei genitori a cena e ho raccontato loro il nostro weekend. Questa frase è corretta, ma può risultare un po’ formale, infatti nell’italiano parlato, generalmente usiamo semplicemente gli . Nota di pronuncia ⚠️Attenzione : Adesso, facciamo un po’ di attenzione alla pronuncia! Come ti ho detto, questi pronomi sembrano simili, ma in realtà sono molto diversi. Ascolta bene e, se vuoi, ripeti ad alta voce! Li come in Ali, Lima, Lisa Gli come in aglio o maglione Bene! Spero davvero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Io trovo questo argomento super interessante, spero che sia lo stesso per te. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- Come usare NE in Italiano: Guida Completa!
Come si usa NE in italiano? Scoprilo in questa lezione! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parleremo della famosa particella ne in italiano. Che significa? Come si usa? Vediamolo insieme! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! La prima cosa che devo dirti è che ne è un pronome, cioè sostituisce una parola e una frase per non ripeterla. Praticamente segue le stesse regole dei pronomi diretti, quindi lo , la , li , le , ma ha un significato un po’ diverso. Cerchiamo di capirlo con qualche esempio. Ne partitivo Osserva queste due frasi e cerca di capire la differenza: Sono andato a mangiare una pizza con Benedetta e l’ho mangiata tutta. Sono andato a mangiare una pizza con Benedetta e ne ho mangiata metà perché non avevo molta fame. Qual è la differenza tra queste due frasi? Nella prima io dico l’ho mangiata, quindi uso il pronome diretto la per dire che ho mangiato tutta la pizza, la pizza intera! Nella seconda frase, invece, non ho mangiato tutta la pizza, ma solo una parte, per questo motivo uso il pronome ne che ha funzione partitiva, cioè serve per sostituire una parola, dicendo che però ho preso solo una parte di quella cosa, non tutto. Cerchiamo di capire meglio come funziona questo partitivo! Il partitivo serve ad esprimere una parte di qualcosa o una parte non precisa di qualcosa. Per esempio: Quanti amici hai invitato alla festa? Ne ho invitati 10! Qui il ne indica una parte tra tanti, cioè tra tutti gli amici che ho ne ho invitati 10, una parte! Qui ti voglio dare un piccolo consiglio: generalmente quando in italiano abbiamo un numero dopo un verbo transitivo usiamo sempre il pronome ne! Ho registrato delle lezioni fantastiche per i miei corsi e te ne voglio far vedere un estratto. Qui non ti ho detto precisamente quante lezioni ho registrato, sono stato molto generico, infatti ho usato il partitivo “delle” per dire alcune, senza essere troppo preciso, quindi dopo l’ho sostituito con ne. Bene, mi raccomando, facciamo attenzione: quando NE sostituisce una quantità e lo usiamo con un participio passato in una frase, non dimenticare di cambiare il participio passato in base al genere e numero dell’oggetto sostituito! Quante bottiglie di vino hai comprato? Ne ho comprat e molte! Come vedi, ho usato il participio nella forma femminile plurale, cioè comprat e perché ne sostituisce la parola bottiglie, quindi devo usare lo stesso genere e lo stesso numero. Ne al posto della preposizione di Un’altra funzione di ne, che porta molti studenti in confusione, è usarlo al posto di una parola o una frase che solitamente è introdotta dalla preposizione di . Ci sono dei verbi che vogliono sempre la preposizione di + un nome o un verbo! Per esempio: Pensare di Sapere di Parlare di Avere bisogno/voglia/il coraggio di Accorgersi di Discutere di Essere sicuro di Dubitare di Bene, quando sostituiamo l’oggetto, quindi il nome o il verbo che c’è dopo questi verbi, dobbiamo farlo con il pronome ne . Come sempre, facciamo qualche esempio! Io vorrei un gelato, tu ne hai voglia? Qui ne sostituisce di un gelato . Stavo pensando di cambiare lavoro, ma non ne sono sicuro. Qui ne sostituisce di cambiare lavoro. Quindi, in generale, possiamo dire che usiamo il ne per sostituire qualsiasi frase o parola che è introdotta da di. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- I tempi del passato in italiano
Passato prossimo, imperfetto, trapassato prossimo e passato remoto, impara i tempi del passato in italiano! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi voglio provare con te a fare una ripetizione di tutti i tempi del passato del modo indicativo in italiano. Ma quanti tempi passati ci sono? Come si usano? Vediamolo insieme! La prima cosa che devi sapere quando parliamo di verbi italiani è che per ogni tempo esiste una forma semplice e una forma composta. Praticamente quando impari un tempo verbale tieni sempre presente che esiste un altro tempo corrispondente, formato dal verbo essere o avere + participio passato. Questo secondo tempo è proprio quello composto. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Passato prossimo Il presente è il primo tempo che si impara quando si studia l’italiano, ma è molto importante anche per parlare del passato perché, in realtà, il passato prossimo si forma proprio partendo dal presente dei verbi essere e avere + il participio passato del verbo che ci interessa. Facciamo una piccola ripetizione del participio passato, perché è importantissimo per formare tutti i tempi del passato. Per formare il participio passato, partiamo dall’infinito e togliamo la parte finale, quindi -are, -ere o -ire. Una volta tolta questa parte, aggiungiamo -ato, -uto e -ito, in questo modo Ovviamente, ci sono alcuni verbi irregolari che hanno un participio particolare, ma li puoi trovare facilmente su internet o su un qualsiasi libro di grammatica. Verbo essere o verbo avere? Bene! Quindi per formare il passato prossimo devo prendere il presente di essere o avere e aggiungere questo participio passato. Ricordi il presente dei verbi essere e avere? Dai ripetiamoli insieme? Benissimo! Per formare il passato prossimo, quindi, non devi fare altro che unire il presente di essere o avere con il participio passato del verbo. Vediamo qualche esempio! Ieri sono andato al cinema con Valeria. Oggi ho finito di lavorare molto tardi, sono stanchissimo. Stamattina mi sono svegliato alle 8:00. Ho visto un film molto interessante. Adesso, ricordi quando uso essere e quando uso avere al passato? ⚠️Attenzione: Questa è una regola che vale per il passato prossimo, ma anche per tutti i tempi composti del passato. Generalmente usiamo essere con la maggior parte dei verbi ma ci sono alcune categorie di verbi che richiedono essere. Vediamole insieme: Verbi di movimento Verbi di non movimento Verbi di cambiamento Verbi riflessivi Verbo essere Facciamo qualche esempio: Ieri sono andato al cinema. Sono andato è un verbo di movimento, nel senso che indica un movimento da un punto a un altro, quindi da casa mia al cinema. Ieri sono stato a casa tutto il giorno, ero stanco. Questo è esattamente il caso contrario, cioè non sono andato da nessuna parte, sono stato a casa, non ho fatto nessun movimento da un punto a un altro. Quest’anno sono diventato insegnante! Sono diventato è un verbo di cambiamento, cioè mi permette di capire che c’è stato un cambiamento, prima ero uno studente, adesso sono un insegnante. A che ora ti sei svegliato stamattina? Svegliarsi è un verbo riflessivo, come anche alzarsi, vestirsi, lavarsi, ecc. Tutti i verbi riflessivi vogliono essere al passato. Questa, per fortuna, è una regola senza eccezioni. Siamo stati a Roma lo scorso weekend. Qui stiamo usando il verbo essere al passato prossimo e come puoi osservare il participio passato è irregolare, stato. ⚠️Attenzione: A volte queste regole non funzionano perfettamente. Per esempio “camminare” che è chiaramente un verbo di movimento, richiede avere (ho camminato per molto tempo). Quindi fai attenzione! Imperfetto Adesso passiamo all’imperfetto! Questo è uno dei tempi verbali più semplice da studiare per gli studenti perché ha pochissimi verbi irregolari ed è praticamente sempre uguale! Per formarlo basta togliere -re dall’infinito del verbo e aggiungere le desinenze dell’imperfetto. Vediamo insieme un esempio per un verbo di ogni coniugazione! Come vedi, le desinenze sono praticamente uguali per tutte le coniugazioni! Bene, di questo tempo verbale, però, è importante ricordare la coniugazione del verbo essere, perché è irregolare ed è molto importante per creare il tempo verbale che vedremo subito dopo: il trapassato prossimo. Imperfetto di essere Io ero Tu eri Lui/Lei era Noi eravamo Voi eravate Loro erano Passato prossimo o imperfetto? Ma veniamo al problema più grande per gli studenti di italiano: quando si usa l’imperfetto e quando si usa il passato prossimo? In realtà possiamo dirlo con una regola molto semplice: il passato prossimo si usa quando abbiamo un’azione che inizia e finisce in un tempo preciso, mentre usiamo l’imperfetto quando è un’azione passata abituale o ricorrente. Facciamo un esempio! Da bambino andavo sempre a mangiare a casa di mia nonna. In questa frase capiamo che “andare a mangiare a casa di mia nonna” era un’azione abituale, ricorrente quando ero un bambino. Non è un’azione singola! Quindi usiamo l’imperfetto. Ho iniziato a studiare l’italiano 2 anni fa. Qui, invece, abbiamo un’indicazione di tempo molto precisa: 2 anni fa. È un momento preciso che ha un’inizio e una fine, quindi usiamo il passato prossimo. La differenza tra questi due tempi verbali crea molti problemi di solito perché ci sono alcune regole un po’ più particolari che non vedremo in questo video, ma che puoi trovare su altri articoli (come questo). Trapassato prossimo Passiamo adesso a un altro tempo verbale composto: il trapassato prossimo. Per spiegarti questo tempo verbale, in realtà, ti bastano due regole. È un tempo composto che si forma partendo dall’imperfetto, quindi praticamente si forma dall’imperfetto di essere o avere + il participio passato. Indica un’azione passata che avviene prima di un’altra azione passata. Facciamo qualche esempio pratico! Quando mi hai chiamato, avevo appena finito di guardare il film. Quale azione avviene prima? Hai chiamato o avevo finito di guardare il film? Qui io prima finisco di guardare il film e poi ricevo la chiamata. Le due azioni non avvengono contemporaneamente, ma finire