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  • Preposizione DA con i verbi e parole

    Quando si usa la preposizione DA? Con le parole, con i verbi? E come si usa? lo scopriamo nell'articolo di oggi! La preposizione DA ha molti usi nella lingua italiana e nell'articolo di oggi approfondiremo il suo uso con le parole e con i verbi. 1. LUOGO L’uso principale della preposizione DA è quello di indicare provenienza: Io vengo dall’Italia Il treno arriva da Torino. Siamo partiti da casa di Luca. La preposizione DA si usa anche per esprimere il movimento che noi facciamo verso la casa o il posto di lavoro di una persona. Per esempio: Stasera vado da Chiara → Vado a casa di Chiara Stasera dormo da Chiara → Dormo a casa di Chiara Devo andare dal dottore → nell’ufficio, nello studio del dottore Quindi ricordate, quando vogliamo dire che stiamo andando verso una persona, che sia a casa di quella persona o il suo posto di lavoro dobbiamo usare sempre DA e mai A. 2. SCOPO La preposizione DA si può usare anche per specificare lo scopo di qualcosa, di un oggetto per esempio. Quindi noi possiamo dire il nome di un oggetto + la preposizione DA + l’uso dell’oggetto di cui stiamo parlando. Vi do alcuni esempi pratici per capire meglio: Un fucile da caccia → in questo caso io non sto parlando di qualsiasi fucile, ma di uno in particolare che serve per cacciare. Abito da sera → qui sto parlando di un abito elegante che appunto si indossa la sera. Il costume da bagno → cioè un costume che serve per fare il bagno nel mare, per nuotare. Il vestito da sposa → beh questo mi sembra abbastanza ovvio, l'abito femminile che si usa per sposarsi e si indossa al matrimonio. Il ferro da stiro → il dispositivo che serve per stirare. Ce ne sono davvero molti di questi esempi e sono molto utili! 3. TEMPO La preposizione DA si può usare anche in senso temporale per indicare che un’azione è iniziata nel passato ma continua ancora oggi. Questa struttura è molto importante in italiano perché diversa da molte altre lingue. Vi faccio un esempio: Vivo in Italia da 10 anni → come potete vedere qui io sto usando il presente del verbo vivere + la preposizione DA e il lasso temporale. Infatti io sto dicendo che ho iniziato a vivere in Italia 10 anni fa ma adesso vivo ancora in Italia! Ecco perché usiamo il presente, perché l’azione continua ancora adesso! Linda e Carlo sono sposati da 3 anni → quindi Linda e Carlo si sono sposati 3 anni fa e si spera che stiano ancora insieme! Studio italiano da 4 mesi → ho iniziato a studiare 4 mesi fa e continuo ancora adesso. Un altro uso temporale molto utile della preposizione DA, è con le parole che indicano un momento, uno stadio della vita. Per esempio: Da ragazzo, da bambino, da studente → in tutti questi casi io sto dicendo: quando ero ragazzo, quando ero un bambino, quando ero uno studente, etc Ma attenzione! possiamo applicare questo anche al futuro e dire → da grande, da adulto, da sposato, da vecchio (quando sarò grande, adulto, sposato, vecchio) Per esempio, una frase molto comune che si fa ai bambini utile per ricordare questo uso della preposizione DA è: che cosa vuoi fare da grande? Cioè, che lavoro vuoi fare quando sarai grande, un adulto? 4. CON L'INFINITO Per finire, la preposizione DA si usa anche con i verbi all’infinito, molto spesso in domande oppure con gli indefiniti (qualcosa, qualcuno, niente, nessuno). Vi faccio alcuni esempi pratici: Cosa c’è da mangiare? → In questo caso io sto chiedendo che cosa può essere mangiato, cosa è possibile mangiare. E in italiano possiamo esprimere questa idea con la preposizione DA. Se però il frigorifero è vuoto, possiamo rispondere → non c’è niente da mangiare, mi dispiace. Come vedete in questo caso io sto usando l’aggettivo indefinito niente. Altri esempi possono essere: Non c’è più niente da fare → non c’è più niente che può essere fatto. Cosa prendi da bere? → Cioè quale drink, bevanda ordinerai? Questi sono alcuni usi della preposizione DA e secondo me sono i più comuni in italiano e anche i più importanti. Ci sarebbero altri usi più particolari che se volete possiamo vedere in un altro articolo! Spero che questo articolo vi sia piaciuto! Se avete delle domande, non esitate a contattarmi nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Quando si usa l'articolo DETERMINATIVO in Italiano?

    Sono sicuro che già conosci gli articoli determinativi o definite articles (il, lo, la, i, gli, le, l') in italiano ma la domanda è: quando si usa e quando NON si usa l'articolo? Lo scopriamo nell'articolo di oggi! Esistono diversi articoli determinativi in italiano e si sceglie quello giusto in base al nome, genere e le iniziali della parola successiva. Gli articoli sono IL, LO, LA, I, GLI, LE e L’. Sono sicuro che già conoscete già le regole per scegliere il giusto articolo determinativo ma se non le conoscete non preoccupatevi! Potete trovarle in questo articolo! Nel video di oggi ci focalizziamo su quando si usa e quando NON si usa l’articolo determinativo! 1. Quando si usa? Per indicare oggetti o persone specifici: Questo è il libro di cui ti parlavo. Questi sono gli amici di Clara. Con gli aggettivi possessivi: La mia macchina è rotta. Il mio computer è veloce. Con i nomi astratti o di significato generale: questa è una grande differenza con l’inglese! Noi usiamo l’articolo con i nomi astratti per esempio: l’amore, il tempo, la vita. Infatti noi diciamo: L’amore non ha età. Il tempo vola. La vita è bella (come il famosissimo film di Roberto Benigni!) Usiamo l’articolo anche con le parti del corpo e i vestiti: Mi lavo i capelli tutti i giorni. Lavati le mani! Metto le scarpe e arrivo. Attenzione: in italiano usiamo raramente l’aggettivo possessivo con le parti del corpo e i vestiti! Infatti preferiamo utilizzare solo l’articolo. Non diciamo “mi lavo le mie mani”, o “mi metto le mie scarpe”. Questo forse perché usiamo il verbo riflessivo che sottintende il fatto che stiamo facendo questa azioni su noi stessi, o comunque sul soggetto della frase. Con le date, se non sono precedute dal giorno della settimana: Oggi è il 25 maggio ma oggi è giovedì 25 maggio. Ovviamente e questo lo sapete, usiamo l’articolo anche con le ore. Per esempio: Ora sono le 15:40. Ci vediamo alle (a + le) 10 stasera. Lo usiamo anche con i giorni della settimana per indicare azioni ripetute e abituali: Il giovedì vado in palestra significa che io OGNI giovedì vado in palestra. Se invece dico vado in palestra giovedì significa che vado solo quel giovedì ma non gli altri. Usiamo l’articolo anche con i momenti della giornata: Mi sveglio la mattina alle 7. Il pomeriggio mi piace fare un pisolino. Di solito esco con i miei amici la sera. Lo usiamo con la maggior parte dei nomi geografici (ma attenzione NON con i nomi di città!) tranne quando IN o DI precedono nomi geografici singolari: L’Italia è un bel paese La Francia è in Europa MA Vado a vivere in Italia (non dico nell’Italia!) Vivo negli Stati Uniti (perché anche se sto usando IN è plurale!) Con i nomi di lingue di solito si usa infatti diciamo l’italiano, l’inglese, lo spagnolo, il francese. Però se abbiamo di nuovo la preposizione IN o DI NON si usa. Io dico: Il libro di italiano oppure Non so scrivere in inglese. Invece con i verbi parlare, insegnare e studiare possiamo usarlo oppure no. Quindi: Parlo-insegno italiano o parlo l’italiano. Può essere usato davanti ai nomi propri femminili, soprattutto nel lessico familiare-affettivo del NORD. Quindi se sentite "La Laura viene con noi stasera" è italiano regionale del Nord. Potete usarlo se venite a vivere al Nord, altrimenti non vi consiglio di utilizzarlo! 2. Quando NON si usa? Con gli aggettivi possessivi davanti a nomi di parentela singolari, non modificati da suffissi o aggettivi (sorellina, fratellino, cuginetto etc.): Mia sorella ha 20 anni. La mia sorellina ha 20 anni. Le mie sorelle hanno 20 e 22 anni Nelle descrizioni e nelle numerazioni: In città ci sono negozi, bar, ristoranti, teatri e cinema. Con i nomi di città: non usiamo l'articolo davanti ai nomi di città, infatti diciamo "Roma" non "la Roma". Questo è molto importante perché se usate l'articolo davanti ai nomi di città vi riferirete alla squadra di calcio! Infatti, "Roma" si riferisce alla città, mentre "la Roma" si riferisce alla squadra di calcio! Benissimo! Spero che questo articolo vi sia piaciuto! Se avete delle domande, non esitate a contattarmi nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Come usare MICA in Italiano + esempi utili

    Sai come usare MICA in italiano? In questo articolo di oggi ti darò alcuni esempi utili su come usare questo bellissimo (e utilissimo) avverbio italiano! Mica è un avverbio di negazione. Come per gli altri avverbi di negazione richiede la doppia negazione solo quando si trova dopo il verbo. Ricordate che MICA è molto colloquiale quindi non lo useremmo nello scritto. Vediamo le sue funzioni e alcuni esempi. 1. Enfatizzare, rafforzare la negazione nella frase Non sono mica stupido → non sono stupido ma voglio enfatizzare il fatto di non essere stupido. Mica sono stato io! → non sono stato io oppure non sono mica stato io. Nel primo caso io non uso la negazione perché mica si trova prima del verbo ma comunque la frase è negativa e vogliamo enfatizzare il fatto che non siamo stati noi a fare qualcosa e non abbiamo colpe. Non l’ho mica fatto apposta/Mica l’ho fatto apposta → stessa cosa di prima. Qui intendiamo enfatizzare il fatto che non abbiamo fatto qualcosa apposta, cioè intenzionalmente. 2. Nelle frasi interrogative per dire PER CASO Mica vuoi venire anche tu al cinema? → Per caso vuoi venire anche tu, eventualmente vuoi venire anche tu al cinema? Mica lo vuoi pure tu il caffè? → Qua abbiamo mica all’inizio della frase e poi questa strana costruzione molto usata nel parlato che si chiama dislocazione a destra (puoi trovare altre informazioni su questa costruzione qui) che serve per enfatizzare quello che vogliamo dire. Infatti la frase “normale” sarebbe "Pure tu vuoi il caffè?", cioè "Anche tu vuoi il caffè?". Ma noi vogliamo enfatizzare il caffè e il soggetto (pure tu), perché forse io stavo preparando il caffè solo per me ma non per te, quindi mentre lo preparo te lo chiedo. Allora cosa faccio? Prendo l'oggetto caffè, uso il pronome LO (che sostituisce caffè) e lo metto all’inizio della frase, poi metto il verbo, il soggetto e di nuovo l’oggetto. Aggiungo MICA all’inizio per chiedere se per caso, aventualmente anche tu vuoi il caffè. 3. Espressioni tipiche per dire NON Guarda che bello il disegno che ho fatto? Ah, mica male! → cioè non è male, è bello questo disegno! Voglio comprare una nuovo macchina ma costa 25.000 euro. Eh, mica poco! → cioè non è poco, questa macchina costa tanto! Ti è piaciuto il nuovo film? Bah, mica tanto! → questo film non mi è piaciuto così tanto, ho sicuramente visto film migliori! Se hai delle domande su questa parola, non esitare a contattarmi nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Uso del CONGIUNTIVO italiano con il condizionale: vorrei che tu...?

    Il congiuntivo e il condizionale italiano? Qual è la loro relazione e come si usano insieme nella stessa frase? Vediamolo nel video di oggi! Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo articolo sul congiuntivo! Ho già fatto un articolo dove spiego gli usi di base del congiuntivo, quindi quando si usa e come si usa. Vi consiglio di dare un'occhiata a quello prima di leggere questo articolo. Oggi però ci concentriamo su un aspetto importante del congiuntivo. L’uso del congiuntivo con il condizionale! Vi ricordo che il congiuntivo ha 4 tempi: presente, imperfetto, passato e trapassato. Per il video di oggi ci servirà l’imperfetto. Coniughiamo il verbo essere all’imperfetto che è irregolare: Che io fossi Che tu fossi Che lui/lei fosse Che noi fossimo Che voi foste Che loro fossero Coniughiamo un altro verbo: andare Che io andassi Che tu andassi Che lui andasse Che noi andassimo Che voi andaste Che loro andassero Poi per le altre coniugazioni è facile dato che le desinenze sono le stesse! L'unica cosa che cambia è la vocale. Anziché -assi, come per andare (andassi), avremo: -essi per i verbi in -ere (mettere → mettessi) -issi per i verbi in -ire (partire → partissi) Il congiuntivo imperfetto si usa in tantissimi casi ma oggi ci concentriamo sul suo uso con il condizionale. In particolare il verbo vorrei o comunque col condizionale presente e passato. Ricordate che il congiuntivo si usa quando nella frase principale abbiamo un verbo che esprime un desiderio, giusto? Quindi se io voglio esprimere il desiderio di averti qui con me, voglio che tu sia qui con me, ma non voglio dire VOGLIO, voglio usare il condizionale e dire VORREI, quale tempo dobbiamo usare? L’imperfetto! Vorrei che tu fossi qui con me → I wish you were here with me. Questo può sembrare strano perché fossi è imperfetto, quini è un passato ma io ti voglio ORA con me, no nel passato! Non importa! In italiano ogni volta che abbiamo il verbo VORREI, dovremo usare l’imperfetto nella frase successiva se usi che + congiuntivo. Vediamo altri esempi per capire meglio: Vorrei che tu arrivassi in tempo → I would like you to be on time. In questo caso io vorrei che tu arrivassi in tempo stasera o domani per esempio, quindi sto esprimendo un futuro praticamente. E lo so che abbiamo comunque “arrivassi” che è un imperfetto ma ragazzi, le regole non le ho create io! Vorremmo che voi apprezzaste di più il nostro lavoro → We would like you (guys) to appreciate our work more. Il mio professore vorrebbe che il prossimo mese io cominciassi a scrivere la tesi → My professor would like me to start writing my thesis next month. Vi ricordo che la stessa identica regola si applica anche al condizionale passato. Vediamo degli esempi: Avrei preferito che loro dicessero la verità → I would have preferred that they told the truth. Qual è la differenza? In questo caso stiamo davvero parlando del futuro! Però un futuro nel passato. Cioè io volevo, preferivo che loro dicessero la verità. E il fatto di preferire questa cosa succede prima che loro dicano (o non dicano) la verità. Però non hanno detto la verità, ormai quell’azione è passata! Avrei voluto che tu leggessi il libro prima di partire → I would have wanted you to read the book before leaving. In questa frase, io volevo che tu leggessi il libro e il fatto di leggere il libro sarebbe successo dopo il fatto che io lo volevo. Ma non è successo! Questa è la differenza! Se avete alcune domande sul congiuntivo mandatemi un messaggio nella contact section del mio sito. Spero che questo articolo vi sia piaciuto! A presto, Stefano

