Verbi che ti confondono SICURAMENTE in Italiano.
- Teacher Stefano
- 5 days ago
- 6 min read
Vediamo insieme alcuni verbi che sicuramente ti confondono in italiano!
Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo articolo!
Oggi vedremo alcuni verbi che spesso confondono chi studia l’italiano perché non seguono le regole generali, in particolare vedremo alcune regole con gli ausiliari essere e avere e con le preposizioni!
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Pronti? Iniziamo!
È SUCCESSO o HA SUCCESSO?
Spesso ci si confonde con l’ausiliare perché sia è successo che ha successo sono corretti, ma attenzione perché hanno significati completamente diversi!
Abbiamo innanzitutto il verbo SUCCEDERE che ha il significato di ACCADERE, e in questo caso ha ausiliare ESSERE.
Vediamo degli esempi:
È successo un incidente.
Che cosa è successo ieri sera?
Mi è successa una cosa incredibile!
AVERE SUCCESSO invece è un’espressione con il sostantivo SUCCESSO, in altre parole qui il verbo è avere e successo è un nome, e significa OTTENERE DEI RISULTATI o AVERE FAMA. In questo caso, si usa sempre l’ausiliare AVERE.
Vediamo degli esempi!
Lei ha avuto molto successo nella sua carriera.
Quel cantante ha avuto successo negli anni ‘90.
In sintesi:
Se parli di un evento che è accaduto → è successo.
Se parli di avere successo → ha successo, di successo
L’AUSILIARE con i verbi RIFLESSIVI
Mi ho svegliato o mi sono svegliato?
Sappiamo che la maggior parte dei verbi al passato ha ausiliare AVERE e che usiamo ESSERE con i verbi di movimento o di stato. Ma non solo! Usiamo SEMPRE l’ausiliare ESSERE anche con i verbi RIFLESSIVI, quindi i verbi in cui chi fa l’azione è anche chi la riceve, e si usano i pronomi riflessivi mi, ti, si, ci, vi, si.
Ma vediamo alcuni esempi!
Ti sei lavato i denti? (LAVARSI)
Sabato sera ci siamo divertiti molto! (DIVERTIRSI)
Dove vi siete incontrati? (INCONTRARSI)
Ricorda che quando usiamo l’ausiliare ESSERE, dobbiamo anche cambiare il participio in base al genere e al numero:
Laura si è svegliata presto.
Marco e Giovanni si sono incontrati al bar.
Verbi di movimento con AVERE
Perché diciamo ‘HO CAMMINATO’ e non ‘SONO CAMMINATO’ se CAMMINARE è un VERBO DI MOVIMENTO?
Probabilmente hai imparato che i verbi di movimento, come andare, arrivare, partire, tornare, usano l’ausiliare ESSERE nei tempi composti.
Quindi diciamo:
sono andato, sei partita, siamo tornati… tutto logico, no?
A questo punto è normale pensare: “Camminare è un movimento, quindi dovrei dire “sono camminato”
Ma non è così!
Il verbo CAMMINARE, come anche CORRERE, VIAGGIARE e PASSEGGIARE, si coniugano con l’ausiliare AVERE.
Quindi diciamo:
Sabato scorso ho corso una maratona!
Io e Maria abbiamo camminato molto stamattina.
Mia sorella ha viaggiato tutta la notte in treno.
Ma quindi… come facciamo a sapere quando usare ESSERE e quando AVERE con questi verbi?
Ecco il segreto:
Se il verbo esprime solo un’azione generica, senza indicare una destinazione precisa, usiamo AVERE. In altre parole: se non stai andando verso un luogo preciso, allora scegli AVERE.
Vediamo meglio con degli esempi:
CAMMINARE è un’azione generica. Non posso dire: “io cammino a un luogo” – questa frase non esiste in italiano!
Se voglio esprimere una direzione, devo usare il verbo andare.
Quindi con CAMMINARE usiamo l’ausiliare AVERE → Ho camminato tutto il giorno.
Lo stesso vale per VIAGGIARE: in italiano non si dice: “io viaggio a Londra”, è una costruzione sbagliata!
Viaggiare indica solo l’azione in sé, non la meta.
Perciò, anche qui usiamo AVERE → Ho viaggiato.
CORRERE invece può usare entrambi gli ausiliari, a seconda del significato.
Se descrivo solo l’azione usiamo AVERE → Ho corso 10 km stamattina.
Se esprimo una destinazione usiamo ESSERE → Sono corso a casa perché ha iniziato a piovere (col significato di “andare velocemente”)
È più chiaro adesso?
Ausiliare con il verbo PIACERE
Una domanda che spesso gli studenti mi chiedono è:
Perché diciamo “MI È PIACIUTO” e non “HO PIACIUTO” se il soggetto sono io?
