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  • Guida completa su ESSERE e AVERE

    Ecco qui una guida completa su come utilizzare essere e avere in italiano! Ciao e benvenuti nella guida completa su ESSERE  e AVERE   in italiano! Non essere sicuri di quando usare l’uno o l’altro è normale per chi impara l’italiano, perché ci sono molte regole! Per questo abbiamo creato questa guida definitiva, che vi spiegherà tutto ciò che dovete sapere e che potrete consultare ogni volta che ne avrete bisogno!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! La guida ha argomenti che vanno da un livello principiante a un livello un po’ più avanzato, quindi se non hai ancora studiato alcuni argomenti, non preoccuparti! Potrai tornarci in futuro. Pronti? Iniziamo! Quando usiamo ESSERE o AVERE come ausiliari? Li usiamo per formare i verbi composti , quindi quei tempi formati da: soggetto + verbo ausiliare +  participio passato Ad esempio: Io ho avuto. Noi avevamo mangiato. Loro sono andati. Io sarei arrivato. In generale, possiamo dire che l’ausiliare   AVERE è più comune , ma alcuni verbi usano essere. Vediamo quali! Prima di iniziare, c’è una cosa importante da ricordare: ⚠️Attenzione : I verbi che hanno ausiliare AVERE non cambiano il participio passato. Se invece abbiamo ausiliare ESSERE, il participio CAMBIA in base al NUMERO e al GENERE. Ad esempio: Sara ha  mangiat o  una torta. Marco ha mangiat o  una torta. I participi in queste due frasi non cambiano . Se invece abbiamo l’ausiliare essere cambiamo il participio passato in base al genere  e al  numero  del SOGGETTO: Sara è  andat a  al parco. (femminile singolare) Marco  è  andat o  al parco. (maschile singolare) Sara e Marco sono andat i al parco. (maschile plurale) Sara e Maria sono andat e  al parco. (femminile singolare) Bene. Ora siamo pronti per iniziare! Verbi di STATO Usiamo l’ausiliare ESSERE con i verbi che indicano uno STATO fisico o emotivo, alcuni di questi verbi sono: ESSERE, STARE, RIMANERE, RESTARE Esempi: Dove sei stato? Ieri sono rimasta a casa. Siamo restati alla festa fino a tardi. Se fossi stato più attento, non avresti sbagliato. Sarei rimasto volentieri ad ascoltarti, ma era già troppo tardi! Verbi di MOVIMENTO Usiamo ESSERE con i verbi di movimento, quindi in cui il soggetto si sposta da un posto ad un altro: ANDARE, TORNARE, PARTIRE, ARRIVARE, VENIRE, ENTRARE, USCIRE, CADERE Vediamo alcuni esempi: Sono andato a scuola a piedi. Siamo partiti alle 8. Quando siete tornati? Saremmo arrivati in tempo, se il treno non fosse stato in ritardo. Pensavo che tu fossi venuto! Carla è entrata e Simone è uscito! 🚨 Eccezione : Non tutti i verbi di movimento richiedono ESSERE. Abbiamo infatti i verbi: CAMMINARE , NUOTARE  e PASSEGGIARE  che hanno come  ausiliare AVERE . Ho camminato molto. Lucia ha  nuotato per un’ora. Abbiamo  passeggiato con nostra zia. Verbi che indicano un CAMBIAMENTO di stato NASCERE, DIVENTARE, MORIRE, APPARIRE, SCOMPARIRE Anche questi verbi hanno come ausiliare ESSERE: Samuele è nato il 4 ottobre. Giannina è diventata nonna. Sono morta dalle risate! È scomparso un gatto ieri mattina. Verbi RIFLESSIVI I verbi riflessivi sono quei verbi in cui il soggetto e l’oggetto dell’azione corrispondono. Alcuni verbi riflessivi comuni sono: SVEGLIARSI, LAVARSI, VESTIRSI, RIPOSARSI, DIVERTIRSI Vediamo alcuni esempi: Mi sono svegliata alle 7 stamattina. Domenica ci siamo riposati tutto il giorno. Ti sei vestito in fretta! Vi siete divertiti? Verbi IMPERSONALI I verbi impersonali sono verbi che non hanno un soggetto specifico, ma indicano un evento o situazioni. Anche questi verbi hanno ausiliare ESSERE. SUCCEDERE È successa una cosa incredibile. Cos’è successo? Altri verbi che hanno una costruzione impersonale sono: INTERESSARE, PIACERE Mi è interessato molto il tuo discorso. A Lucia è piaciuto molto il film. Verbi con DOPPIO ausiliare Ci sono verbi che possono avere sia  l’ausiliare ESSERE che AVERE . Alcuni dei più importanti sono: INIZIARE, FINIRE, COMINCIARE, TERMINARE, CORRERE, CRESCERE, SALIRE, SCENDERE Vediamo queste frasi: Ho  iniziato un nuovo corso. Il corso è  iniziato a febbraio. Qual è la differenza? Usiamo AVERE  quando abbiamo la struttura SOGGETTO + VERBO + OGGETTO  → Quindi quando il soggetto dell’azione svolge l’azione su qualcos’altro. Ho cominciato un nuovo progetto. (Io: SOGGETTO; ho cominciato: VERBO; un nuovo progetto: OGGETTO) Usiamo ESSERE quando abbiamo la struttura SOGGETTO + VERBO → Quando il soggetto e l’oggetto corrispondono (come nei verbi riflessivi). La stagione estiva è cominciata. Altri verbi che seguono questa logica sono: SALIRE, SCENDERE Sono salita sull’aereo. Ho salito le scale. Sono sceso dall’aereo. Ho sceso le scale. CORRERE Sono corso a casa. Ho corso una maratona. CRESCERE Quanto è cresciuta tua figlia! Lucia ha cresciuto sua figlia da sola. Quindi, per ripetere la regola: quando l’azione cade sul soggetto stesso che compie l’azione, usiamo ESSERE, se invece abbiamo un oggetto, usiamo AVERE. Bene, spero che fin qui sia tutto chiaro perché ora le cose si fanno un po’ più complicate. Pronti? Essere o Avere con i verbi servili Con i verbi servili - DOVERE, POTERE, VOLERE - ci sono delle regole un po’ particolari. Infatti, questi verbi sono generalmente seguiti da un altro verbo all’ infinito e quindi usiamo l’ausiliare del verbo che segue , spieghiamo meglio con degli esempi! Sono  dovuto  andare  a casa presto   (Uso ESSERE perché il verbo ANDARE ha ausiliare ESSERE.) Lucia è potuta partire  in anticipo. Sono  voluto andare . Non ho  potuto parlare . (Qui uso AVERE perché il verbo PARLARE ha ausiliare AVERE.) Sono  dovuto  uscire . ⚠️Attenzione : Ricorda l’accordo con il genere e il numero, del participio passato quando abbiamo l’ausiliare ESSERE. Lei è  dovut a  uscire. Loro sono  volut i  andare. Ausiliare dei verbi servili con i pronomi Facciamo attenzione a queste frasi: Mi sono dovuto svegliare presto. Ho  dovuto svegliarmi presto. Quale delle due frasi è corretta? La risposta è: entrambe! Vediamone altre due: Lei avrebbe  voluto sposar si  in chiesa. Lei  si sarebbe  voluta sposare in chiesa. Che succede? Perché una volta abbiamo AVERE e una volta abbiamo ESSERE? Quando il  PRONOME è PRIMA del verbo, si usa l’ AUSILIARE “essere” . Quando il  PRONOME è DOPO  il verbo, si usa l’ AUSILIARE “avere” . Avrei  dovuto alzar mi . (Il pronome è dopo il verbo, uso l’ausiliare AVERE) Mi sarei  dovuto alzare. (Il pronome è prima del verbo, uso l’ausiliare ESSERE) Ausiliare con i verbi PRONOMINALI E infine, con i verbi pronominali quale ausiliare scegliamo? In generale,  si usa l’ausiliare del verbo non pronominale , tranne nel caso in cui i verbo pronominale  è riflessivo , in quel caso  l’ausiliare sarà ESSERE . Vediamo degli esempi: FARE - FARCELA Io ho  fatto - Io ce l’ ho  fatta. (Uso sempre AVERE) METTERE - METTERCI Io  ho messo - Io ci  ho  messo (Uso sempre AVERE) PRENDERE - PRENDERSELA Io  ho  preso - Io  me la sono presa (Uso ESSERE perché il verbo pronominale è anche riflessivo). Io ti saluto e ti aspetto nel prossimo articolo! Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Verbi Italiani MOLTO Utili con NE: verbi pronominali in italiano