  • Verbi Pronominali Italiani con NE + espressioni utili

    I verbi pronominali sono dei verbi di uso comune nell'italiano colloquiale ed è necessario conoscerli per parlare l'italiano come un vero italiano. Oggi vedremo alcuni verbi pronominali con -NE I verbi pronominali sono dei verbi che aggiungono un pronome, per esempio ci, ne, o un pronome oggetto diretto, oppure più pronomi contemporaneamente per cambiare completamente il significato del verbo. Questi verbi sono di uso molto molto comune, li usiamo tutti i giorni e sono principalmente colloquiali. Oggi vediamo i verbi pronominali con NE. In realtà non sono solo dei verbi quelli di oggi, ma delle vere e proprie espressioni, quindi ti consiglio di memorizzarle! Ho già scritto due articoli sui verbi pronominali. Ho parlato dei verbi pronominali in CELA che trovi qui e devi verbi pronominali in SENE che trovi qui. Oggi parliamo dei verbi pronominali in NE, quindi quei verbi che aggiungo il pronome NE e cambiano significato. Come vi ho già spiegato negli scorsi video, l’aggiunta della particella NE non ha nessun significato se non quella di cambiare il significato generale del verbo! 1. Valerne la pena Questa espressione è molto usata in italiano quindi vi consiglio davvero di memorizzarla! Valerne la pena si usa quando la cosa che si vuole avere vale più del sacrificio che si fa per ottenerla. Io voglio qualcosa così tanto, che faccio del mio meglio, mi sacrifico, pur di ottenere quella cosa, perché davvero ne vale la pena, ne vale il sacrificio! Vediamo alcuni esempi per capire meglio: E’ faticoso alzarsi presto la mattina, ma ne vale la pena perché lo spettacolo dell’alba sul mare è magnifico → qui io sto dicendo che sicuramente alzarsi presto la mattina non è molto facile, ma l’alba è bellissima e io voglio vederla! Perciò la cosa che voglio ottenere, cioè vedere l’alba, vale di più del sacrificio che si fa per ottenerla, cioè alzarsi presto. Quindi anche se alzarsi presto è difficile, ne vale la pena, perché l’alba è bellissima! Vuoi davvero spendere tutti quei soldi per un paio di scarpe? Ne vale davvero la pena? → in questo caso sto facendo il discorso opposto. Qualcuno vuole comprare questo paio di scarpe estremamente costoso, la cosa che si vuole ottenere, ma a mio parere il paio di scarpe non vale di più del sacrificio che si fa per ottenerlo, cioè spendere tutti quei soldi, quindi io chiedo: ne vale davvero la pena? Cioè sei sicuro o sicura che dovresti spendere tutti quei soldi per un paio di scarpe? Secondo me no, non ne vale la pena. Guarda, non n’è proprio valsa la pena, tutto lo studio che ho fatto per un 18! → prima di spiegarvi questa frase dobbiamo fare un passo indietro e capire cosa vuol dire il numero 18. Qui sicuramente abbiamo uno studente universitario che si sta lamentando con un suo amico di un voto che ha preso all’università in un esame. Questo perché in Italia i voti all’università vanno dal 18, cioè il voto più basso per passare un esame, al 30 e lode, il voto più alto. Perciò lui dice che ha studiato tantissimo per questo esame, ma alla fine ha preso solo 18. Quindi il sacrificio che ha fatto, ovvero studiare tantissimo, non n’è valsa la pena, perché ha ottenuto solo 18. Ricorda che il participio passato di valere è “valso” che useremo al femminile “valsa” perché concorda con pena. Quindi non ne è valsa la pena. 2. Non poterne più Questa espressione è molto usata quando vogliamo dire che siamo stanchi, esausti, esasperati di qualcosa! Vediamo subito un esempio: Non ne posso più di questo lavoro! Voglio cambiarlo → in questo caso voglio dire che questo lavoro non mi piace più, sono esausto, non mi piace l’ambiente e praticamente non lo sopporto più! Voglio assolutamente cambiarlo. Ricorda che che l’espressione “non poterne più” richiede sempre la preposizione DI dopo. Come potete vedere questa espressione è molto simile alla forma negativa del verbo pronominale “FARCELA” che abbiamo visto in questo articolo. 3. Non volermene Questa espressione, che vi consiglio di usare sempre in questa forma e non cambiare mai, serve per preparare qualcuno a quello che stai per dire. E quello che stai per dire non sarà positivo… Vediamo un esempio: Non volermene, ma stasera non riesco a venire alla festa → magari un nostro amico ci ha invitato alla sua festa di compleanno, ma noi non possiamo andare. Allora gli diciamo: “Non volermene” cioè non offenderti, non arrabbiarti con me, ma stasera non riesco a venire alla festa. Non volermene, ma quei pantaloni non ti stanno bene → anche qui, vogliamo dire alla persona con cui stiamo parlando che quei pantaloni non sono molto belli. E allora per preparare la persona alla cosa brutta che stiamo per dire (magari evitate di dirlo se non avete confidenza con la persona!), diciamo: non volermene, non arrabbiarti, non offenderti, MA quei pantaloni non sono molto belli su di te. Spero che queste espressioni vi siano piaciute! Se avete delle domande non esitate a contattarmi nella sezione contact del mio sito. Un abbraccio, Stefano