avviene prima e per questo va al trapassato prossimo. Ieri sera non sono uscito perché avevo ricevuto una brutta notizia ed ero triste. In questa frase qual è l’azione che viene prima? Ricevere una brutta notizia! Prima ricevo la brutta notizia e poi non esco. Ecco perché usiamo il trapassato prossimo! Passato remoto Per concludere questa lezione vediamo un tempo verbale che probabilmente conosci solo se hai letto qualche romanzo in italiano: il passato remoto. Questo tempo verbale si usa poco nell’italiano parlato, tranne nelle regioni del Sud dove è un po’ più usato, ma in generale gli italiani preferiscono usare il passato prossimo al suo posto, perché il passato remoto è un po’ più complicato. Se, però, leggi un libro in italiano raccontato al passato, sicuramente troverai la maggior parte dei verbi al passato remoto! In generale, questo tempo verbale si usa per indicare un passato molto lontano rispetto a noi. La parola remoto, infatti, in italiano significa proprio lontano. Se racconti un fatto storico o una cosa che è successa molti anni fa (o comunque particolarmente lontana e distaccata da te), potresti usare il passato remoto! Bene, il problema di questo tempo verbale è che è un po’ complesso e ha moltissimi verbi irregolari. In generale, si forma cambiando la terminazione dell’infinito secondo questo modello: Per quanto riguarda i verbi essere e avere, purtroppo dobbiamo dire che sono completamente irregolari, quindi avremo: Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano
- I connettivi avanzati in italiano
Impara questi connettivi avanzati in italiano! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parliamo di connettivi, cioè parole che collegano due frasi. In alcuni casi possiamo usarli senza seguire particolari regole, cioè dobbiamo solo usarli con il significato corretto. In altri casi, ci sono delle regole precise da seguire sul tempo verbale richiesto dopo il connettivo. Nella lezione di oggi ci focalizziamo su connettivi più avanzati. Iniziamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Pur La prima parola di cui ti voglio parlare è pur. Questa parola può essere usata con il gerundio o con l’infinito e ha due significati diversi . Se usiamo pur con l’infinito significa con lo scopo di. Facciamo un esempio! Pur di ottenere quel lavoro, farei qualsiasi cosa. In questa frase sto dicendo che sono disposto a tutto con lo scopo di ottenere quel lavoro, non ho limiti, voglio ottenerlo a ogni costo. Per avere questo significato dobbiamo usare la parola pur + la preposizione di + il verbo all’infinito. Se al posto dell’infinito usiamo il gerundio, questa parola cambia completamente, infatti avrà il significato di anche se. Vediamo qualche esempio. Pur mangiando sano, non riesco a perdere peso. Pur avendo studiato molto, non ha superato l’esame. In queste due frasi possiamo sostituire Pur con anche se, ma ovviamente se facciamo questa sostituzione dovremmo mettere il verbo all’indicativo, quindi avremmo: Anche se mangio sano, non riesco a perdere peso. Anche se ha studiato molto, non ha superato l’esame. ⚠️Attenzione: come puoi vedere, il gerundio presente è sostituito con il presente indicativo, mentre il gerundio passato con il passato prossimo. Questo perché pur + gerundio presente indica una condizione nel presente, mentre pur + gerundio passato indica una condizione nel passato. Nonostante, sebbene, benché Altri 3 connettivi che possono essere usati con il significato di anche se sono nonostante, sebbene e benché, solo che questi connettivi vogliono sempre il congiuntivo. Riprendiamo l’esempio di prima! Anche se ha studiato molto, non ha superato l’esame. Pur avendo studiato molto, non ha superato l’esame Sebbene/Benché/Nonostante abbia studiato molto, non ha superato l’esame. Tutte e 3 le frasi hanno lo stesso significato, l’unica cosa che cambia è la grammatica! Anche se vuole l’indicativo, pur vuole il gerundio e sebbene, benché e nonostante vogliono il congiuntivo. Ripeto: il significato è lo stesso, cambia solo il tempo verbale che usiamo. Il connettivo nonostante può essere usato anche solo con un nome. Vediamo un altro esempio: Nonostante piovesse, sono andato a fare una passeggiata. Nonostante la pioggia, sono andato a fare una passeggiata Nella prima frase ho usato nonostante + un verbo al congiuntivo. Nella seconda frase ho detto la stessa cosa, ma ho usato nonostante + un nome. Questa cosa puoi farla solo con il connettivo nonostante, gli altri richiedono necessariamente un verbo! Anziché Anziché si usa con il significato di al posto di, piuttosto che o invece di. Di solito lo usiamo per esprimere una preferenza o un’alternativa rispetto a un’altra cosa. Vediamo un esempio: Anziché andare al cinema, preferisco restare a casa a leggere. Questo anziché lo usiamo con il significato di invece di andare al cinema, cioè praticamente sto dicendo che non ho voglia di andare al cinema, preferisco stare a casa a leggere. Bene! Come puoi vedere, anche questo connettivo vuole sempre un verbo all’infinito! Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano