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  • I verbi riflessivi

    Vediamo come funzionano i verbi riflessivi in italiano! Ciao a tutti e benvenuti in una nuovo articolo! Oggi parleremo dei verbi riflessivi. Questi verbi creano moltissimi problemi agli studenti, che spesso non sanno usarli in modo corretto. Ma non preoccuparti perché con il video di oggi li capirai e saprai usarli proprio come un vero italiano o una vera italiana! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Prima di tutto cerchiamo di capire qual è la differenza tra un verbo riflessivo e un verbo non riflessivo. Osserva queste due frasi Marco lava i piatti. Marco si lava. Nella prima frase vediamo che Marco lava un altro oggetto, cioè i piatti, mentre nella seconda frase Marco fa la stessa azione, ma su se stesso, cioè Marco lava se stesso. Benissimo! Se capisci questo hai capito i verbi riflessivi: in italiano usiamo i verbi riflessivi quando il soggetto fa un’azione su se stesso, cioè la persona che fa l’azione la fa su se stesso! Facciamo un altro esempio! La mamma sveglia Lucia per andare a scuola. La mamma si sveglia. Qual è il verbo riflessivo in queste due frasi? Si sveglia! Perché? Perché la mamma sveglia se stessa, mentre nella prima frase la mamma sveglia Lucia, quindi sveglia un’altra persona. Ottimo! Sono sicuro che adesso hai capito cosa sono i verbi riflessivi! Adesso andiamo a vedere com’è la loro coniugazione. Al presente è molto semplice, dobbiamo seguire le regole del presente indicativo regolare e aggiungere prima del verbo i pronomi riflessivi mi (io), ti (tu), si (lui/lei), ci (noi), vi (voi), si (loro). Facciamo un esempio, così sarà molto più semplice da capire. Facciamo il presente indicativo del verbo svegliarsi. Presente Io mi sveglio Tu ti svegli Lui/Lei si sveglia Noi ci svegliamo Voi vi svegliate Loro si svegliano Come vedi è molto semplice! Il verbo svegliare è al presente indicativo, non ci sono cambiamenti. Devi solo aggiungere le particelle prima del verbo e il gioco è fatto! Mi raccomando, le particelle vanno sempre prima del verbo! Il passato prossimo, invece, è un po’ diverso perché i verbi riflessivi vogliono sempre il verbo essere al passato! Sempre, non ci sono eccezioni. Questa regola, ovviamente, non vale solo per il passato prossimo, ma per tutti i tempi verbali composti, come trapassato prossimo, futuro anteriore, congiuntivo passato, ecc. Quindi fai molta attenzione perché quando hai un verbo riflessivo devi usare l’ausiliare essere. Questo significa, ovviamente, che il participio si comporterà come un aggettivo, e che quindi cambierà in genere e in numero in base al soggetto della frase. Facciamo qualche esempio, così sarà più facile per te da capire. Ieri Luca era stanchissimo, perciò si è svegliato tardi. In questa frase il soggetto è Luca, quindi è maschile e singolare. Per questo motivo, quando metteremo il verbo riflessivo al passato useremo il participio passato maschile, singolare, quindi svegliato. E se invece il soggetto è Maria? Ovviamente in questo caso non avremo svegliato, ma svegliata, perché il soggetto è femminile e singolare, quindi la frase sarà: Ieri Maria era stanchissima, perciò si è svegliata tardi. Cambiamo ancora il soggetto! Facciamo adesso la frase con entrambi, quindi sia con Maria sia con Luca. Ieri Maria e Luca erano stanchissimi, perciò si sono svegliati tardi. Come puoi vedere abbiamo usato svegliati, quindi il participio con la i, perché i soggetti sono due: quando abbiamo un soggetto maschile e uno femminile o comunque un gruppo misto in italiano usiamo sempre la forma maschie. Se invece il nostro soggetto è formato da due donne o da un gruppo di donne, allora potremo usare il femminile plurale. Quindi, per esempio, possiamo dire: Ieri Maria e Giovanna erano stanchissime, perciò si sono svegliate tardi. Ecco, in questo esempio i soggetti erano due ragazze, quindi abbiamo usato il participio plurale femminile. Adesso vogliamo rivedere tutta la coniugazione del verbo svegliarsi al passato prossimo? Passato prossimo Io mi sono svegliato/a Tu ti sei svegliato/a Lui/Lei si è svegliato/svegliata Noi ci siamo svegliati/e Voi vi siete svegliati/e Loro si sono svegliati/e Un ultimo punto importante da conoscere prima di finire la lezione di oggi è che a volte i verbi cambiano di significato quando diventano riflessivi. Un caso importante da conoscere è il verbo sentire. Quando questo verbo NON è riflessivo il suo significato è quello di ascoltare, usare le orecchie per l’udito. Un altro significato è anche quello di provare delle sensazioni come sentire caldo e freddo. Quando invece il verbo diventa riflessivo il significato cambia! Infatti, sentirsi si usa per chiedere o dire lo stato di salute fisica o mentale di una persona. Vediamo degli esempi: Ho sentito un rumore dalla cantina, andiamo a vedere! Sento molto caldo, apri la finestra per favore. - Come ti senti? - Mi sento meglio oggi, grazie! Mi sento molto triste oggi. Molto bene! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta! Se hai delle domande puoi mandarmi un messaggio nella sezione contatti del sito. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • I connettivi temporali

    Vediamo come usare i connettivi temporali in italiano! Ciao e benvenuto/a in un nuovo articolo. Oggi parleremo di alcuni connettivi della lingua italiana che spesso creano problemi agli studenti come ormai, ora,  finché, ecc.. Li conosci? Anche per te sono difficili da capire? Oggi li spiegheremo in modo semplice e chiaro. Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Ora vs Ormai Queste due parole hanno significati simili, ma con sfumature diverse. La parola ora rappresenta il momento attuale, quindi il momento in cui sto parlando. Per esempio: Vieni qui ora, per favore. Ora che vuoi fare? In entrambe le frasi ora indica il momento in cui sto parlando. Ricorda che ora è un sinonimo di adesso, sono la stessa cosa! Ormai indica una certa evoluzione o cambiamento nel tempo di un’azione e probabilmente adesso non può più cambiare. In altre parole, quando usiamo ormai oppure oramai, che hanno lo stesso significato, stiamo sottolineando il cambiamento che c’è stato indicando una condizione o una realtà che non può essere cambiata o che è inevitabile. Ecco qualche esempio: Ormai è troppo tardi per cambiare idea. In questa frase stiamo dicendo che abbiamo preso una decisione e non possiamo più cambiarla. Ormai abbiamo finito di preparare la cena. Abbiamo finito di preparare la cena e non possiamo più tornare indietro, quindi non possiamo cambiare quello che abbiamo cucinato. Adesso ti faccio una domanda: puoi sostituire ormai con ora? La risposta è sì, ma se usi ormai il significato è un po’ diverso perché sottolinei il fatto che non puoi cambiare la situazione e fai capire che sei un po’ triste per questo. Finché vs Finché non Questi due connettivi sono molto simili, ma hanno delle sfumature di significato diverse. Iniziamo con qualche esempio! Puoi giocare fuori finché c’è il sole. Continueremo a lavorare finché il progetto sarà pronto. La prima frase significa che puoi giocare se c’è il sole e per tutto il tempo in cui il sole ci sarà, quindi finché indica tutto il periodo in cui c’è il sole. Quando finisce questo periodo, quindi quando non c’è più il sole, non potrai più giocare. Nella seconda frase, invece, noi continueremo a lavorare tutto il tempo che serve per fare in modo che il progetto sia pronto. Qui, finché indica fino al momento in cui il progetto sarà pronto. Dopo questo momento, quindi quando il progetto sarà pronto, noi smetteremo di lavorare. Quindi possiamo dire che finché significa per tutto il tempo in cui oppure fino al momento in cui si verifica un evento. In entrambi i casi, questo evento si verifica, la mia azione finisce. ⚠️Attenzione 1: quando finché ha il significato di fino al momento in cui spesso aggiungiamo il NON e questo non cambia il significato della frase. In realtà però noi italiani quando usiamo finché nel senso di fino al momento in cui aggiungiamo anche il NON. Questo non non cambia il significato della frase, però lo usiamo lo stesso. Infatti, possiamo riscrivere la frase di prima: Continueremo a lavorare finché il progetto sarà pronto. Continueremo a lavorare finché il progetto NON sarà pronto. Queste due frasi sono uguali, ma l’uso di NON è più comune! ⚠️Attenzione 2: quando finché ha il significato di per tutto il tempo in cui il NON cambia drasticamente il significato della frase. Finché andavo all'università, ero felice → per tutto il tempo in cui andavo all’università ero felice, poi ho smesso di andarci e ho smesso di essere felice. Finché non andavo all'università, ero felice → per tutto il tempo in cui NON andavo all’università ero felice, poi ho iniziato l’università e ho smesso di essere felice. È chiaro? Ricorda anche che finché e finché non hanno due varianti molto comuni: Fino a quando Fino a quando non Finora e fino a ora Questi due connettivi sono molto interessanti perché in realtà non c’è una vera e propria differenza di significato, ma semplicemente quando uso finora parlo in modo più neutro, mentre con fino a ora metto più enfasi sul momento presente. In ogni caso, questi connettivi indicano un periodo di tempo che è iniziato nel passato ed è continuato in questo momento, il momento in cui sto parlando. Come sempre, ecco qualche esempio. Non ho ricevuto notizie da lui finora / fino a ora. Fino a ora / finora, tutto è andato secondo i piani. Fino a ora / Finora non avevi capito i connettivi temporali, ma adesso sono sicuro che li saprai usare benissimo. Come puoi vedere, in tutte le frasi posso usare entrambi i connettivi, quello che cambia è l’enfasi. ​​Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Prendere, prendersi e prendersela

    Conosci i verbi prendere, prendersi e prendersela e i loro significati? Ciao a tutti e benvenuti in nuovo articolo! Oggi parleremo dei verbi prendere, prendersi e prendersela. Questi verbi possono sembrare simili, ma in realtà hanno significati diversi! Questo perché aggiungono dei pronomi che cambiano il significato originale del verbo e infatti si chiamano verbi pronominali. Sai cos’è un verbo pronominale? Leggendo questo articolo lo scoprirai! Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Prendere Il verbo prendere è molto comune in italiano e, in generale, significa afferrare qualcosa, ma può assumere anche il significato di ottenere o comprare qualcosa. Utilizziamo questo verbo anche con i mezzi pubblici, infatti in Italia noi prendiamo un bus, ma anche il taxi o la metro. Ad esempio: Prendere un libro: indica l’azione di afferrare un libro con le mani o, in alcuni casi, può essere usato con il significato di comprare un libro. Prendere una penna : indica l’azione di afferrare una penna con le mani. Prendere un cane: significa adottare o comprare un cane. Prendere la metro: utilizzare la metro per spostarsi. Prendersi Questo verbo non è altro che la forma riflessiva del verbo prendere, cioè indica che il soggetto fa l’azione su se stesso, quindi “prende per se stesso”. Di solito questo verbo è usato anche con il significato di assumersi una responsabilità, cioè affermare che la responsabilità per qualcosa è mia. Ovviamente, visto che si tratta di un verbo riflessivo, seguirà le regole dei verbi riflessivi, quindi il pronome si cambierà a seconda della persona, mentre al passato prossimo dovrai usare sempre il verbo essere come ausiliare Esempi: Mi prendo un bel caffè: prendo un caffè per me stesso. Ci siamo presi le nostre responsabilità. Luca si è preso una pausa dal lavoro, aveva bisogno di riposarsi un po '. ⚠️Attenzione: a volte il verbo “prendere” e “prendersi” sono intercambiabili. In italiano posso dire in entrambi i modi: Prendo un caffè e scendo. Mi prendo un caffè e scendo. Le due frasi sono entrambe accettate in italiano, ma dal punto di vista dell’uso la seconda è molto più comune o comunque è molto usata nell’italiano colloquiale per mettere più enfasi sul soggetto. Prendersela Questo verbo nasce dall’unione del verbo prendere + il pronome riflessivo si + il pronome oggetto diretto singolare e femminile la. Quando due pronomi si incontrano, il primo trasforma la -i in -e, per questo non abbiamo prendersila, ma prendersela. Vediamo la coniugazione di questo verbo: ⚠️Attenzione: al passato prossimo devi fare attenzione a due regole importanti! Il pronome la è un pronome oggetto diretto femminile singolare e non cambia mai nella coniugazione di questo verbo! Per questo motivo, il participio passato si adatta a questo pronome e sarà sempre femminile, per questo motivo, come puoi vedere dalla coniugazione, non abbiamo preso, ma presa. Al passato usiamo sempre il verbo essere come ausiliare perché prendersela è formato anche dal pronome si, che è un pronome riflessivo, quindi il verbo seguirà tutte le regole dei verbi riflessivi. Ma cosa significa prendersela? Il verbo prendersela significa arrabbiarsi o offendersi per qualcosa, Ecco qualche esempio! Non te la prendere! Marco sta scherzando, non voleva offenderti. Me la sono presa molto per come ha risposto Giovanna, è stata molto critica, poteva dire le cose in modo diverso e più gentile. ⚠️Attenzione: nota che se dopo il verbo prendersela vogliamo specificare il motivo per cui ci siamo arrabbiati, generalmente dobbiamo usare la preposizione per. Te la sei presa per quello che ha detto tua madre? Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • I pronomi doppi in italiano

    Hai mai visto o sentito cose come me lo, glielo, ce ne, ecc? Questi si chiamano pronomi doppi e oggi capiremo come funzionano! Prima di tutto cerchiamo di capire quali sono i pronomi che si uniscono e soprattutto capire come si uniscono. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! I pronomi diretti e indiretti Cominciamo con un esempio: Regalo a mio padre questa borsa. Immaginiamo che io sto parlando con te, siamo in un negozio e abbiamo già parlato di questa borsa. In questo caso è inutile ripetere la parola borsa, quindi posso sostituirla con un pronome. Il pronome sarà diretto, perché tra il verbo regalare e “questa borsa” non c’è nessuna preposizione, quindi questa borsa è un oggetto diretto. Dato che è una parola femminile e singolare, useremo il pronome diretto la. Quindi posso dire: La regalo a mio padre. Se invece stiamo parlando di mio padre, quindi non voglio ripetere la parola “padre” più volte posso sostituirla con un pronome indiretto, perché tra il verbo regalare e io padre” c’è la preposizione a, grazie alla quale capiamo che si tratta di un oggetto indiretto. Per sostituire mio padre, quindi, dovrò usare un pronome di terza persona singolare maschile. In italiano questo pronome è gli, quindi avremo: Gli regalo questa borsa. Può anche succedere, però, che decidiamo di sostituire tutte e due le cose, quindi “mio padre” e “questa borsa”. Per esempio, se stiamo già parlando del fatto che voglio fare un regalo a mio padre e mentre parliamo ho visto la borsa che mi piace, non ho bisogno di ripetere di nuovo le due parole, posso usare dei pronomi che rendono la comunicazione molto più semplice e veloce! Gliela regalo! Ecco, quindi, che abbiamo unito i due pronomi, l’indiretto gli e il diretto la e abbiamo formato la parola gliela. I pronomi diretti che si combinano sono solo quattro e sono: Lo: oggetto maschile singolare. La: oggetto femminile singolare. Li: oggetto maschile plurale. Le: oggetto femminile plurale. A questi, possiamo aggiungere il nostro carissimo pronome ne, che funziona proprio come un pronome diretto quando parliamo di una quantità. Per quanto riguarda i pronomi indiretti, invece, possiamo usarli tutti, perché dipende dalla persona che dobbiamo sostituire! Ricordi i pronomi indiretti? Vediamo qui una tabella! Come si combinano i pronomi? Per unire questi pronomi devi imparare solo due regole: Tutti i pronomi, tranne quelli di terza persona, modificano la -i in -e, quindi non avrai mi lo o ti la, ma me lo o te la. Per queste persone, i pronomi sono sempre separati! Alla terza persona singolare e plurale usiamo sempre il pronome gli (anche per il femminile) e lo uniamo a quelli diretti attraverso la lettera e, quindi avremo gli+e+lo, la, le o li. A volte (principalmente nei verbi pronominali) possiamo combinare anche il pronome si riflessivo che comunque cambia la “i” in “e”. Ora vediamo qualche esempio con i pronomi doppi: Offriamo una cena a te volentieri → Te la offriamo volentieri. Do a Maria il libro → Glielo do. Manda la foto a me → Mandamela (nota in questo caso i pronomi attaccati e alla fine del verbo perché abbiamo un imperativo) A che ora se ne sono andati? (nota in questo caso l’uso dei pronomi doppi con un verbo pronominale) ⚠️Attenzione: il pronome ci può essere utilizzato anche con il significato di locativo, quindi sostituire un luogo di cui abbiamo già parlato prima. Spesso, quindi, quando vediamo la combinazione ce ne, il ci può sostituire un posto invece di a noi. Ad esempio. Hai preso i libri che ti ho chiesto? Sì, ma non tutti, ce ne sono alcuni sul tavolo. Benissimo! Abbiamo finito con la lezione di oggi. I pronomi doppi sono davvero molto frequenti in italiano quindi ti consiglio di memorizzarli. E come sempre se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Tutti gli usi di SI in italiano

    Scopri tutti gli usi di SI in italiano! Ciao a tutti e benvenuti a una nuova lezione! Oggi parleremo della parola italiana si che può avere tantissimi significati in italiano, dipende da come si usa! Iniziamo subito! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Sì Prima di tutto la parola sì, quando ha l’accento, serve a confermare qualcosa, quindi praticamente è il contrario di no. Ad esempio: Ti piace questo film? Sì, mi piace! Questo sì serve per confermare che il film piace. Attenzione! Quando scriviamo questa parola, per far capire che stiamo usando il sì affermativo, dobbiamo scriverla con l’accento. Non cambia niente quando parli, ma quando scrivi è importante mettere questo accento perché in questo modo lo distingui dagli altri significati che stiamo per vedere insieme. Si riflessivo Sicuramente conosci verbi come svegliarsi, alzarsi, lavarsi, ecc. Questi verbi in italiano si chiamano verbi riflessivi, perché servono a descrivere un’azione che il soggetto fa su se stesso generalmente. Ti faccio un esempio: Luca sveglia Maria. Luca si sveglia. Nella prima frase Luca sveglia un’altra persona, cioè Maria. Nella seconda frase, invece, Luca sveglia se stesso, quindi il soggetto della frase, cioè Luca, svolge l’azione su se stesso. Per esprimere questo concetto, si usano dei verbi che sono chiamati riflessivi. Per far capire che un verbo è riflessivo, si aggiunge -si all’infinito. Quindi, per esempio dal verbo svegliare abbiamo svegliarsi, verbo riflessivo. Quando poi andiamo a coniugare questo verbo riflessivo, la particella si ritorna alla terza persona singolare e plurale. Vediamo tutto il verbo riflessivo svegliarsi. Io mi sveglio Tu ti svegli Lui/Lei si sveglia Noi ci svegliamo Voi vi svegliate Loro si svegliano Si reciproco Quando parliamo del si riflessivo dobbiamo fare attenzione a non confonderlo con il si reciproco. Anche in questo caso partiamo da un esempio: Andrea e Giovanna si amano. Che romantici! In questa frase non stiamo dicendo che Andrea e Giovanna amano se stessi (anche se teoricamente anche quello potrebbe essere il significato!), ma stiamo dicendo che Andrea ama Giovanna e Giovanna ama Andrea, quindi i due soggetti provano il sentimento uno nei confronti dell’altro. Anche per esprimere questa idea possiamo usare il si, che si definisce reciproco, cioè è un si che ci fa capire che Andrea e Giovanna si amano l'un l’altra e viceversa. I pronomi reciproci possono essere anche ci (ci amiamo) e vi (vi amate). Chiaramente sono solo plurali perché appunto l’azione e tra due persone! Si passivante Andiamo avanti perché gli usi di questa parola non sono finiti. In italiano, infatti, possiamo utilizzare il si anche per rendere un verbo passivo! Ti ricordi come si fa una frase passiva? Facciamo un esempio: Questo negozio vende i biglietti del concerto. I biglietti del concerto sono venduti da questo negozio. Queste frasi sono entrambe corrette, solo che una è attiva e l’altra è passiva. La prima è attiva perché abbiamo un soggetto, il negozio, che fa l’azione di vendere i biglietti. La seconda, invece, è passiva, perché il soggetto, cioè i biglietti del concerto, non fanno un’azione, ma la subiscono, la ricevono. In altre parole: l’azione è sempre la stessa, cioè vendere i biglietti, ma la costruzione della frase è diversa. La seconda frase è chiaramente quella passiva. Questa seconda frase, in italiano, può essere anche detta in un altro modo, cioè con il si passivante, che in realtà è molto più comune perché più facile da dire! I biglietti del concerto si vendono in questo negozio. Per trasformare la frase in passiva bisogna usare il si + il verbo alla terza persona singolare o plurale in base al soggetto. Qui diciamo si vendono perché biglietti è plurale. Vediamo un esempio con un soggetto singolare: In questa panetteria si vende un pane delizioso (in questa panetteria è venduto un pane delizioso) Qui usiamo si vende perché pane è singolare! Si impersonale Siamo arrivati all’ultimo uso possibile di questa particella: l’uso impersonale. Sai che significa quando una frase è impersonale? Significa che non c’è un soggetto preciso, ma che stiamo parlando in generale, senza riferirci a una persona precisa. Per esempio: Marco fa colazione con cornetto e cappuccino. In Italia si fa colazione con cornetto e cappuccino. Nella prima frase abbiamo un soggetto preciso: Marco. Nella seconda frase, invece, non abbiamo un soggetto preciso, stiamo parlando in generale, cioè stiamo dicendo che le persone, in generale, fanno colazione con cornetto e cappuccino. Questo si impersonale segue delle regole molto precise: Se dopo il si c’è un verbo e poi non c’è un oggetto, allora il verbo è alla III persona singolare. Per esempio: In Italia si mangia poco a colazione. Come puoi vedere, dopo il si abbiamo il verbo “mangiare” alla terza persona singolare. Non abbiamo un oggetto dopo “mangiare” Se invece abbiamo un oggetto, allora il verbo concorderà con questo oggetto. Facciamo sempre qualche esempio: In Italia il 24 dicembre si fa una cena a base di pesce. Su Youtube si trovano tantissimi video utili di Teacher Stefano. In entrambe le frasi abbiamo un oggetto dopo il verbo: nella prima frase l’oggetto è una cena, è singolare, quindi anche il verbo fare è singolare; nella seconda frase, invece, l’oggetto è tantissimi video, quindi è plurale, quindi il verbo sarà alla terza persona plurale. Può capitare che dopo il verbo non ci sia nè un oggetto nè un verbo, ma un aggettivo. In questo caso, l’aggettivo è sempre al plurale maschile. Facciamo anche qui un esempio: Se non si è attenti durante la lezione, sarà difficile fare i compiti a casa. Come puoi vedere, dopo il verbo essere c’è l’aggettivo attenti, che è al plurale. L’ultimo caso che voglio presentarti è quello del si impersonale + un verbo riflessivo. Il verbo, come sai, va sempre alla terza persona, può essere singolare o plurale. In questo modo ci sarebbero 2 si: quello del verbo riflessivo e quello impersonale. Per evitare questo, il si impersonale diventa ci. Ti faccio un esempio! Voglio dire che in Italia di solito le persone si svegliano presto la mattina per andare a lavoro. Prima di tutto devo usare il verbo svegliarsi, che è riflessivo. Dopo il verbo svegliarsi c’è un avverbio, quindi non un oggetto, quindi il verbo va alla terza persona singolare, cioè si sveglia. Adesso dovrei inserire il si impersonale, quindi la frase sarebbe: in Italia si si sveglia presto la mattina per andare a lavoro. Ma senti che suona malissimo? Per questo motivo usiamo il pronome ci al posto del si impersonale, quindi avremo: In Italia ci si sveglia presto la mattina per andare al lavoro. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • 5 programmi Netflix da guardare

    Scopri questi programmi Netflix da guardare per migliorare in italiano! Ciao e benvenuti in un nuovo articolo! Oggi ti consiglierò 5 programmi Netflix da guardare ora per migliorare il tuo italiano. Per ogni programma ti dirò anche il livello e gli accenti che sentirai dagli attori. Questo è sicuramente molto importante per capire la difficoltà di un programma e scegliere quello più adatto a te! Iniziamo! Luna Park Livello: A2 Accenti: romano, neutro Trama: La serie, ambientata nel 1962, parte dalla scoperta del legame tra due sorelle separate alla nascita. Le due ragazze sono di estrazione sociale opposta: Nora, una cartomante di famiglia circense, e Rosa, nata in una famiglia benestante. Link trailer: Luna Park | Trailer Ufficiale | Netflix 7 donne e un mistero Livello: A2 Accenti: principalmente neutro Trama: Ambientato negli anni '30, questo film inizia con l'omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, durante la vigilia di Natale. Sette donne si ritrovano intrappolate in una villa, ognuna con un possibile movente per l'omicidio. La tensione sale mentre cercano di scoprire chi è il colpevole. È una commedia divertente e rilassata. Link trailer: 7 donne e un mistero trailer La legge di Lidia Poët Livello: B1 Accenti: piemontese, neutro Trama: Questa serie italiana è ispirata alla vera storia di Lidia Poët, la prima avvocata in Italia. Ambientata alla fine del XIX secolo, segue le lotte di Poët contro le convenzioni di genere e le battaglie legali per affermare il suo diritto di praticare la legge in un'epoca in cui le donne erano escluse da tale professione​. Link trailer: La legge di Lidia Poët | Trailer ufficiale | Netflix Italia L’incredibile storia dell’Isola delle Rose Livello: B2 Accenti: bolognese, altro Trama: Basato su una storia vera, questo film narra le vicende di Giorgio Rosa, un ingegnere che nel 1968 costruisce una propria isola al largo di Rimini e la dichiara uno stato indipendente. La sua utopia attira l'attenzione globale e il governo italiano, portando a sfide e confronti con le autorità internazionali​ Link trailer: L'Incredibile storia dell'Isola Delle Rose | Trailer ufficiale | Netflix Incastrati Livello: C1 Accenti: siciliano, altro Trama: Creata dal duo comico Ficarra e Picone, questa serie di commedie segue le disavventure di due tecnici televisivi sfortunati a Palermo. Dopo essersi trovati casualmente sulla scena di un crimine, cercano di scappare ma i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che li porta addirittura a dover fare i conti con la mafia. Link trailer: Incastrati | Trailer ufficiale | Netflix Italia Allora, ti piacciono questi consigli? Quale guarderai? Fammelo sapere! Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • IMPERFETTO in Italian: everything you need to know (ero, facevo, andavo...)