  • Congiuntivo Italiano: come e quando usarlo

    Oggi parliamo di un argomento un po’ avanzato ma molto importante in italiano. Parleremo delle basi del congiuntivo italiano, come e quando si usa! In Italiano esistono 4 tipi di congiuntivo: presente, passato, imperfetto e trapassato. Nell'aideo di oggi ci focalizzeremo soltanto sul presente. Per capire a pieno questo articolo vi consiglio di studiare o ripassare la coniugazione del congiuntivo. Per i verbi regolari non è così difficile! Vi consiglio di usare un coniugatore online per esempio WordReference. Dato che userò spesso il verbo essere, che è un verbo irregolare, vediamo come si coniuga al congiuntivo presente: Che io sia Che tu sia Che lui/lei sia Che noi siamo Che voi siate Che loro siano Quindi, quando si usa il congiuntivo? Il congiuntivo, prima di tutto, si usa nelle frasi dipendenti (in qualche caso anche nelle frasi principali ma non ne parleremo adesso). Ma aspetta aspetta, che cos’è una frase dipendente? Facilissimo. Prendiamo questa frase: "Penso che tu sia un bravo studente" Ora contiamo i verbi: penso e sia. Come vedete abbiamo due verbi, due azioni. Due verbi corrispondono a due frasi! Una sarà la frase principale (penso) e che tu sia invece è la frase dipendente cioè dipende dall’azione principale pensare. Quindi il congiuntivo si usa in tutte le frasi dipendenti? Si usa sempre dopo CHE? NO! ASSOLUTAMENTE NO! Il congiuntivo si usa per esprimere possibilità, desiderio, timore, dubbio o opinione. Vediamo un esempio per tutte queste categorie: Possibilità: Alcuni esempi di verbi o espressioni che possono indicare una possibilità sono è possibile che, può darsi che, è impossibile che, sembra che... E’ possibile che Marco arrivi in orario ma non ne siamo sicuri. Può darsi che Marco e Lucia vengano alla festa stasera. Desiderio: volere e preferire. Preferiamo che voi veniate a casa nostra domani. Voglio che tu la smetta con queste battute stupide! ATTENZIONE: potete usare anche VORREI ma in quel caso dovrete usare il congiuntivo imperfetto, quindi ne parliamo un’altra volta. Timore: avere paura, temere. Ho paura che mia sorella non faccia in tempo. Temo che tu debba riscrivere il tema. Dubbio: dubito, non credo, non penso: non penso che sia una buona idea Opinione: credere, pensare, immaginare: penso che sia una buona scuola 1. Possibilità Alcuni esempi di verbi o espressioni che possono indicare una possibilità sono è possibile che, può darsi che, è impossibile che, sembra che... E’ possibile che Marco arrivi in orario ma non ne siamo sicuri. Può darsi che Marco e Lucia vengano alla festa stasera. 2. Desiderio I verbi principali che esprimono desiderio sono volere e preferire. Preferiamo che voi veniate a casa nostra domani. Voglio che tu la smetta con queste battute stupide! ATTENZIONE: potete usare anche VORREI ma in quel caso dovrete usare il congiuntivo imperfetto, quindi ne parliamo un’altra volta. 3. Timore Principalmente parliamo dei verbi avere paura e temere ma possiamo estendere questo anche alle altre emozioni. Ho paura che mia sorella non faccia in tempo. Temo che tu debba riscrivere il tema. P.S. Debba è il congiuntivo del verbo dovere ed è irregolare! 4. Dubbio I verbi che esprimono dubbio sono dubito, non credo, non penso. Non penso che sia una buona idea. 5. Opinione I verbi che esprimono opinione sono credere, pensare, immaginare. Penso che sia una buona scuola. ATTENZIONE: la differenza tra dubbio e opinione è davvero sottile e dipende molto dal contesto. In generale quando avete i verbi citati sopra, usate il congiuntivo e non sbaglierete! Ultima cosa a cui prestare attenzione è l'espressione sono sicuro che. Tanti miei studenti, ma anche italiani, sbagliano. Se io dico sono sicuro che sto esprimendo una certezza, un fatto! Quindi non è necessario usare il congiuntivo. Perciò diremo: Sono sicuro che Luca è un bravo ragazzo! Se avete alcune domande sul congiuntivo mandatemi un messaggio nella contact section del mio sito. Spero che questo articolo vi sia piaciuto! A presto, Stefano

  • Come usare DAI in Italiano: Guida Completa + esempi utili

    Sai come usare DAI in italiano? In questa guida completa di oggi ti darò alcuni esempi utili su come usare questa bellissima parola italiana! Dai è una parola italiana che si usa in tanti modi diversi. E’ fondamentale capire le sue diverse intonazioni per usarla nel modo giusto. Dato che è fondamentale capire le diverse intonazioni di DAI per tutti i suoi significati vi consiglio di guardare il video su YouTube! Se hai delle domande su questa parola, non esitare a contattarmi nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Espressioni Utili con la Parola MANO + esempi utili