    Vediamo insieme 5 verbi pronominali con la particella NE molto utili in italiano! Ciao! Benvenuto/a in questo nuovo articolo! Oggi parliamo di verbi pronominali e in particolare te ne mostrerò 5 molto usati nella lingua italiana di tutti i giorni!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Cosa sono i verbi pronominali? I verbi pronominali sono chiamati così perché sono dei verbi che hanno dei pronomi! Questi cambiano il significato del verbo o servono per creare una particolare espressione. Quali pronomi si usano con questi verbi? Possiamo dividere i verbi pronominali in 5 gruppi: Verbi con -ci Verbi con -ne Verbi in -sene (si+ne) Verbi in -sela (si+la) Verbi in -cela (ci+la) Dove mettiamo il pronome? Con tutti questi pronomi è facile confondersi e metterli nella posizione sbagliata, ma ci sono delle regole molto semplici, eccole qui! 1. Con i tempi semplici (presente, imperfetto, futuro, ecc.): il pronome si mette prima del verbo. Me ne vado Non me la prendo! 2. Con i tempi composti (passato prossimo, trapassato, ecc.): il pronome si mette prima dell’ausiliare. Se n’è andato. Non ce l’abbiamo fatta! 3. Con l’infinito: il pronome si unisce alla fine del verbo. Voglio andarmene. Devono farcela. 4. Con l’imperativo: Nella forma affermativa: il pronome si unisce alla fine del verbo. Andiamocene! Prenditene cura! Nella forma negativa: il pronome si mette prima del verbo dopo il non. Non te ne andare! Non te la prendere! Vediamo ora 5 verbi pronominali molto comuni con il pronome NE! Pensarne Questo verbo si usa per chiedere un’opinione su qualcosa: Che ne pensi di questo film? Significato: Qual è la tua opinione su questo film? Che ne pensate di organizzare un viaggio in montagna tutti insieme? Significato: Siete d’accordo per organizzare questo viaggio? Si usa quasi SEMPRE per chiedere un’opinione AL PRESENTE, come negli esempi, quindi non è necessario imparare la coniugazione. Inoltre, è sempre seguito dalla preposizione DI. ⚠️Attenzione: NELLA RISPOSTA NON SI RIPETE il pronome NE, quindi dovrò rispondere solo con il verbo pensare. ‘Che ne pensi di questo libro?’ ‘Penso che sia molto interessante!’ NON posso DIRE ‘NE PENSO’ Come abbiamo visto, pensarne si usa solo per chiedere un’opinione su qualcosa in particolare. PENSARCI ha due significati leggermenti diversi: Il primo significato è RIFLETTERE attentamente su qualcosa. Il pronome CI infatti ha la funzione di sostituire A CHE COSA STO PENSANDO: ’Hai deciso se accettare quel lavoro?’ ‘No, ci sto ancora pensando.’ Significato: sto ancora pensando a questa decisione. Ci ho pensato molto e ho deciso che mi trasferirò a Londra. A volte possiamo aggiungere anche la preposizione SU per dire che rifletteremo su quella cosa ancora un po’, nei prossimi giorni: La tua è una proposta interessante, ma è una decisione importante... ci penso su e ti faccio sapere domani. L’altro uso di PENSARCI segue la seguente costruzione: CI + verbo PENSARE + PRONOME PERSONALE Si usa per dire che ti occupi tu di un compito da fare, quindi che lo fai tu! ’Chi prepara la cena stasera?’ ‘Ci penso io!’ Significato: Mi occupo io della cena. ’Ci pensate voi a sistemare la casa?’ Significato: Vi occupate voi di questo compito? Non poterne più Non poterne più è un’espressione per dire che sei stanco/a di qualcosa o di una situazione! Non ne posso più di avere la febbre! Significato: Sto male da tanto tempo e sono stanco di essere sempre malato. Lavoriamo troppo, non ne possiamo più! Significato: Lavoriamo troppo e siamo stanchi di questa situazione. Per specificare di che cosa siamo stanchi, usiamo la preposizione DI semplice o articolata: Non ne posso più del caldo! Giulio non ne poteva più dei rumori della città e ha deciso di trasferirsi in campagna. Andarsene Questo verbo significa andare via o lasciare un luogo. E’ tardi, me ne vado! Significato: Vado via da qui. Lui se n’è andato senza salutare. Significato: è andato via senza salutare. Prima o poi me ne andrò da questa città. Significato: Prima o poi lascerò questa città. Con la forma all’IMPERATIVO, creiamo un’ESPRESSIONE che può essere usata se sei molto arrabbiato con una persona e vuoi che vada via. Non voglio più vederti, vattene! Per formarlo, dobbiamo prendere l’imperativo del verbo andare, quindi vai/va’ e aggiungere i 2 pronomi, quindi ti e ne. Fregarsene / Importarsene Fregarsene significa che qualcosa non è importante per te, ma attenzione: è informale e a volte potrebbe sembrare un po’ maleducato! Non te ne frega mai delle regole! Significato: Non ti importa mai delle regole (con un tono di rimprovero). Un’espressione molto comune è “NON ME NE FREGA NIENTE” che significa che quella cosa o situazione non mi interessa per niente. Non me ne frega niente di quello che dicono. Significato: Sono arrabbiato e quello che dicono non mi importa. Ad esempio, hai proposto ai tuoi amici di organizzare un’uscita o un viaggio insieme, ma loro non si organizzano mai e questa situazione ti fa arrabbiare, allora puoi dire: Basta! Non me ne frega più niente. Ci penseranno loro se lo vogliono. Significato: Sono stressato e arrabbiato e questa situazione non voglio più occuparmene. Come coniughiamo il verbo FREGARSENE? La frase Non me ne frega si costruisce con il verbo fregare alla terza persona singolare ‘frega’. Non si coniuga in base al soggetto, ma in base alla cosa che "non importa". Se il soggetto è diverso, cambiamo solo il pronome: "Non me ne frega" (io) "Non te ne frega" (tu) "Non gliene frega" (lui/lei). In italiano esiste anche la forma ME NE FREGO. Il significato è lo stesso di NON ME NE FREGA, solo che togliamo il NON e coniughiamo il verbo FREGARE in base al soggetto. Io ME NE FREGO. Tu TE NE FREGHI. Lui/lei SE NE FREGA. Un’altra espressione molto usata è CHE TE NE FREGA? oppure FREGATENE!, all’imperativo. Per esempio, un tuo amico si lamenta perché delle persone lo hanno criticato per qualcosa che ha detto, per incoraggiarlo a non pensarci puoi dirgli: Fregatene! Questo semplicemente è un invito all’altra persona di non preoccuparsi troppo di una cosa, di non ritenere una cosa troppo importante. Quindi fregatene! è come dire non preoccuparti, non pensarci! Qual è quindi la differenza con IMPORTARSENE? Importarsene ha lo stesso significato ma con un tono più neutro, quindi meno informale e scortese. A loro non gliene importa niente della scuola. Non te ne è importato niente di me! Intendersene Si usa per dire che qualcuno è esperto in qualcosa, quindi ha una conoscenza approfondita di un certo argomento o settore. Intendere significa capire, quindi significa che la persona ‘capisce molto’ quell’argomento, perché è un esperto. Te ne intendi di matematica? Significato: Sei un esperto in matematica, la capisci? Mia madre non se ne intende di vino. Significato: Mia madre non è un’esperta di vino. Bene! La lezione di oggi finisce qui, sono sicuro che userai tantissimo questi verbi pronominali! Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. A presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Verbi IRREGOLARI in Italiano al PASSATO che DEVI sapere