La risposta è semplice:
Con il verbo piacere, il soggetto grammaticale è la COSA CHE PIACE, non la persona.
Vediamo degli esempi:
Mi è piaciuto molto il concerto. (Il soggetto della frase è “il concerto” e infatti potremmo anche cambiare l’ordine degli elementi della frase, che diventa → Il concerto è piaciuto molto A ME.)
Ci sono piaciuti i tuoi amici! (Il soggetto della frase è “i tuoi amici”. → I tuoi amici sono piaciuti molto A NOI.)
Quindi con il verbo PIACERE l’ausiliare è ESSERE e, anche in questo caso, si concorda in base all’OGGETTO che ci piace:
Mi è piaciuta molto la torta!
Ti sono piaciuti i biscotti che ho fatto?
Verbi con doppio ausiliare - INIZIARE, FINIRE…
Io ho finito il progetto.
Il film è già finito!
Qual è la differenza tra queste due frasi? Nella prima frase abbiamo un soggetto, cioè “io”, e un oggetto diretto, cioè “il progetto”.
Nella seconda frase abbiamo sempre un soggetto, “il film”, ma non abbiamo un oggetto, l’azione è sul soggetto stesso!
Quando abbiamo un oggetto diretto nella frase usiamo AVERE (qualcuno inizia qualcosa), quando invece NON abbiamo un oggetto diretto e generalmente il soggetto è una cosa inanimata, come un film o un evento (qualcosa inizia) allora usiamo ESSERE.
La stessa regola vale per i sinonimi di FINIRE: CONCLUDERE e TERMINARE e con il verbo INIZIARE, e i suoi sinonimi - COMINCIARE e INCOMINCIARE.
Vediamo altri esempi!
Ho iniziato una nuova serie TV. (Il soggetto è “io” e l’oggetto è “una nuova serie TV” → Ausiliare AVERE.)
È iniziata una bellissima serie TV sulla Rai. (Il soggetto è “una bellissima serie TV” e non c’è un oggetto diretto. → Ausiliare ESSERE.)
È piovuto o Ha piovuto?
Sicuramente ti è capitato di chiederti quale ausiliare usare con il verbo PIOVERE.La buona notizia è che entrambi gli ausiliari sono corretti, quindi possiamo scegliere:
Ha piovuto ieri.
È piovuto ieri.
PENSARE DI o PENSARE A?
In italiano, pensare può essere seguito da due preposizioni diverse: DI e A, ma quando usiamo una e quando l’altra?
PENSARE A
Si usa PENSARE A quando rivolgiamo i nostri pensieri o riflessioni su persone, luoghi, o cose. In altre parole, quando pensiamo a qualcosa o qualcuno in modo generale.
Ecco degli esempi:
Penso a te ogni giorno. (I miei pensieri sono rivolti a te ogni giorno.)
Sto pensando a cosa fare nel weekend. (In questo momento i miei pensieri sono rivolti a cosa farò nel weekend.)
Oppure significa occuparsi di qualcuno, ad esempio:
Simona pensa sempre ai suoi nipoti. (Lei si occupa di loro, se ne prende cura, in modo concreto.)
PENSARE DI
Si usa PENSARE DI quando vogliamo decidere, prendere una decisione o progettare qualcosa, ad esempio:
Luca sta pensando di iscriversi a un corso di italiano. (Luca sta progettando di iscriversi al corso di italiano, sta decidendo se iscriversi al corso di italiano oppure no.)
Penso di andare al cinema stasera. (Non ho ancora deciso, ma sto decidendo se andare al cinema o no.)
In generale, abbiamo la struttura PENSARE + DI + VERBO ALL’INFINITO.
Oppure usiamo PENSARE DI quando abbiamo un’opinione su qualcuno o qualcosa, ad esempio:
Che cosa pensi di questa idea? (Qual è la tua opinione su questa idea?)
Cosa pensi di Maria? (Qual è la tua opinione su Maria?)
Giovanni pensa di essere bravo nel suo lavoro.
Per ripetere, vediamo questi due esempi:
Ci penso io a cucinare stasera.
Penso di cucinare stasera.
Qual è la differenza?
Nella prima frase, con PENSARE A, significa che io mi occupo di cucinare stasera e non qualcun altro. Nella seconda frase, con PENSARE DI, significa che io sto progettando, sto prendendo la decisione di cucinare ma non ne sono sicuro. Capito?
Fantastico! La lezione di oggi finisce qui. Per qualsiasi domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito.
Io ti saluto e ci sentiamo nella prossima lezione!
Un abbraccio,
Teacher Stefano
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