    In italiano abbiamo diverse espressioni con la parola MANO. Sei pronto a impararle? Ciao a tutti e benvenuti a un nuovo articolo! Nell'articolo di oggi vedremo alcune parole molto utili con la parola mano. Ce ne sono davvero tantissime e per l'articolo di oggi ho selezionato le più usate e importanti. Come sempre vi darò alcuni esempi utili per capire meglio come usare queste espressioni in un contesto pratico. Iniziamo subito! 1. Dare una mano Sono sicuro che tutti conoscete questa espressione. Vediamo subito un esempio: Stefano, mi puoi dare una mano a imparare l’italiano? Questa espressione significa semplicemente aiutare. Quindi se tu mi dici "Mi puoi dare una mano ad imparare l'italiano?", mi stai chiedendo di aiutarti a imparare l'italiano. 2. Stare con le mani in mano Vediamo subito una frase per capire meglio: Forse tu riesci a stare con le mani in mano mentre aspettiamo il risultato, ma io ho bisogno di saperlo adesso! Mentre io lavoravo, i miei colleghi se ne stavano con le mani in mano! Stare con le mani in mano significa semplicemente stare senza far nulla, non fare assolutamente niente. Nel primo esempio stiamo dicendo alla persona con cui stiamo parlando che non riusciamo a non fare niente mentre aspettiamo il risultato. Invece, nel secondo esempio stiamo dicendo che mentre noi lavoravamo sodo, i nostri colleghi non facevano assolutamente niente. Attenzione: nel secondo esempio stiamo usando il verbo starsene per enfatizzare l'idea di stare. È un verbo pronominali in -SENE. Clicca qui per altri verbi pronominali in -SENE. 3. Mettere le mani in avanti Uso spesso questa espressione con i miei studenti! Quando dobbiamo correggere un compito, loro mi dicono sempre: "Non so se l’ho fatto bene, forse ho sbagliato tutto, sicuramente non sono stato bravo o brava". In questo caso lo studente sta mettendo le mani avanti, cioè si sta giustificando in anticipo del suo potenziale fallimento. Sta abbassando le mie aspettative e mi sta già dicendo che il lavoro non è fatto bene, anche se poi forse è perfetto. Probabilmente si dice che così perché quando stiamo per cadere noi mettiamo le mani avanti per proteggerci. Quindi quando sappiamo che stiamo per fallire mettiamo le mani avanti per far sapere alle persone che il nostro lavoro non è andato bene, anche se, ripeto, forse, è perfetto! 4. Avere le mani bucate Ti piace spendere soldi e comprare tante cose? Beh, allora hai le mani bucate! Avere le mani bucate semplicemente significa essere uno spendaccione, spendere tanti soldi anche per cose inutili! Se hai le mani bucate, forse è ora di iniziare a risparmiare un po'! 5. Essere una persona alla mano Vediamo un esempio: Chiara è una ragazza molto gentile ed è molto piacevole parlare con lei! E’ una persona alla mano. Una persona alla mano è una persona semplice, genuina, cordiale, con cui è piacevole uscire e parlare. 6. Prendere in mano la situazione Immaginate che la vostra famiglia stia cucinando la cena per stasera. Ma è una tragedia: la torta si è bruciata nel forno, il sugo per la pasta non è ancora pronto e la griglia per fare la carne è ancora fredda. Allora voi, da buoni leader, dovete prendere in mano la situazione, cioè iniziare a gestire tutto questo casino per servire un’ottima cena e non deludere i vostri ospiti. Quindi, prendere in mano la situazione significa prendere il comando, prendere il controllo della situazione e iniziare a gestire e risolvere tutti i problemi. Benissimo, per le espressioni di oggi abbiamo finito! Se hai delle domande su queste espressioni, non esitare a contattarmi nella sezione contact del mio sito. A presto, Stefano

  • Verbi Pronominali Italiani con SENE + useful expressions

    I verbi pronominali sono dei verbi di uso comune nell'italiano colloquiale ed è necessario conoscerli per parlare l'italiano come un vero italiano. Oggi vedremo alcuni verbi pronominali con -SENE. I verbi pronominali sono dei verbi che aggiungono un pronome, per esempio ci, ne, o un pronome oggetto diretto, oppure più pronomi contemporaneamente per cambiare completamente il significato del verbo. Questi verbi sono di uso molto molto comune, li usiamo tutti i giorni e sono principalmente colloquiali. Oggi vediamo i verbi pronominali con SENE cioè con SI + NE. Ricorda che quando la particella SI si trova prima di un pronome oggetto diretto o NE diventa SE. Ecco perché SENE. Ho già scritto un altro articolo sui verbi pronominali che puoi andare a leggere. In quell'articolo ho parlato dei verbi pronominali in CELA e lo trovi qui. Ora iniziamo a vedere i verbi pronominali in SENE di oggi! Ricorda che tutti questi verbi saranno riflessivi, perché il SI che aggiungiamo è un pronome riflessivo. Quindi dobbiamo cambiare SI e scegliere il pronome riflessivo adatto in base al soggetto della frase. 1. Andarsene Coniughiamo insieme questo verbo: Io me ne vado Tu te ne vai Lui/Lei se ne va Noi ce ne andiamo Voi ve ne andate Loro se ne vanno Quindi, cosa significa? Il verbo andarsene significa semplicemente andare via, allontanarsi dal posto in cui troviamo adesso. Vediamo questi esempi! E’ tardi. Me ne vado a casa: qui sto dicendo che vado via dal posto in cui mi trovo per andare a casa. Te ne vai già? Dai aspetta la torta almeno: siamo ad una festa di compleanno e vedo un mio amico andare via ma non abbiamo ancora mangiato la torta! Quindi gli chiedo di aspettare un po' e non andare via subito! A che ora se ne sono andati i tuoi amici ieri? : ho invitato alcuni miei amici a casa e mia madre mi ha chiesto a che ora sono andati via! Attenzione, qui sto usando il passato prossimo quindi cambio il participio passato in base al soggetto della frase. In questo caso “loro” plurale e maschile, ecco perché andati. Non voglio più vederti! Vattene! : ho litigato pesantemente con un mio amico o amica e voglio che vada via! "Vattene" è molto usato! Ricorda che questo è l'imperativo del verbo andare: vai + ti + ne. Il “ti” riflessivo si aggiunge alla fine dell’imperativo. In questo caso “vai” si contrae a “ va’ ” come succede con i verbi fare, darem stare e dire all’imperativo. Se non conoscete queste regole posso fare un video a riguardo! Comunque, va’ + ti diventa “vatti” perché bisogna raddoppiare la "t"con i verbi sopra citati. Poi “ti” diventa “te” perché abbiamo “ne” quindi “vattene” cioè, vai via! Molto usato! 2. Fregarsene Vediamo come coniugare questo verbo: Io me ne frego Tu te ne freghi Lui/Lei se ne frega Noi ce ne freghiamo Voi ve ne fregate Loro se ne fregano Questo verbo significa non interessarsi minimimente, non preoccuparsi di qualcosa. Potrebbe essere un po' maleducato, quindi usalo con attenzione. Vediamo alcuni esempi: Non me ne frega! Or Non me ne frega niente! : significa che non mi interessa ma è molto maleducato. Per esempio hai appena litigato con un tuo amico che per scusarsi ti ha mandato un messaggio di scuse molto lungo. Ma tu sei così arrabbiato che non riesci a perdonarlo e dici “Non me ne frega niente”. In questo caso non solo non vuoi sentire quello che ha da dire e non ti interessa minimamente delle sue scuse, ma proprio provi quasi disprezzo. E’ molto forte come verbo. Che te ne frega! Or fregatene! : per esempio, diciamo che il nostro amico è stato bocciato a un esame all’università ed è ormai triste e arrabbiato da tre giorni. Non superare un esame all’università non è la fine del mondo! Puoi sempre rifarlo (almeno in Italia, ascoltate il podcast su questo argomento!) Allora diciamo al nostro amico: "dai, che te ne frega, lo rifarai più avanti, quando avrai studiato di più, non preoccuparti". Oppure "fregatene, andrà meglio la prossima volta". In questo caso stiamo dicendo al nostro amico di non preoccuparsi troppo, perché le cose andranno meglio la prossima volta! Benissimo, abbiamo finito con le frasi di oggi. Ti darò soltanto un ultimo esempio, usando tutti i verbi che abbiamo studiato oggi! "Me ne sono andato presto dalla conferenza perché non me ne fregava niente!" Che ne pensi? Capisci cosa sinifica questa frase? Beh, ora prova a scrivere tu alcune frasi con questi verbi. Puoi mandarmele nella sezione contact del mio sito e cercherò di risponderti! Un abbraccio, Stefano