    Vediamo insieme, attraverso regole, usi e forme del passato prossimo, come utilizzare questo tempo per creare delle frasi in italiano! Ciao! Benvenuto/a in questa nuova lezione! Come già sai, i verbi irregolari al passato prossimo in italiano sono tanti ed è difficile ricordarli tutti. Per aiutarti, ti spiego tutte le regole del passato prossimo , i suoi usi  e le sue forme . Pronto/a? Iniziamo!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Definizione e usi del passato prossimo Il passato prossimo è un tempo verbale per descrivere azioni , esperienze  o eventi iniziati e finiti  nel passato. Vediamo subito degli esempi pratici! Ho mangiato la pizza ieri sera. - Azione completata nel passato Sono stata in Francia tre volte. - Esperienze personale, completata nel passato Ho appena finito di mangiare. - Azione recente che si è appena conclusa Sono uscita, ho comprato il pane e sono tornata a casa. Una sequenza di azioni passate e concluse Forma del passato prossimo Per formare il passato prossimo, mettiamo l' ausiliare essere o avere  al presente indicativo, seguito dal participio passato  del verbo principale. Per formare il participio passato , partiamo dall’infinito e togliamo la parte finale , quindi -are , -ere  o -ire . Una volta tolta questa parte, aggiungiamo   -ato , -uto  e -ito , in questo modo: Parl-are Cred-ere Dorm-ire Parl -ATO Cred -UTO Dorm -ITO Quindi le forme complete saranno: io ho parlato, io ho creduto; io ho dormito. Ausiliare ESSERE o AVERE? Generalmente usiamo avere con la maggior parte dei verbi ma ci sono alcune categorie di verbi che richiedono essere . Vediamole insieme: Verbi di movimento: andare, arrivare, partire, tornare, venire… Ieri sono andato  al cinema. Verbi di cambiamento: diventare, crescere, nascere, morire. Sono nato  il 24 ottobre 1997. Paolo e Lucia sono diventati genitori! Verbi riflessivi: svegliarsi, alzarsi, vestirsi… Ieri ci siamo svegliati  alle 6. Verbi di stato:  essere, stare, rimanere, piacere… Sono stato a casa tutta la domenica! Mi è piaciuto  molto il film. ⚠️Attenzione : Quando usiamo l’ ausiliare ESSERE  dobbiamo anche concordare  il participio secondo GENERE  e  NUMERO . -O per maschile singolare Paolo è andato al cinema -A per femminile singolare Maria è andata al cinema -I per maschile plurale o per maschile+femminile Paolo e Marco sono andati al cinema. Paolo e Maria sono andati al cinema. -E per femminile plurale. Maria e Chiara sono andate al cinema Bene! Per la lezione di oggi è tutto. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Ci sentiamo presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • 5 espressioni per parlare come un vero italiano nella conversazione

    Vediamo insieme 5 espressioni utili che utilizziamo spesso in italiano per fare conversazione! Ciao! Benvenuto/a in un nuovo articolo! Quando non siamo madrelingua, molto spesso usiamo sempre le stesse parole nella conversazione - Perciò abbiamo pensato di insegnarti 5 utilissime espressioni per arricchire il tuo vocabolario di tutti i giorni!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! In particolare, le espressioni che imparerai possono essere usate quando vogliamo rispondere o reagire a ciò che l’altra persona ci ha detto! Siamo sicuri che ti piacerà tantissimo quindi… Iniziamo! Immagino! Questa espressione significa letteralmente che stai immaginando come l’altra persona si sente in una situazione, anche se non l’hai vissuta. Infatti si dice Immagino!  come reazione per mostrare empatia o accordo con quello che sta dicendo l’altra persona . Vediamo degli esempi pratici! ‘Ho lavorato tutto il giorno senza pause. Sono esausta!’ ‘ Immagino! ’ ‘Ci siamo rilassati tantissimo in vacanza al mare!’ ‘ Immagino!  Dev’essere stato proprio un bel viaggio!’ ‘Ieri siamo andati in un ristorante stellato, è stata un’esperienza incredibile!’ ‘ Immagino!  Dev’essere stato tutto buonissimo!’ Finalmente! Puoi rispondere con finalmente  per indicare  sollievo o gioia  per qualcosa che è accaduto dopo un’attesa , ad esempio per qualcosa che hai rimandato molte volte e che sei riuscito a fare dopo tanto tempo.  ‘Mamma, siamo arrivati.’ ‘ Finalmente!  Sono così felice di sentire la tua voce.’  ‘Abbiamo trovato casa!’ ‘ Finalmente!  La stavate cercando da un anno!’ Dopo mesi di studio, finalmente  ho passato l’esame!  ‘Mi sono licenziato!’ ‘ Finalmente!  Era da molto tempo che volevi farlo. Come ti senti?’ ⚠️Attenzione : Non confondere “Finalmente” con “Alla fine”! Sebbene possano sembrare simili, hanno significati diversi. Finalmente:  Esprime emozione , sollievo  o gioia  per qualcosa che è successo dopo un'attesa o una difficoltà. Dopo 3 ore di coda, finalmente  siamo entrati! Ho aspettato tanto, ma finalmente  è arrivato il treno! Alla fine : È neutro e indica semplicemente la conclusione , la fine  di qualcosa, senza aggiungere emozioni. Alla fine  abbiamo deciso di non andare. Alla fine del film c’erano delle scene extra. Alla fine , siamo andati al museo. Meno male! Si usa per esprimere sollievo  o per sottolineare che qualcosa è andato bene o si è concluso con un esito positivo , nonostante le difficoltà. ‘Il treno è arrivato in orario!’ ‘ Meno male , altrimenti avremmo perso la coincidenza!’ ‘Sta piovendo tantissimo, per fortuna abbiamo portato l’ombrello.’ ‘ Meno male! ’ ‘Mio figlio sta meglio dopo la visita dal dottore.’ ‘ Meno male , ci stavamo tutti preoccupando per lui!’ ‘Abbiamo ritrovato la nostra gatta!’ ‘ Meno male! ’ Non fa niente! Non fa niente si usa per dire che ciò che è successo non è un problema  per chi risponde. Ad esempio una persona dice di aver causato un problema, l’altra, rispondendo Non fa niente , lo minimizza, tranquillizzando  l’altra persona. Vediamo degli esempi! ‘Ho fatto cadere un po’ d’acqua.’ ‘ Non fa niente ! ‘Scusa il ritardo! Ho trovato molto traffico.’ ‘Tranquillo, non fa niente !’ ‘Ho dimenticato di portarti il regalo, mi dispiace! ‘ Non fa niente , non c’è problema!’ ‘Ho sbagliato a compilare il documento’ ‘ Non fa niente , puoi correggerlo’ È uguale! Puoi dire che è uguale  quando, di fronte a due o più opzioni, non hai una preferenza , sono appunto uguali! ‘Andiamo in macchina o a piedi?’ ‘ È uguale , come preferisci.’ ‘Vuoi il gelato al cioccolato o al pistacchio?’ ‘ È uguale ! Scegli tu.’ ‘Mi vesto di blu o di nero?’’ ‘ È uguale ! Non è importante’ ‘Vino bianco o vino rosso?’ ‘ È uguale , mi piacciono entrambi.’ Un’alternativa all’espressione “è uguale” potrebbe essere non importa! anche se, a mio parere “è uguale” è più usata! Bene! Per la lezione di oggi è tutto. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Ci sentiamo presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Verbi IRREGOLARI che DEVI sapere in Italiano (tutto su dovere, volere, potere e sapere)

    Vediamo insieme come utilizzare i verbi irregolari: dovere, volere, potere e sapere! Ciao! Benvenuto/a in questa nuova lezione! Oggi vedremo quattro verbi  fondamentali  per comunicare in italiano: volere , potere , dovere  e sapere . Questi verbi sono irregolari , quindi è molto importante conoscerne la coniugazione. Inoltre sono anche chiamati verbi  servili perché servono per modificare il verbo che li segue. Esploriamo insieme il loro significato, le loro caratteristiche e gli usi più comuni!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Significato dei verbi Volere  esprime il desiderio  o la volontà  di fare qualcosa. Vediamo degli esempi! Voglio  imparare l’italiano Vuoi  andare al ristorante stasera? Volete  una fetta di torta? Potere esprime la possibilità di fare qualcosa o chiedere il permesso. Ad esempio: Scusi, può  aiutarmi? Posso  andare io a fare la spesa oggi! Posso  andare in bagno? Dovere esprime obbligo o qualcosa che è necessario fare. Ad esempio: Cosa  devi  fare oggi? Devo  studiare per l’esame oggi. Dovete  allacciare la cintura. Sapere significa conoscere qualcosa o avere un’abilità, una capacità. Vediamo alcuni esempi! So  parlare italiano. Sai  dove si trova il supermercato? Mia sorella  sa  cucinare molto bene! Bene! Ora che conosci i significati di questi verbi, vediamo come si coniugano al presente  indicativo: Volere Potere Dovere Sapere Io  Tu Lui/Lei Noi Voi Loro Voglio Vuoi Vuole Vogliamo Volete Vogliono Posso Puoi Può Possiamo Potete Possono  Devo Devi Deve Dobbiamo Dovete Devono  So Sai Sa Sappiamo Sapete Sanno Come puoi vedere la loro forma è irregolare, quindi ti consiglio di fare molta pratica per memorizzarli! Una caratteristica speciale Come forse avrai notato, la maggior parte delle volte questi verbi sono seguiti da un verbo all’infinito, e definiscono la modalità con cui questa azione è fatta! Per questo motivo vengono chiamati  verbi servili, perché sono usati per  servire un altro verbo. Vediamo questi esempi e come il verbo servile modifica il significato del verbo: Io voglio  fare i compiti. Significa che io desidero fare i compiti. Io  posso fare i compiti. Ad esempio, tra le varie cose che posso fare in questo momento, ho anche la possibilità di fare i compiti. Io devo  fare i compiti. In questo caso, fare i compiti è un obbligo o una necessità. Io so  fare i compiti. Questa frase significa invece che io ho la capacità di fare i compiti, che non è qualcosa di difficile per me. Regole dell’ausiliare Vediamo ora come si comportano questi verbi nei tempi composti! Generalmente, i verbi volere , potere , dovere  usano avere: Ho voluto mangiare una pizza. Hai potuto chiamarlo? Hanno dovuto  cambiare la data dell’incontro. ⚠️Ma attenzione : Quando sono seguiti da un verbo che ha ausiliare essere , si usa essere !  Ecco degli esempi: Sono potuto andare. Sono dovuta tornare  a casa presto. Siamo voluti rimanere  a casa sabato sera. Ricordati quindi di concordare  anche il genere  e il numero   in base al soggetto ! Il verbo sapere , ha come ausiliare sempre il verbo avere. Non  ho saputo rispondere alla domanda. Il condizionale I verbi volere , potere  e dovere  vengono spesso usati al condizionale per esprimere richieste , desideri  o consigli  aggiungendo un tono più gentile  alla frase formulata. Vediamo prima la loro coniugazione al condizionale presente e poi alcuni esempi! Volere Potere Dovere Io  Tu Lui/Lei Noi Voi Loro Vorrei Vorresti Vorrebbe Vorremmo Vorreste Vorrebbero Potrei Potresti Potrebbe Potremmo Potreste Potrebbero Dovrei Dovresti Dovrebbe Dovremmo Dovreste Dovrebbero  Ora vediamo alcuni esempi: Vorrei un caffè, per favore. (richiesta gentile/desiderio) Voglio un caffè  (più diretto, come se stessi dando un ordine al barista!) Potreste  parlare più piano, per favore? (richiesta gentile) Potete parlare più piano, per favore? (è sempre una richiesta, ma è come se fosse un rimprovero!) Dovresti  bere più acqua. (consiglio) Devi  bere più acqua. (suona come un ordine, un comando) Il pronome con l’infinito Quando usiamo questi verbi seguiti da un infinito e un pronome, abbiamo due possibilità: Posizionare il pronome  prima del verbo: Lo  voglio   fare. Ti posso   aiutare. Unire il pronome all’infinito, togliendo la -e finale dell’infinito: Voglio far lo . Posso aiutar ti . Entrambe le opzioni sono corrette , quindi scegli quella che ti suona meglio o che è più facile da usare per te! Come hai potuto vedere questi verbi sono importantissimi e vengono usati in molti contesti! Bene! Per la lezione di oggi è tutto. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Ci sentiamo presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • 5 FRASI UTILI per la CONVERSAZIONE in Italiano

    Vediamo insieme 5 espressioni utili per fare conversazione in italiano! Ciao e benvenuto/a in questo nuovo articolo! Oggi parleremo di 5 espressioni italiane che davvero usiamo ogni giorno ma che gli studenti stranieri usano davvero poco. Questo perché sono delle piccole espressioni, molto naturali per noi italiani che a volte sono difficili da tradurre e incorporare nel tuo linguaggio! Ma non ti preoccupare perché ci sono qui io ad aiutarti! Iniziamo!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Mi raccomando Io parlo inglese fluentemente da 8 anni circa e non sono MAI, e dico MAI, riuscito a trovare una traduzione appropriata per questa espressione. Forse in altre lingue come lo spagnolo e il portoghese c’è una traduzione, fammelo sapere qui sotto! Però adesso vediamo cosa significa mi raccomando attraverso alcuni esempi in contesto. Ciao, mamma, io esco, ci vediamo più tardi!  Mi raccomando, non tornare tardi!  Mi raccomando, non dimenticare di fare gli auguri a tuo papà  Ricordati di comprare il latte, mi raccomando!  Come puoi vedere, l’uso di mi raccomando, insieme ad un’altra frase, o anche da solo, serve a “raccomandare” la persona di fare qualcosa. Ma fare cosa? Nel primo caso è facile. Stiamo “raccomandando”, “consigliando” o meglio quasi “obbligando” la persona, in questo caso il figlio, a tornare a casa presto!  Nel secondo caso stiamo praticamente “ricordando”, ma di nuovo quasi “obbligando” quella persona a fare gli auguri di compleanno al papà! Nel terzo esempio è la stessa cosa! In questo caso però usiamo mi raccomando da solo! È sempre comunque un modo per “raccomandare”, “ricordare” alla persona di fare quella cosa, cioè comprare il latte! Figurati Questo è molto semplice non preoccuparti! Vediamo un esempio pratico: Grazie mille per il regalo! Figurati! Come puoi vedere, figurati, è un’alternativa molto utile al semplice “prego”.  Figurati significa “prego”, “non preoccuparti”, “nessun problema”. In realtà, però, possiamo dire la frase precedente in un altro modo. Guarda: Grazie mille per il regalo! Ci mancherebbe!  Quindi passiamo a… Ci mancherebbe Il primo significato di “ci mancherebbe” che voglio dirti è appunto un’ulteriore alternativa a “prego”, come abbiamo visto nell’esempio precedente. E non preoccuparti di capire perché usiamo il condizionale del verbo “mancare” con la particella “ci”, è un’espressione e si usa così! Ci mancherebbe ha anche un altro significato in italiano, vediamo questo esempio al ristorante: Potrei avere un altro calice di vino?  Certo, ci mancherebbe!  In questo caso il cameriere sta cercando di essere molto gentile con noi e usa l’espressione ci mancherebbe per dire “certo, non devi nemmeno chiederlo”, “ovvio che ti porto un altro bicchiere di vino! Vediamo un altro esempio ancora! Il figlio dice alla mamma che ha fatto i compiti: Ho appena finito i compiti  Ci mancherebbe! Qui la mamma usa “ci mancherebbe” per dire “è ovvio che dovevi fare i compiti, è il tuo dovere! Come puoi vedere ci mancherebbe ha tantissimi usi in italiano in tante situazioni diverse. Ascolta tanti contenuti italiani e sono sicuro che lo incontrerai e piano piano inizierai a capire appieno i suoi usi! Come no Io amo questa espressione ed è usata davvero molto spesso nella lingua italiana. Vediamo, come sempre, il suo significato in contesto: Vieni con noi stasera?  Come no! Oppure a un colloquio di lavoro: Hai esperienza con il computer? Come no, lo uso da quando ero un bambino! Questa espressione è un po’ strana perché dato che usiamo la parola “no” puoi pensare che la risposta sia negativa! Ma è il contrario! “Come no” significa “senza dubbio”, “certamente”. Quindi nei casi precedenti abbiamo usato come no per dire “certo che vengo con voi stasera” e “certo, che so usare il computer”. In alcuni casi, come no può essere usato anche in modo ironico.  Vediamo un esempio pratico, un ragazzo dice alla sua fidanzata: Amore, abbiamo vinto un viaggio gratis in Australia!   Sì, come no! Mi stai prendendo in giro come al solito! La ragazza pensa che il ragazzo stia scherzando su questo viaggio gratis e allora usa l’espressione come no in modo ironico per dire “sì, certo, è ovvio che stai scherzando!”. Ricorda per finire che come no può anche essere usato in senso più letterale come risposta al “no”. Per esempio un figlio chiede al papà: Papà mi dai 50 € per comprare un gioco?  No!  Come no?! Ma io lo voglio!   In questo caso come no significa semplicemente “perché no? Mi aspettavo che dicessi sì!”. Quindi in questo caso, usiamo come no quando ci aspettavamo come risposa il sì! Finiamo l'articolo di oggi con un’altra espressione introdotta con “come”. Come mai Come sempre vediamo un esempio in contesto: Sono molto stanca oggi.  Come mai?  Ho lavorato tanto.   Quindi come puoi immaginare, come mai significa “perché”.  Ma quali sono le differenze tra come mai e perché? Innanzitutto come mai può essere usato SOLO nelle domande e mai in una risposta. Poi “perché” è una parola standard, neutra possiamo dire. Come mai, invece, dà quasi un senso di stupore. Mi sto appunto chiedendo perché tu sia stanca, sono stupito! Vediamo un altro esempio. Un bambino, sappiamo che i bambini sono molto curiosi, potrebbe chiedere durante un eclissi: Come mai è buio se è giorno? Il bambino è molto stupito da questo evento e l’uso di come mai esprime tutto il suo stupore! Bene! Per la lezione di oggi è tutto. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Ci sentiamo presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Non confondere queste parole (maschile vs femminile)

    Vediamo insieme coppie di parole che hanno un significato diverso al maschile e al femminile! Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo! Oggi parleremo di alcune parole che possono farti confondere facilmente perché al maschile hanno un significato e al femminile ne hanno uno diverso.  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! La prima parola di cui voglio parlarti è fine.  Al femminile, questa parola significa il momento in cui qualcosa finisce, ad esempio:  Fino alla fine dell’anno continueremo a lavorare in questo modo. Al maschile, invece, indica lo scopo, l’obiettivo, il motivo  per cui facciamo qualcosa, facciamo un esempio anche qui:  Il fine della nostra campagna marketing è trovare nuovi clienti. Bene, adesso parliamo di una parola che sicuramente conosci se ami la cultura italiana: la moda . Qui non servono troppe spiegazioni, la moda è una tendenza che la maggior parte delle persone segue, oppure, se parliamo di vestiti, è un insieme di regole, se possiamo chiamarle così, che le persone seguono per vestirsi. Facciamo qualche esempio, così diventa più semplice da capire.  Quest’anno va di moda  il verde, anche se non mi piace come colore.  La moda  di quest’anno è portare vestiti molto larghi. Ecco, in queste due frasi la parola moda indica proprio una tendenza che la maggior parte delle persone segue.  Bene, ma se prendiamo questa parola e la usiamo al maschile vediamo che cambia molto il significato. Partiamo da un esempio:   Non mi piace  il modo  in cui parli! Serena cucina in un modo  terribile.  Bene, come vedi, quando usiamo questa parola al maschile intendiamo dire la modalità, il metodo, il procedimento che una persona fa.  Andiamo avanti con un’altra coppia di parole! Partiamo anche qui da un esempio:  Sai qual è la capitale  d’Italia? Roma! Bene, la parola capitale, al femminile, indica la città più importante di un paese, mentre in invece la stessa parola, al maschile, indica una somma di denaro, quindi i soldi che una persona possiede o vuole investire.  L’azienda ha deciso di investire il  proprio capitale  in un nuovo progetto. In questa frase il capitale è proprio l’insieme dei soldi che ha l’azienda e che ha deciso di investire in un progetto nuovo.  Prendiamo un’altra coppia di parole! Partiamo sempre da un esempio:  Devi mangiare la frutta tutti i giorni, è importante per la salute! Sicuramente conosci questa parola, infatti la frutta è una parola molto usata in italiano, ma anche molto generica. La frutta, infatti, è un nome collettivo, cioè comprende diversi tipi di frutta: mele, pere, banane, ananas, kiwi, ecc. Tutte insieme indicano la frutta.  Se invece vado al mercato e prendo una sola mela, sto prendendo un solo frutto ! Quindi frutto indica un singolo tipo di frutta, che invece è un nome che racchiude diversi frutti.  La parola frutto, inoltre, può avere un significato un po’ metaforico, vediamo un esempio: Questa casa è  il frutto  di tanto lavoro e tanti sacrifici.  In questo caso, la parola frutto  viene usata nel senso di risultato.  Andiamo avanti con un’altra coppia di parole.  La coppia di cui parliamo adesso è foglia - foglio.  La foglia  è quella che trovi sull’albero, mentre il foglio è quello di carta su cui puoi prendere appunti o, in generale, scrivere.  Facciamo qualche esempio:   Mi piace molto vedere i colori delle foglie in autunno.  Mi presti un foglio ? Ho dimenticato il quaderno a casa. Bene! Continuiamo con un’altra coppia di parole! Sai come si chiama il posto dove conservi i tuoi soldi? La banca!  Benissimo! Se usiamo questa parola al maschile, però, stiamo parlando di un piccolo tavolino dove gli studenti si siedono a scuola.  Ecco qualche esempio: Devo andare in banca a prelevare dei soldi.  Ho dimenticato il libro sotto al banco  di scuola!  Andiamo avanti con altre due parole interessanti! Questa volta partiamo dagli esempi:  La vera carbonara è senza panna! Mi serve un panno per spolverare. La panna è praticamente una crema che si usa per condire la pasta o che puoi mettere anche sul gelato, mentre il panno è un pezzo di stoffa che può avere diverse funzioni.  Bene, siamo arrivati all’ultima coppia di parole, anche qui partiamo da un esempio: A Giovanni piace tantissimo la vela.  Il velo  della sposa era stupendo.  La vela  è lo sport che praticano le persone che vanno in barca, ovviamente su una barca a vela. Il velo , invece, è quello bianco che portano le spose in testa quando si sposano.  Conoscevi queste differenze? Ti vengono in mente altre parole come queste?  Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti  del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • 5 frasi idiomatiche che devi conoscere in italiano

    Vediamo insieme 5 frasi idiomatiche in italiano super utili! Ciao e benvenuto in questo nuovo articolo! Oggi voglio insegnarti alcune frasi idiomatiche molto usate in italiano. Le studieremo attraverso delle frasi o dei mini dialoghi e tu dovrai capire il significato. Sei pronto? Cominciamo con la prima!    Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Avere la stoffa  Marco: Hai visto come Giulia ha gestito la presentazione? Era tranquilla e sicura di sé. Francesca: Sì, decisamente! Ha proprio la stoffa per fare questo lavoro. Marco: È vero, sembra nata per parlare in pubblico! Francesca: Chissà dove arriverà con quel talento. Adesso rifletti! In questo dialogo l’espressione “avere la stoffa” che cosa significa? Ti do qualche secondo per pensarci! Leggendo il dialogo capiamo che Giulia è davvero brava nel suo lavoro, sembra nata per farlo, quindi ovviamente ha degli ottimi risultati.  Avere la stoffa, quindi, significa essere davvero bravo, essere quasi nato per fare qualcosa. Si usa generalmente come un complimento nei confronti di una persona che stimiamo  Montarsi la testa Giada:  Hai visto Luca da quando è stato promosso a capo progetto? Si comporta in modo strano... Marta:  Eh sì, sì è proprio montato la testa . Ora sembra che parli solo di lavoro, di quanto è importante, di quanto è stato bravo a raggiungere questo risultato... Giada:  Spero che gli passi presto, perché non è mai stato così Bene! Anche in questo caso ti do qualche secondo per pensare a cosa significa montarsi la testa in questo dialogo.  