    Impara tutto quello che c'è da sapere sull'imperfetto in italiano! Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo! Oggi parleremo dell’imperfetto, un tempo verbale molto usato in italiano che a volte può creare delle difficoltà agli studenti! Nell'articolo di oggi ci concentreremo principalmente sulla coniugazione dell’imperfetto e sui suoi usi. Iniziamo subito! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! La coniugazione Coniugare un verbo all’imperfetto è davvero molto semplice! Normalmente quando abbiamo un verbo noi togliamo la desinenza dell’infinito e aggiungiamo quella del tempo in cui vogliamo coniugare il nostro verbo. Per esempio: Guardare → guard → guardo Per l’imperfetto, invece, non togliere tutta la desinenza dell’infinito ma solo -re. Poi aggiungi le desinenze dell’imperfetto. Per esempio: Guardare → guarda → guardavo Questo è molto conveniente, perché una volta che impari le desinenze dell’imperfetto, queste sono uguali per tutte le coniugazioni! Le desinenze sono: -vo -vi -va -vamo -vate -vano Ora vediamo la coniugazione di tre verbi all’imperfetto: Lavorare Io lavora-vo Tu lavora-vi Lui/Lei lavora-va Noi lavora-vamo Voi lavora-vate Loro lavora-vano Avere Io ave-vo Tu ave-vi Lui/Lei ave-va Noi ave-vamo Voi ave-vate Loro ave-vano Dormire Io dormi-vo Tu dormi-vi Lui/Lei dormi-va Noi dormi-vamo Voi dormi-vate Loro dormi-vano Facile no? Adesso voglio darti una bella notizia! Come sai in italiano esistono tantissimi verbi irregolari. Per questo motivo molti studenti pensano che sia una lingua difficile: per ogni tempo verbale ci sono tantissime eccezioni! Sarai felice di sapere che per l’imperfetto non è così! 🚨Gli unici verbi irregolari all’imperfetto sono essere, fare, dire e bere. Vediamo insieme la coniugazione! Essere Io ero Tu eri Lui/Lei era Noi eravamo Voi eravate Loro erano Fare Io facevo Tu facevi Lui/Lei faceva Noi facevamo Voi facevate Loro facevano Dire Io dicevo Tu dicevi Lui/Lei diceva Noi dicevamo Voi dicevate Loro dicevano Bere Io bevevo Tu bevevi Lui/Lei beveva Noi bevevamo Voi bevevate Loro bevevano E ora che sappiamo come coniugare l’imperfetto passiamo ai suoi usi! Gli usi L’imperfetto si usa principalmente in questi casi: Parlare di abitudini o azioni ricorrenti nel passato (da piccolo andavo in vacanza in Sicilia ogni anno) Fare descrizioni di persone o luoghi nel passato (l’hotel a Milano era sporco) Parlare di età o momenti della vita (quando avevo 6 anni, facevo nuoto) Fare una richiesta educata (volevo parlarti) Usiamo l’imperfetto anche quando abbiamo un’azione lunga interrotta da un’azione improvvisa. Per esempio: Mi ha chiamato mentre guidavo. In questo caso abbiamo due azioni. Io guidavo, quindi un’azione lunga e continua e improvvisamente qualcuno mi chiama, quindi interrompe l’azione che stavo svolgendo, cioè guidare. ⚠️Attenzione: Con la congiunzione mentre, al passato, di solito si usa sempre l’imperfetto, perché è una parola che ci fa capire che due azioni avvengono nello stesso momento. Per esempio: Mentre cenavo, guardavo un film. Questo esempio è simile a quello precedente perché abbiamo due azioni contemporanee e c’è il connettore mentre, ma c’è anche una piccola differenza. Nell’esempio di prima abbiamo un’azione che interrompe l’altra, invece in questo caso abbiamo solo due azioni che avvengono nello stesso momento e sono tutte e due continue! Ma la domanda ora è… quando usiamo l’imperfetto e quando il passato prossimo? Per rispondere a questa domanda ti consiglio di guardare questo video che ho pubblicato un po’ di tempo fa sul mio canale. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • FARE, FARSI, FARCELA: you need to know these verbs in Italian

    Sicuramente già conosci il significato del verbo fare, ma conosci il significato dei verbi farsi e farcela? Scopriamolo nell'articolo di oggi! Ciao a tutti e benvenuti in nuovo articolo! Oggi parleremo dei verbi fare, farsi e farcela. Questi verbi possono sembrare simili, ma in realtà hanno significati diversi! Questo perché aggiungono dei pronomi che cambiano il significato originale del verbo e infatti si chiamano verbi pronominali. Sai cos’è un verbo pronominale? Leggendo questo articolo lo saprai! Cominciamo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Fare Sono sicuro che conosci già il significato di questo verbo! È il verbo più usato della lingua italiana è può avere diversi significati. Quello più generico è creare qualcosa, ma può essere usato in molti modi, come probabilmente già sai. Esempi: Fare la doccia: indica l’azione di usare la doccia. Fare una domanda: indica l’azione di chiedere qualcosa. Fare un lavoro: significa proprio svolgere un lavoro. Fare una torta: creare, preparare una torta Sono sicuro che conosci tantissime espressioni con questo verbo italiano! È utilissimo perché puoi usarlo in tantissimi contesti, soprattutto se non conosci un termine più specifico. Farsi In realtà questo verbo è molto simile a fare, ma il fatto che ci sia il pronome si, ci fa capire che l’azione è rivolta verso noi stessi, non verso un’altra persona! Quindi sostanzialmente è un verbo riflessivo. Ti faccio qualche esempio: Esempi: Faccio una torta per il compleanno di Marta. Mi faccio una torta. In entrambi i casi sto facendo la stessa cosa: una torta! Ma c’è una differenza. Nel primo esempio faccio questa torta per un’altra persona, mentre nel secondo caso faccio la torta per me stesso. In italiano, quindi, quando stiamo facendo un’azione su noi stessi, possiamo usare la forma riflessiva del verbo fare, quindi farsi. ⚠️Attenzione: a volte il verbo “fare” e “farsi” sono intercambiabili. In italiano posso dire in entrambi i modi: Faccio una doccia e ti chiamo. Mi faccio una doccia e ti chiamo. Le due frasi sono entrambe accettate in italiano, ma dal punto di vista dell’uso la seconda è molto più comune. Farcela Questo verbo nasce dall’unione del verbo