  • Verbi Pronominali Italiani con CELA + useful expressions

    I verbi pronominali sono dei verbi di uso comune nell'italiano colloquiale ed è necessario conoscerli per parlare l'italiano come un vero italiano. Oggi vedremo alcuni verbi pronominali con -CELA. I verbi pronominali sono dei verbi che aggiungono un pronome, per esempio ci, ne, o un pronome oggetto diretto, oppure più pronomi contemporaneamente per cambiare completamente il significato del verbo. Questi verbi sono di uso molto molto comune, li usiamo tutti i giorni e sono principalmente colloquiali. Oggi vediamo i verbi pronominali con CELA cioè con CI + LA. Ricorda che quando la particella CI si trova prima di un pronome oggetto diretto diventa CE. Ecco perché CELA. Molti studenti mi chiedono: Stefano, ma cosa significa CELA, CELA a cosa si riferisce? La risposta è molto semplice: non significa niente, NIENTE! La sua unica funzione è quella di cambiare il significato del verbo. Ma non ti preoccupare, adesso capirai meglio con gli esempi! 1. Avercela con Prima di vedere alcuni esempi con questo verbo pronominali, immagino che tu sappia giù che AVERE significa possedere qualcosa. Se aggiungiamo CELA il significato cambia totalmente. Ma CELA non significa niente e non devi mai cambiarlo! Quindi se volessimo coniugarlo diremmo: Io ce l'ho con Tu ce l'hai con Lui/Lei ce l'ha con Noi ce l'abbiamo con Voi ce l'avete con Loro ce l'hanno con Quindi, cosa significa? Vediamo questi esempi! Scusa, ce l’hai con me? Perché non mi parli? Mia sorella ce l’ha a morte con me dopo quello che è successo. Il verbo AVERCELA, in questi due casi, significa essere arrabbiati con qualcuno. Quindi possiamo traddure le frasi di prima così: I am sorry, are you mad at me? Why aren't you talking to me? My sister is very angry with me after what happened. Ma questo non è l'unico significato del verbo AVERCELA. Infatti, questo verbo, significa anche rivolgersi a qualcuno, chiedere a qualcuno se sta parlando con noi o dire a qualcuno che stiamo parlando con lui/lei. Vediamo questi due esempi: Scusate ragazzi, ce l’avete con noi? Vedi che quel ragazzo ce l’ha con te! Stefano, ce l'ho con te. Possiamo traddure queste frasi così: I am sorry guys, are you talking to us? Look, that boy is talking to you. Stefano, I am talking to you! ATTENZIONE: quando leggiamo queste frasi, può essere un po' difficile capire il significato. Infatti l'ultima frase (Stefano, ce l'ho con te), può significare due cose: o sono arrabbiato con Stefano o sto parlando con Stefano ma lui non ha capito che sto parlando con lui, quindi voglio attirare la sua attenzione. Per questo motivo, l'intonazione è fondamentale! Per capire meglio come distinguere questi due significati, guarda il mio video su YouTube dove spiego questa differenza nell'intonazione. 2. Farcela Vediamo come coniugare questo verbo: Io ce la faccio Tu ce la fai Lui/lei ce la fa Noi ce la facciamo Voi ce la fate Loro ce la fanno Vediamo alcuni esempi con questo verbo pronominale: Finalmente ce l’ho fatta a passare l’esame di guida!* Ce la fate ad essere qui alle nove o ci vediamo più tardi? Non ce la faccio più! Sono esausto. Vuoi una mano a portare su il pacco o ce la fai da sola? *Nota: il participio passato di fare cambia in "fatta" perché il verbo è composto da ci + la. Dato che "la" è femminile, il participio passato di questo verbo sarà sempre "fatta". Non devi mai cambiarlo, sarà sempre "fatta", sempre! Dagli esempi precedenti, possiamo capire che FARCELA significa riuscire in qualcosa, riuscire a fare qualcosa, raggiungere un obiettivo. Possiamo tradurre queste frasi così: I finally managed to pass the driving test! Will you be able to be here around 9:00 or should we meet later? I can't do it anymore! I am exhausted! Do you need a hand to take the package upstairs or you can do it yourself? 3. Mettercela (tutta) In realtà questo verbo è spesso, o direi sempre, accompagnato dalla parola tutta. Vediamo come coniugare questo verbo: Io ce la metto Tu ce la metti Lui/lei ce la mette Noi ce la mettiamo Voi ce la mettete Loro ce la mettono Vediamo alcune frasi per capire cosa significa: Ce la metterò tutta per imparare l'italiano! Giulio, metticela* tutta! *Nota: la posizione di CELA con l'imperativo è alla fine del verbo e si scrive tutto in unica parola. Quindi METTERCELA TUTTA, significa fare del proprio meglio, impegnarsi al massimo e raggiungere i propri risultati. Possiamo tradurre gli esempi precedenti, così: I will do my best to learn Italian! Giulio, do your best! Benissimo, abbiamo finito con le frasi di oggi. Ti darò soltanto un ultimo esempio, usando tutti i verbi che abbiamo studiato oggi! "Ce l'ho messa tutta, ma comunque non ce l'ho fatta a finire in tempo e probabilmente adesso il capo ce l'ha con me" Che ne pensi? Capisci cosa sinifica questa frase? Beh, ora prova a scrivere tu alcune frasi con questi verbi. Puoi mandarmele nella sezione contact del mio sito e ce la metterò tutta (😉) per risponderti! Un abbraccio, Stefano