Come avrai capito, prima Luca era una persona molto semplice, ma da quando è stato promosso crede di essere il migliore di tutti e parla solo di lavoro. Montarsi la testa, quindi, significa praticamente cambiare il proprio atteggiamento, cioè diventare una persona che crede di avere delle capacità superiori agli altri o comunque di essere il migliore dopo aver ottenuto un successo.  Di solito è un’espressione che si usa in modo negativo, proprio per criticare una persona che è cambiata.  Andiamo avanti! L'abito non fa il monaco Stefano:  Hai visto quel nuovo collega? Sembra un po’ troppo giovane e inesperto, non ti pare? Marco:  Guarda,  l’abito non fa il monaco . Ho sentito che è uno dei migliori nel suo campo. Stefano : Hai ragione, meglio non giudicare troppo in fretta. Ottimo! Prenditi anche adesso qualche secondo per provare a capire l’espressione l’abito non fa il monaco.  Hai capito? Il nuovo collega sembra quasi una persona che non sa fare nulla, ma Marco ha sentito che invece è davvero molto bravo nel suo lavoro. Quindi, l’abito non fa il monaco significa che non bisogna giudicare una persona dall’aspetto perché in realtà potrebbe sorprenderci! L’avevi capito dal dialogo? Bene! Ora passiamo alla prossima frase idiomatica! Dare una mano Camilla:  Non riesco proprio a finire questo progetto da sola… è troppo complicato! Rita:  Se vuoi, posso darti una mano .  Camilla:  Grazie mille! Con il tuo aiuto andrà sicuramente meglio! Dai, questa è davvero una frase super comune, devi assolutamente conoscerla. Prenditi qualche secondo anche in questo caso per pensarci.  Bene! Penso che sia abbastanza chiaro: dare una mano a qualcuno significa proprio aiutare una persona a fare qualcosa. In realtà in italiano è molto più comune dire ti do una mano piuttosto che ti aiuto, quindi questa è una frase idiomatica che ti consiglio di imparare davvero bene! Andiamo avanti con l’ultima frase idiomatica di questo articolo!  Chi sono io? Babbo Natale? Luca:  A: Marco, mi presti altri 50 euro per andare in vacanza? Marco : Ehi, calma! Ti ho già prestato soldi la scorsa settimana... Chi sono io? Babbo Natale? Luca : Dai, questa è l'ultima volta, promesso! Marco : Certo, come no! Perfetto! Prenditi qualche secondo anche per capire quest’ultima espressione, forse un po’ più complicata delle altre.  L’espressione “Chi sono io? Babbo Natale?”  si usa quando qualcuno ti chiede un favore, soprattutto soldi o qualcosa di costoso, e tu vuoi far capire che non sei sempre disponibile a dare o a regalare tutto a tutti. È un modo scherzoso per dire: "Non sono mica qui per regalare tutto a chiunque, come farebbe Babbo Natale!" In pratica, è un modo per dire "non esagerare con le richieste" oppure "non posso sempre accontentarti". Bene! Per oggi abbiamo finito! Spero davvero che questo video sia stato utile e interessante per te! Se vuoi imparare altre frasi idiomatiche ti consiglio di iscriverti al mio corso Italiano in 30 giorni - Frasi idiomatiche.  In questo corso, infatti, troverai +di 180 frasi idiomatiche da imparare, tutte insegnate attraverso mini dialoghi, proprio per aiutarti a capire come funzionano in un contesto reale. Oltre alle mie spiegazioni e ai dialoghi, ci sono anche tantissimi esercizi per aiutarti a memorizzare meglio le espressioni e a migliorare il tuo vocabolario.  In ogni caso, per la lezione di oggi è tutto. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella   sezione contatti  del mio sito. Ci sentiamo presto! Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Come usare Ci in Italiano: guida completa!

    Vediamo insieme come usare CI, una particella molto comune in italiano! Ciao a tutti e benvenuti nel nuovo articolo! Oggi parleremo della particella ci  in italiano. Che significa? Come si usa? Vediamolo insieme! La prima cosa che devo dirti è che ci  è un pronome, cioè sostituisce una parola e una frase per non ripeterla. Il problema di questo pronome, però, è che può avere veramente tantissimi significati. Cerchiamo di capirli tutti!  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! C’è - Ci sono  Sono sicuro che quando hai iniziato a studiare l’italiano una delle prime cose che hai imparato sono state le espressioni c’è  o ci sono  per dire che una cosa è, si trova in un luogo. Bene! Oggi posso dirti che in questa espressione si trova la particella ci .  Qui non c’è molto da dire sul significato, ma voglio farti notare che è necessario fare un po’ di attenzione quando usiamo il verbo essere in un tempo verbale diverso rispetto al presente indicativo. Facciamo un esempio, così sarà tutto più semplice da capire.  Vicino a casa mia c’è  un’ottima pizzeria e ci sono  dei parchi molto belli.  Prendiamo questa frase e trasformiamola al passato. In questo caso, stiamo facendo una descrizione, quindi dobbiamo usare l’imperfetto. Vicino a casa mia c’era  un’ottima pizzeria e c’erano  dei parchi molto belli.  Come vedi, anche per il plurale usiamo c’ e non la versione lunga ci. Questo perché la i del pronome ci  cade e viene sostituita da un apostrofo quando dopo troviamo una vocale. Vediamo anche un esempio con il passato prossimo! 3 anni fa c’è stato  un evento importante vicino a casa mia.  Come vedi, anche qui abbiamo usato il pronome con l’apostrofo perché dopo c’è la -e  del verbo essere, quindi la -i  cade. Col futuro questo non succederebbe. Per esempio, immaginiamo di stare descrivendo la nostra futura casa: Qui ci sarà il tavolo e qui ci saranno le poltrone. Ci locativo In generale, però, l’uso più comune del pronome ci è quello che in italiano viene chiamato locativo, cioè serve a sostituire un luogo. Di solito, si tratta di un luogo di cui abbiamo parlato in una frase precedente o di cui ha parlato un’altra persona e che non vogliamo ripetere.  Facciamo qualche esempio per capire come funziona!  Mi piace tantissimo Venezia, ci  sono stato tante volte, e tu ci sei mai stato? In questa frase, il ci sostituisce Venezia, che chiaramente è un luogo, una delle città italiane più amate dai turisti. Quindi, possiamo dire che per non ripetere la parola Venezia per 3 volte, nella frase la sostituiamo con il pronome ci . Questa regola non vale solo per le città, ma per tutti i tipi di luoghi! Ti faccio un altro esempio!   Domani non so come andare in ufficio, tu ci vai o lavori da casa? Potresti darmi un passaggio? Ieri dovevo andare a studiare da Giovanni, ma il bus è passato in ritardo, ero stanca e non ci sono andata più. Anche in questi casi il ci sostituisce un luogo, cioè l’ufficio  e da Giovanni . Anche se Giovanni non è un luogo, ma è una persona, in questa frase è come se fosse un luogo in cui andare, perché sottintende a casa di Giovanni, quindi il ci lo sostituisce come se fosse un luogo.  Ci per sostituire A Bene, adesso che abbiamo visto l’uso più comune di ci , proviamo a vedere altri usi che spesso portano gli studenti a fare errori.  In generale, possiamo dire che ci sostituisce tutte le parole che si collegano al verbo principale della frase attraverso la preposizione a. Quindi, più in generale, possiamo dire che sostituisce a + qualcosa . Questo vale anche quando il “qualcosa” è un verbo.   Come sempre, ti faccio un esempio:  - Hai pensato a dove andare  domani sera? - No, non ci ho ancora pensato.  In questo caso il ci sostituisce a + dove andare. In questa frase abbiamo usato il dove, quindi abbiamo usato ci sempre con un significato di luogo, ma in realtà questa regola funziona anche in altri casi, ad esempio:  - Hai pensato a cosa dire alla riunione di domani? - Certo che ci ho pensato! Qui stiamo dicendo che abbiamo pensato “a cosa dire”. Chiaro? Ci per sostituire CON Un altro modo di usare ci è al posto di con + qualcuno o qualcosa. Facciamo un esempio! - Hai sentito Luisa ? Ti cercava! - Sì, ci  ho parlato ieri.  