fare + ci + la. Quando due pronomi si incontrano, il primo trasforma la -i in -e, per questo non abbiamo farcila, ma farcela. Vediamo la coniugazione di questo verbo: Presente Io ce la faccio Tu ce la fai Lui/Lei ce la fa Noi ce la facciamo Voi ce la fate Loro ce la fanno Passato prossimo Io ce l’ho fatta Tu ce l’hai fatta Lui/Lei ce l’ha fatta Noi ce l’abbiamo fatta Voi ce l’avete fatta Loro ce l’hanno fatta ⚠️Attenzione: al passato prossimo devi fare attenzione a due regole importanti! Il pronome la è un pronome diretto femminile singolare. Per questo motivo, quando incontra il verbo avere, si toglie la -a e si mette l’apostrofo (‘), come hai visto nella coniugazione. Il participio del verbo fare concorda con il pronome la. Per questo motivo, come puoi vedere nella coniugazione, non abbiamo fatto, ma fatta, quindi ce l’ho fatta, ce l’abbiamo fatta, ecc. Ma cosa significa farcela? Il verbo farcela significa riuscire a fare qualcosa, quindi ottenere un risultato. Ecco qualche esempio! Ce l’ho fatta! Ho superato l’esame! Non ce la faccio ad andare al lavoro domani, sono troppo stanco. Nel primo esempio abbiamo un risultato. Chi parla ha superato un esame, quindi dice ce l’ho fatta nel senso di ci sono riuscito, ho ottenuto questo risultato. Nel secondo esempio, non ce la faccio, invece, abbiamo un’azione che non è stata ancora fatta, cioè andare a lavoro. Chi parla dice che non riesce ad andare a lavoro perché è molto stanco. ⚠️Attenzione: nota che se dopo il verbo farcela vogliamo usare un altro verbo allora dobbiamo usare la preposizione a. Ecco perché non ce la faccio AD andare al lavoro domani. Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del mio sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • ANCORA vs APPENA vs GIÀ in Italian: which one to use?

    Sai come usare ancora, appena e già in italiano? Ciao a tutti e benvenuti in nuovo articolo. Oggi parleremo di 3 avverbi molto usati nella lingua italiana: ancora, già e appena. Li conosci? Li hai mai sentiti? Oggi vedremo come si usano! Cominciamo subito a parlare del primo avverbio. Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Ancora Ancora significa anche ora, anche adesso. È un avverbio di tempo e indica che qualcosa di cui stiamo parlando, può essere un’azione o un oggetto, continua a durare dopo un po’ di tempo. In poche parole indica continuità. Un’azione è iniziata nel passato, un po’ di tempo fa, e continua ancora adesso. Ti faccio qualche esempio: Dopo 3 giorni ho ancora la febbre, devo andare urgentemente dal medico. C’è ancora del formaggio? A) Hai cambiato la macchina? B) Non ancora. Nel primo esempio è chiaro che la persona che parla ha avuto la febbre nel passato e anche adesso ha la febbre, in questo momento. Nel secondo esempio, invece, la persona chiede un oggetto, cioè il formaggio, che ha già mangiato prima e che desidera mangiare di nuovo, adesso, nel momento in cui sta parlando. L’ultimo esempio è un po’ diverso. Nel dialogo, infatti, la risposta non ancora significa che la persona vuole cambiare la macchina, ma in questo momento non lo ha fatto, lo farà nel futuro. In questo caso, quindi, la parola ancora serve per indicare che ho un programma per il futuro che non è stato realizzato in questo momento, ma che realizzerò. Già Anche la parola già è un avverbio di tempo e viene usato per indicare che nel momento in cui sto parlando un’azione è compiuta da tempo. Facciamo qualche esempio! Ho già lavato la macchina e fatto benzina, sono pronto per partire. Quando sono arrivato alla stazione il treno era già partito. Ero già maggiorenne quando sono andato in Francia. Nel primo esempio, io parlo dopo aver lavato la macchina e dopo aver fatto benzina, quindi la parola già serve a far capire che queste due azioni sono state fatte prima rispetto al momento in cui sto parlando. Nel secondo caso abbiamo una situazione molto simile: nel momento in cui sono arrivata il treno non c’era perché è partito prima del mio arrivo. Anche qui abbiamo un’azione che si è compiuta, quindi è finita, nel passato. Passiamo al terzo esempio! Qui diciamo che l’azione di essere o diventare maggiorenne era già successa quando sono andato in Francia. Nota che qui usiamo già dopo il verbo. ⚠️Attenzione: guarda la posizione di questo avverbio! Quando abbiamo un verbo al passato, già va tra l’ausiliare (essere o avere) e il participio! È anche interessante aggiungere un altro uso particolare dell’avverbio già. Vediamo questo esempio: A) Fa molto freddo oggi! B) Eh, già! In questo caso già è un’esclamazione e serve semplicemente per esprimere il fatto di essere d’accordo con quello che ha detto l’altra persona, per dire è vero. Chiaro? Appena ⚠️Attenzione: Molto spesso possiamo trovare questo avverbio anche con il “non”, quindi non appena, ma il significato è lo stesso. Anche questo ha un significato temporale e ci serve per sottolineare che due azioni avvengono una dopo l’altra, ma quasi nello stesso momento. Ti faccio qualche esempio per aiutarti a capire meglio! Ti chiamo appena arrivo a casa. Non appena leggi la mia email, chiamami. Ti ho chiamato appena ho saputo la notizia. In tutti e tre gli esempi abbiamo due azioni che avvengono una dopo l’altra, ma quasi nello stesso momento. In altre parole si potrebbe dire: Nel momento stesso in cui arrivi a casa ti chiamo. Quando hai finito di leggere la mia email chiamami subito Non ho nemmeno finito di sapere la notizia che subito ti ho chiamato. Questa idea di due azioni successive, ma quasi contemporanee, la capiamo proprio grazie al nostro avverbio (non) appena! Un altro uso importante dell’avverbio appena è per indicare una cosa che è successa un secondo fa, qualcosa che abbiamo appena fatto! Per esempio se tua mamma ti chiede di pulire la cucina ma tu hai finito di pulire la cucina un secondo fa, puoi dire: L’ho appena fatto! ​​Benissimo! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ci sentiamo presto. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • La CONCORDANZA dei tempi al congiuntivo italiano