  • Come usare PROPRIO in Italiano: Guida Completa

    Proprio è una parola estremamente comune nella lingua italiana e ha molti significati diversi. Vediamo come si usa! Prima di iniziare a parlare dei vari significati della parola proprio non dimenticare che questa parola può essere sia un aggettivo che un avverbio. Quando è un aggettivo cambia in base al genere e numero della parola a cui si riferisce (proprio, propria, propri, proprie). Quando è un avverbio, non cambia mai e rimarrà sempre proprio. 1. PROPRIO sostituisce l'aggettivo possessivo alla terza persona Vediamo subito alcuni esempi: Francesca guida la propria macchina (= la sua macchina, cioè la macchina di Francesca) Luca è stanco del proprio lavoro (= il suo lavoro, cioè il lavoro di Luca) Come potete vedere, proprio qui sostituisce l'aggettivo possessivo "suo" o "sua". Lo usiamo per enfatizzare il possesso di qualcosa. IMPORTANTE: possiamo usare "proprio" solo quando l'oggetto è di proprietà del soggetto della frase. Quindi, negli esempi precedenti, possiamo farlo perché la macchina e il lavoro sono rispettivamente di Francesca e Luca. Nel caso in cui io dicessi: Marco guida la sua macchina (cioè la macchina di Francesca) Non posso usare proprio, perché la macchina non appartiene al soggetto della frase, cioè Marco. 2. PROPRIO in espressioni impersonali Vediamo subito alcuni esempi: Tutti devono fare il proprio lavoro (lavoro di tutti) Ognuno deve seguire il proprio cuore (cuore di ognuno) È molto comune usare proprio in queste espressioni impersonali, quando non abbiamo un soggetto specifico ma stiamo generalizzando. Qui è obbligatorio usare proprio, non hai altra scelta! Questo perché se tu dici che "tutti devono fare il suo lavoro" stai dicendo che "tutti devono fare il lavoro di una persona specifica". 3. PROPRIO per indicare qualcosa con precisione Vediamo subito alcuni esempi: Non è molto facile trovare proprio quello che cerchi (= esattamente, precisamente quello che cerchi). A) Dove abiti? B) Abito in Piazza Garibaldi! A) Davvero? Anche io abito proprio lì! (= esattamente, precisamente lì) Mio nonno aveva un orto proprio dietro casa ( = esattamente, precisamente dietro casa) Questo uso mi sembra abbastanza facile. In questo caso proprio significa esattamente, precisamente quando vogliamo specificare o precisare qualcosa. Ricorda che in questo caso proprio è un avverbio, quindi non cambia mai! 4. PROPRIO come "davvero" Come sempre, vediamo subito qualche esempio: Sono proprio stanco oggi, andrò a dormire presto. Il film che abbiamo visto ieri è stato proprio bello. La pizza nel ristorante vicino casa fa proprio schifo, non ci andrò più. Anche in questo caso proprio è un avverbio (quindi non cambia mai!) e significa davvero, veramente. Spero che questo articolo ti abbia aiutato a capire il significato di proprio. Se hai delle domande puoi contattarmi nella sezione contact del sito. Un abbraccio, Stefano

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