Che cosa sostituisce ci in questa frase? Sostituisce con Luisa, quindi la frase sarebbe:  - Hai sentito Luisa ? Ti cercava! - Sì, ho parlato con Luisa  ieri.  Quindi per non ripetere il nome Luisa usiamo il pronome ci. Ci di proprietà Per concludere questa lezione vorrei parlarti di un altro uso di ci, un po’ particolare, comune soprattutto nel parlato. È un ci possessivo che in realtà si usa nella forma ce.  Per spiegarlo preferisco partire da un esempio:  - Hai portato lo spazzolino? - No, non ce  l’ho… me lo dimentico sempre! Nel parlato è molto comune usare questa struttura, cioè ce + un pronome diretto + il verbo avere per indicare possesso. Ma attenzione, perché potresti sentire anche una frase come questa: Ce l’hai lo spazzolino? Nel parlato questa forma è talmente diffusa che si usa anche solo per rinforzare quello che stiamo dicendo, senza per forza sostituire una parola per non ripeterla. Quindi usiamo il ci per enfatizzare l’idea di avere o non avere qualcosa, senza necessariamente sostituire la cosa posseduta. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • La CONCORDANZA dei tempi al CONGIUNTIVO in Italiano

    Vediamo come funziona la concordanza dei tempi al congiuntivo in italiano con un esercizio! Esercizio Prova a fare questo esercizio e poi vai alle pagine successive per leggere la spiegazione.  Penso che l’incontro di ieri (essere) _____ davvero interessante.  È normale che tu (sentirsi) _____ confuso in questi giorni, stai vivendo una nuova esperienza. È chiaro che Giada non (venire) ______ alla festa di domani.  Pensavo che (capire) _______  le mie idee, invece mi rendo conto che non avevi capito nulla! Speravo che mi (chiedere) _________ una mano, mi piace tantissimo questo progetto e non vedo l’ora di aiutarti a realizzarlo.     Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Spiegazione Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova lezione! Oggi parleremo di un argomento abbastanza complesso: la concordanza dei verbi al congiuntivo. Per cercare di capire come funziona la concordanza partiamo dalle soluzioni dell’esercizio! Soluzione dell’esercizio  Iniziamo dalla prima frase: Penso che l’incontro di ieri (essere) _____ davvero interessante.  Per capire quale tempo del congiuntivo scegliere dobbiamo seguire due passaggi: Il primo passaggio è guardare il tempo della frase principale. Il congiuntivo, infatti, di solito si trova in una frase che è dipendente da un altro verbo, che di solito è all’indicativo. In questo caso, il verbo della frase principale è penso, quindi è un verbo al presente indicativo. Se il verbo alla principale è al presente indicativo, il verbo della frase dipendente, quindi quello al congiuntivo, può essere o al presente  o al passato . In alcuni casi, anche imperfetto , ma non complichiamo le cose. Bene, adesso andiamo al secondo passaggio per capire quale tempo usare. Ora dobbiamo capire se il verbo che si trova nella frase dipendente, quindi quella al congiuntivo, parla di un’azione che avviene contemporaneamente, prima o dopo del verbo principale. In questo caso, la parola che ci aiuta è ieri .   Quindi, se riflettiamo, io penso oggi, quindi oggi  ho un’opinione su qualcosa che è successo ieri. Capiamo che le due frasi esprimono due azioni che avvengono in due momenti separati, prima c’è quello che è successo ieri, poi quello che avviene oggi. Possiamo dire, quindi, che la frase al congiuntivo ha un rapporto di anteriorità rispetto alla principale, quindi, in altre parole,  l’incontro di ieri è stato davvero interessante  avviene prima di quando io penso .  Riassumendo abbiamo: Verbo della principale al presente; Azione della subordinata anteriore rispetto alla principale; Quando ci sono queste due condizioni, il verbo al congiuntivo sarà al congiuntivo passato , quindi avremo: Penso che l’incontro di ieri sia stato davvero interessante. Cosa succede, invece, quando il verbo della principale è al presente, e quello della subordinata esprime un’azione contemporanea (quindi che avviene nello stesso momento) rispetto alla principale? Lo vediamo nella seconda frase! È normale che tu (sentirsi) _____ confuso in questi giorni, stai vivendo una nuova esperienza. È normale  è formato da un verbo al presente indicativo, cioè la è,  e dal resto della frase capiamo che stiamo parlando di un’azione al presente: in questi giorni, stai vivendo una nuova esperienza .   Sono tutti elementi che ci fanno capire che siamo nel presente. I due verbi, quindi, esprimono contemporaneità, quindi anche il congiuntivo deve essere al presente! Quindi avremo:  È normale che tu ti senta   confuso in questi giorni, stai vivendo una nuova esperienza.  Passiamo adesso alla terza frase, che presenta un altro elemento interessante:  È chiaro che Giada non (venire) ______ alla festa di domani.  Qui abbiamo un elemento in più rispetto alle altre frasi: il futuro. Infatti, stiamo parlando di quello che farà Giada domani, quindi la frase dipendente è al futuro, mentre la principale continua ad essere al presente. Bene, in questo caso abbiamo 2 opzioni: possiamo mettere il verbo al congiuntivo presente o anche al futuro semplice, in entrambi i casi la frase sarà corretta. Quindi possiamo dire:  È chiaro che Giada non verrà  alla festa di domani.  È chiaro che Giada non venga  alla festa di domani.  Bene, adesso vediamo che cosa succede quando il verbo della frase principale è coniugato al passato! Analizziamo la quarta frase:  Pensavo che (capire) _______  le mie idee, invece mi rendo conto che non avevi capito nulla! Come vedi, pensavo è all’imperfetto indicativo, quindi un verbo al passato. Adesso dobbiamo capire se il verbo di dopo esprime contemporaneità o anteriorità rispetto a pensavo. Lo capiamo grazie alla frase di dopo, non avevi capito nulla. Avevi capito è un verbo al trapassato prossimo, quindi esprime un’azione al passato che avviene ancora prima di pensavo. Bene, questo significa che anche il verbo capire esprime anteriorità rispetto a pensavo.  Se la frase al congiuntivo esprime anteriorità rispetto alla principale, che è al passato allora il verbo sarà al congiuntivo   trapassato. Quindi avremo: Pensavo che avessi capito   le mie idee, invece mi rendo conto che non avevi capito nulla! Al contrario, quando il verbo della dipendente esprime un’azione contemporanea rispetto al verbo principale, useremo il congiuntivo imperfetto. Questo è quello che succede nell’ultima frase, vediamola insieme!   Speravo che mi (chiedere) _________ una mano, mi piace tantissimo questo progetto e non vedo l’ora di aiutarti a realizzarlo.  Speravo che mi chiedessi  una mano, mi piace tantissimo questo progetto e non vedo l’ora di aiutarti a realizzarlo.  Quindi per riassumere tutto guardiamo questi due schemi molto utili: Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta! Adesso è arrivato il momento di fare un po’ di pratica con le regole che hai imparato! Per farlo, ti consiglio di fare anche l’esercizio qui sotto. Nella pagina successiva troverai anche le soluzioni. In questo modo capirai se le regole che ti ho spiegato sono chiare. E ovviamente, se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti  del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • PASSATO PROSSIMO o IMPERFETTO in Italiano?