    Leggi questo articolo per scegliere il giusto tempo del congiuntivo italiano in ogni frase! Il congiuntivo crea sempre problemi agli studenti in italiano soprattutto quando parliamo di concordanza, cioè scegliere il giusto tempo del congiuntivo in base al verbo della frase principale. Ma non ti preoccupare, in questo articolo ti spiegherò passo passo come funziona! Ho già fatto due articoli sul congiuntivo che potete trovare qui e qui. Vi consiglio assolutamente di leggere quelli prima, per comprendere bene questo. Facciamo però una breve ripetizione del congiuntivo: Il congiuntivo si usa nelle frasi dipendenti: credo che sia una buona idea. Il congiuntivo si usa quando nella frase principale abbiamo un verbo che esprime dubbio, paura, emozione, opinione, etc. Nella frase "credo che sia una buona idea" stiamo esprimendo un'opinione grazie al verbo credo. Il verbo della frase principale però influenza il tempo del congiuntivo che useremo nella frase dipendente. Esistono 4 tempi del congiuntivo: presente, imperfetto, passato e trapassato. Vi do la prima persona per ogni tempo del verbo essere: Presente: che io sia Imperfetto: che io fossi Passato: che io sia stato/a Trapassato: che io fossi stato/a Ora facciamo lo stesso per un altro verbo, per esempio andare: Presente: che io vada Imperfetto: che io andassi Passato: che io sia andato/a Trapassato: che io fossi stato/a Quindi noi dobbiamo scegliere il giusto tempo del congiuntivo in base a due fattori: IL TEMPO DEL VERBO DELLA FRASE PRINCIPALE LA RELAZIONE TEMPORALE TRA L'AZIONE DELLA FRASE DIPENDENTE E L'AZIONE DELLA FRASE PRINCIPALE Cerchiamo di capire meglio che cosa intendo. Prendiamo come esempio la frase di prima: "credo che sia una buona idea". In questo caso io credo adesso, in questo momento, sto formulando la mia opinione adesso che questa sia una buona idea adesso. Quindi come potete vedere le due azioni sono contemporanee, cioè accadono nello stesso momento, nel presente. Ma se l'idea è già stata realizzata? Cioè se l'idea di cui parlo è già avvenuta ma sto formulando la mia opinione nel presente? Allora userò il congiuntivo passato e dirò credo che sia stata una buona idea. Quindi per capire meglio ricordate che se la frase principale ha il verbo al presente, posso usare il congiuntivo presente se la seconda azione accade nello stesso momento nel presente o eventualmente nel futuro, mentre il congiuntivo passato se l'azione accade nel passato, prima, rispetto all'azione principale: Penso che Luca parta tra 2 ore (in questo caso futura) Credo che Luca sia ancora a casa (contemporanee presente presente) Penso che Luca sia partito due ore fa (presente passato) Presumo che Luca stia partendo adesso (presente progressivo) Cosa succede però se abbiamo un tempo passato nella frase principale, per esempio pensavo, credevo... In questo caso la situazione cambia! Qui abbiamo due scenari: Le due azioni accadono nello stesso momento del passato (contemporanee nel passato) Un'azione è più passata di un'altra azione già passato (anteriorità) Vediamo alcuni esempi: Pensavo che Luca partisse ieri (entrambi le azioni succedono nel passato ieri, pensavo ieri che Luca partisse ieri) Pensavo che ti piacesse il calcio (anche contemporanee nel passato) Pensavo che Luca fosse già partito (pensavo in un momento nel passato che Luca fosse già partito in un momento ancora più passato!) Attenzione: l'imperfetto viene usato anche per esprimere posteriorità nel passato ma non ne parliamo ora! Questo. si chiama futuro nel passato e se siete interessanti a questo argomento fatemi sapere! Ho creato per voi una tabella utile per ricordare queste regole. Attenzione però, come potete vedere al centro troviamo una linea rossa. Quella linea rossa non può essere attraversata! Questo significa che se usate un verbo al presente nella frase principale, non potete usare un congiuntivo imperfetto nella frase dipendente e viceversa. Questo significa quindi che dovrete scegliere solo tra due tempi del congiuntivo , non quattro! Se hai qualche domanda su questo argomento, non esitare a mandarmi un messaggio nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Espressioni utili all’imperativo

    Scopri queste frasi all'imperativo super utili in italiano! Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo! Oggi parleremo di alcune espressioni molto utili all'imperativo formale e informale. Come sai, usiamo l’imperativo per dare ordini o consigli, ma ci sono alcune espressioni all’imperativo che usiamo in contesti specifici. Diciamo che hanno un significato particolare che puoi conoscere solo se vivi in Italia o se leggi questo articolo! Vuoi partecipare ai miei corsi di italiano? Visita la mia online school! Prima di tutto ti chiedo: ti ricordi la coniugazione dell’imperativo? Se non la ricordi non ti preoccupare, puoi guardare questo video utile qui sotto per ripeterla. Ora iniziamo con le espressioni di oggi! Senti/Senta Senti è l’imperativo informale del verbo sentire, quindi si riferisce al “tu”: senti! (tu). Come vedi, è praticamente uguale al presente indicativo, tu senti. In italiano utilizziamo questa parola per attirare l’attenzione, per iniziare un discorso. Ovviamente è una parola che possiamo usare con amici, parenti o comunque con persone con cui abbiamo un certo rapporto. Se invece parliamo con un professore, con il nostro capo a lavoro o con una persona che non conosciamo dobbiamo usare l’imperativo formale, quindi senta che si riferisce a lei: senta! (lei). Ecco qualche esempio: Senti, secondo me è una buona idea andare al cinema domani. Senta, scusi, dov’è la metro? Non preoccuparti, questo è un modo molto educato per parlare con qualcuno. So che in altre lingue, come l’inglese, richiamare l’attenzione dicendo listen può essere un po’ maleducato. In italiano, invece, è solo un modo per attirare l’attenzione! Un’alternativa a senti o senta che puoi sentire è ascolta, che è l’imperativo informale, per il tu, e ascolti, come imperativo formale, per il Lei. Quindi, per esempio, avremo: Ascolta, penso che sia meglio non uscire stasera perché piove molto. Ascolti, purtroppo non riesco a finire questo lavoro per domani, mi dispiace. Ora passiamo alla prossima espressione utile all’imperativo! Dimmi/Mi dica Un’altra espressione super utile è dimmi, che nella sua versione formale diventa mi dica. Ma prima di spiegarti come si usano queste due espressioni, voglio farti capire bene come si formano. Dimmi è l’unione dell’imperativo del verbo dire alla seconda persona, che è irregolare, quindi è l’unione di di’ (tu) + il pronome mi, che significa a me. Praticamente stiamo dicendo “dici a me” una cosa. Quando abbiamo un imperativo informale e un pronome, il pronome si attacca subito dopo l’imperativo. ⚠️Attenzione: Con gli imperativi irregolari, come dire, c’è un fenomeno interessante quando uniamo il pronome, cioè il pronome raddoppia. Non abbiamo solo l’unione delle due parole, quindi di’ + mi, ma abbiamo anche il raddoppio della prima lettera del pronome, quindi praticamente scriviamo e diciamo due volte la m, quindi si dice dimmi e non dimi. Questo succede anche con altri quattro verbi: andare (vacci), fare (fammi), stare (statti), dare (dammi). Quando, invece, abbiamo l’imperativo formale, quindi dica, il pronome non si attacca alla fine ma si mette prima, quindi abbiamo mi dica e non dicami. Questo vale per tutti i verbi, non solo per quelli irregolari. Ma come usiamo questa espressione? In realtà si può usare in molti modi. Per esempio, se dici a un tuo amico “ti posso fare una domanda?” oppure “devo assolutamente raccontarti una cosa” sicuramente ti risponderà: dimmi! Se invece siamo in un ambiente formale la persona dirà: mi dica! Benissimo, ora passiamo alla prossima espressione! Fammi/Mi faccia Hai mai sentito frasi del tipo fammi vedere, fammi sapere, oppure fammi giocare con te? L’espressione fare + pronome oggetto indiretto + l’infinito in italiano può avere 3 significati: Fare in modo che Permettere Lasciare Quindi, i 3 esempi che ti ho fatto prima possono significare: Fammi vedere: permettimi o lasciami vedere Fammi sapere: fai in modo che io sappia, informami Fammi giocare con te: permettimi di giocare con te! Negli esempi sopra, però, il tempo verbale che abbiamo usato è l’imperativo. Come dire segue la stessa regola del raddoppiamento. Anche in questo caso, se ci troviamo in un contesto formale non dirò fammi sapere, ma mi faccia sapere. Adesso ti chiedo una cosa però: hai mai sentito dire fammi il piacere! È un’espressione italiana che usiamo quando siamo un po’ arrabbiati. Per esempio posso dire: Fammi il piacere di smetterla! Stai dicendo solo stupidaggini → quindi fammi il piacere è un modo per dire “per favore smettila” in modo un po’ arrabbiato! Dammi/Mi dia Per finire, ecco alcune espressioni molto comuni con il verbo dare all’imperativo + il pronome mi. Anche qui abbiamo il raddoppiamento, quindi avremo dammi o mi dia per i contesti formali. Ecco alcune espressioni utili con questo verbo: Dammi una mano Questa espressione significa aiutami. Per esempio: se stai facendo le pulizie a casa mentre tuo fratello sta guardando la televisione, potresti chiedergli aiuto e dirgli: dammi una mano! Immaginiamo un altro contesto. Sei al lavoro e un tuo superiore con cui non hai mai parlato sta spostando un tavolo, tu sei lì vicino, ti guarda e ti dice: mi dia una mano. Chiaramente questo significa che ti sta chiedendo di aiutarlo, ma siccome siete in un contesto formale userà la forma con il Lei. Dammi un minuto Questo è un modo per dire aspetta che possiamo usare quando una persona ci chiede di fare qualcosa e abbiamo bisogno di qualche minuto. Per esempio: se un tuo collega ti chiede di mandargli un file via email, ma tu in quel momento non ricordi bene dove si trova, puoi dirgli: “dammi un minuto, lo cerco e te lo invio”. In contesti formali diremo mi dia un minuto Dammi il cinque Usiamo questa espressione per chiedere a una persona di darci il cinque. Di solito si fa quando siamo d’accordo su qualcosa o vogliamo festeggiare un successo. Per oggi le espressioni utili con l’imperativo finiscono qui! Spero che la lezione di oggi ti sia piaciuta. Se hai qualche domanda, mandami un messaggio nella sezione contatti del sito e ti risponderemo il prima possibile. Un abbraccio, Teacher Stefano

  • Test B2 Italiano: test completo + conversazione

    Benvenuti al test B2 di Italiano! Guarda il video e segui le indicazioni sullo schermo. Prima di iniziare scarica il foglio delle risposte e alla fine ottieni risultati. Qui troverai anche dei link utili per studiare gli argomenti del test! Fammi sapere com'è andata! Foglio delle risposte: 📊 OTTIENI RISULTATI / GET RESULTS → download here Argomenti del test che puoi studiare su YouTube: Playlist sui verbi pronominali Passato Prossimo o Imperfetto in ITALIANO?: https://youtu.be/TmQsfk-B78o Imperativo in Italiano: https://youtu.be/fO0AWECBX8M Futuro nel Passato in Italiano. Condizionale Passato: https://youtu.be/_D4L0D7WfcI Futuro di supposizione e dubbio: https://youtu.be/JcnNjbUYzUk La CONCORDANZA dei tempi al congiuntivo italiano: come scegliere il tempo giusto in italiano: https://youtu.be/CGJwvOOp1Y0 Il PERIODO IPOTETICO in Italiano: https://youtu.be/cuuMW7Ex7Bk Periodo IPOTETICO della realtà e della possibilità in Italiano: https://youtu.be/DAhlJEisNTg Periodo IPOTETICO dell'IRREALTÀ in italiano: https://youtu.be/Te4orugkJCE Pronomi DOPPI in italiano: me lo, gliela, ve ne: https://youtu.be/nD1O2xYDaFM 10 alternative al verbo FARE: https://youtu.be/JvuTlV_9hv8 Un abbraccio, Teacher Stefano

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