    Quando usare il passato prossimo e l'imperfetto in italiano?  Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Esercizio Prova a fare questo esercizio e poi scorri per leggere la spiegazione.  Quando _____ (avevo) 15 anni mi ______ (piacere) tantissimo giocare a basket.  Ieri sera _____ (chiamare, io) Claudio per organizzare il nostro viaggio insieme.  Quando ______ (arrivare, io) alla festa ______ (ballare) tutti! Marta mi _____ (regalare) una borsa che ______ (volere) tantissimo.  Mentre ______ (preparare, io) la cena _______ (arrivare) Martina.  Soluzione dell’esercizio  Iniziamo dalla prima frase: Quando avevo  15 anni mi piaceva  tantissimo giocare a basket. Qui abbiamo due imperfetti perché stiamo parlando di una situazione nel passato in un periodo che non è molto preciso nel passato, cioè non abbiamo precisamente un inizio e una fine dell’azione nel passato, ma abbiamo un’azione che si colloca in un periodo del passato molto generico. Inoltre ricorda che quando parliamo di età o momenti della vita usiamo sempre l’imperfetto (quando avevo 10 anni, quando ero piccolo, quando ero giovane, quando ero uno studente, quando ero sposato…). ⚠️Attenzione : quando parliamo dell’età nel passato devi utilizzare il verbo avere all’imperfetto! Non dire quando ero 15 anni, ma quando avevo  15 anni! Ieri sera ho chiamato  Claudio per organizzare il nostro viaggio insieme.  In questo caso, invece, abbiamo la situazione opposta, cioè abbiamo un’azione che avviene in un momento molto preciso nel passato, cioè, appunto, ieri sera. In questo caso, quindi, dobbiamo utilizzare il passato prossimo. Inoltre, l’azione di chiamare Claudio inizia e finisce nel passato in un momento preciso. Quando sono arrivato/a  alla festa ballavano  tutti! In questa frase vediamo un caso particolare! L’azione arrivare a una festa, infatti, avviene in un momento preciso, perché il soggetto arriva alla festa a un orario preciso, anche se noi non sappiamo qual è. Al contrario, tutti ballavano sia prima che dopo l’arrivo del soggetto. Possiamo dire che ballavano tutti è un’azione lunga, invece sono arrivato/a è un’azione breve spezza quella lunga. Per l’azione lunga useremo l’imperfetto, per l’azione breve il passato prossimo!   Marta mi ha regalato  una borsa che volevo  tantissimo.  L’atto di regalare la borsa ovviamente avviene una volta e in un momento preciso e inizia e finisce nel passato e quindi usiamo il passato prossimo. Invece, è difficile posizionare in un momento preciso nel passato l’azione volere . In generale, quando abbiamo un desiderio, usiamo l’imperfetto! Mentre preparavo  la cena è arrivata Martina prima del previsto.  In quest’ultima frase troviamo la parola mentre che è un po’ una parola magica quando parliamo dell’imperfetto perché richiede praticamente sempre l’imperfetto! Difficile sbagliare! Il problema è il verbo che viene dopo, lo mettiamo all’imperfetto o al passato prossimo? Dipende dalla situazione! Se stiamo parlando di due azioni che avvengono contemporaneamente allora useremo l’imperfetto (per esempio: mentre preparavo  la cena, Martina guardava  la televisione), se invece abbiamo un'azione che interrompe quella indicata da mentre useremo il passato prossimo, come in questo caso. L’arrivo di Martina, infatti, mi ha interrotto mentre preparavo la cena, perciò useremo il passato prossimo.  Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • 5 ESPRESSIONI che NON conoscevi con il verbo METTERE

    Impara queste espressioni con il verbo mettere! Ciao e benvenuto/a in un nuova lezione. Oggi parleremo di un verbo italiano che può avere diversi significati, a seconda del contesto e della parola che lo accompagna. Il verbo  mettere ! Infatti, con parole diverse il verbo mettere può cambiare molto il significato. Cominciamo!   Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school ! Mettere in moto Mettere in moto significa “cominciare qualcosa” come per esempio un progetto o aprire un’azienda. Nel suo significato più letterale, invece, significa accendere , per esempio: Ho messo in moto un nuovo progetto lavorativo, spero che funzioni!  In questo caso significa ho iniziato un nuovo progetto.  Ho provato a mettere in moto la macchina, ma non è partita.  In questo caso, invece, ha il significato letterale di accendere ,   quindi ho provato ad accendere la macchina, ma non ha funzionato. Generalmente “accendere” tutto quello che ha un motore, come la macchina, la moto, etc. Mettere piede  Questa è un’espressione che si usa al posto di entrare. Vediamo un esempio.  Appena metto piede  in casa il mio cane inizia ad abbaiare.  Mettere da parte  Questa espressione significa conservare o accantonare. Facciamo qualche esempio: Ho messo da parte duemila euro per fare un viaggio a Natale, spero che bastino! In questo caso, mettere da parte significa conservare , quindi qui sta dicendo che ha conservato mille euro per fare un viaggio a Natale. Per risolvere i vostri problemi dovete mettere da parte le rivalità e iniziare a lavorare insieme.  Qui, invece, mettere da parte significa accantonare ,   quindi smettere di pensare ai problemi per un po’ di tempo e lavorare insieme.  Mettere zizzania La zizzania è una pianta che cresce nei campi coltivati e si confonde con i cereali buoni. Quando c’è la zizzania in un campo bisogna sempre toglierla, perché produce farina tossica, per questo motivo viene anche chiamata “erbaccia”, cioè erba cattiva. Da qui viene l’espressione mettere zizzania che significa proprio creare volontariamente ostilità tra le persone, cioè fare in modo che tra due persone nascano motivi per litigare o, in generale, stare male.   Per esempio:  Luca ha iniziato a raccontare delle voci false per ottenere una promozione a lavoro, ma alla fine ha  solo messo zizzania  tra i colleghi e non ha ottenuto niente.  Questa frase significa che Luca ha solo fatto litigare i colleghi diffondendo voci false, ma non ha ottenuto la promozione che voleva.  Mettere in chiaro Questo è un modo alternativo per dire chiarire o spiegare qualcosa. Ecco un esempio: Voglio mettere subito  in chiaro che non tollero ritardi al lavoro! Qui, appunto, si sta dicendo che vuole subito spiegare a tutti che non tollera ritardi sul posto di lavoro.  Mettere al mondo Di solito questa espressione si usa quando nasce un bambino, infatti significa proprio far nascere un bambino.  Vediamo un esempio: Francesca ha messo al mondo  il primo figlio quando aveva 20 anni.  Mettere le mani avanti Se devi fare qualcosa ma hai paura che non vada bene, puoi avvisare che non sei bravo a fare quella cosa o che pensi che possa andare male prima ancora di farla. Bene, questo è proprio mettere le mani avanti, cioè fare in modo da prevenire critiche o conseguenze negative che possono generare da un eventuale fallimento. Vediamo un esempio: Possiamo organizzare una cena a casa mia ma, metto le mani avanti , non sono bravo a cucinare. Mettere in pratica Significa applicare quello che hai imparato nella teoria. Ad esempio, tu che studi italiano da tanto tempo sei pronto a mettere in pratica  tutto quello che hai imparato parlando con un italiano? Cioè, sei pronto ad applicare tutte le regole che hai imparato fino ad oggi in una conversazione con un italiano? ​​Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti  del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

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